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Warhol a Otranto supera i 40.000 visitatori

A dieci giorni dalla chiusura la mostra “Andy Warhol – I Want to be a machine” ospitata dal Castello Aragonese di Otranto, gestito dalla Società cooperativa Sistema Museo di Perugia e dell’Agenzia di Comunicazione Orione di Maglie con la direzione artistica dell’architetto Raffaela Zizzari, ha già superato quota 40 mila spettatori.

Un nuovo ottimo risultato che arriva dopo le mostre di Joan Mirò, Pablo Picasso e Salvador Dalì che hanno trasformato negli ultimi quattro anni l’antico maniero idruntino in una galleria dedicata all’arte contemporanea. Sino al 30 settembre sarà possibile ammirare le oltre 50 opere di Andy Warhol, il principe della pop art americana. La mostra, a cura di Gianni Mercurio, attraverso opere provenienti da collezioni private italiane e prodotte da Andy Warhol con la tecnica meccanica della serigrafia, presenta i temi fondanti dell’estetica dell’artista statunitense scomparso nel 1987: mito bellezza-successo (Marilyn), consumismo (Campbell’s Soup), simboli tragici (Electric Chair). Inoltre, sono esposte opere significative come la serie dei Flowers, il Vesuvio (realizzato in occasione del suo soggiorno napoletano grazie al gallerista Lucio Amelio), i simboli del potere (Falce e Martello, Dollar Sign) e altre ancora.

Il pubblico ha apprezzato in questi mesi anche le opere di “Summer Pop Otranto 2012. Omaggio a Andy Warhol”, la rassegna collaterale alla grande mostra, a cura di Raffaela Zizzari. Il tema scelto quest’anno è sintetizzato in un famoso aforisma dello stesso Andy Warhol: “La pop art è un modo di amare le cose”. Gioia di vivere, pleasure, art de vivre, un mix di convivialità, contaminazioni fertili e virtuose, in tutti i campi dell’arte, dalla pittura di Ninì Elia e Franco Baldassarre alla scultura di Bruno Maggio, dalla ceramica d’uso di Grottaglie alla musica di Andrea Vadrucci, dalle reinterpretazioni di Vincenzo Mascoli al calendario pop comunale, per finire nei laboratori del sé di Veronica Amato.

Ottimo riscontro hanno avuto le due opere che accolgono i turisti e i visitatori: Boatpeople di Luigi Orione Amato, un’istallazione che ci aiuta a pensare e riflettere evidenziando come l’arte può e deve assumere un scopo più profondo del solo emozionare. “Boat people”, espressione di uso comune dalle migrazioni degli anni settanta dal Vietnam del sud da parte del Vietnam del nord, è presa in prestito per questa sorprendente istallazione di una“barca della gente”, una barca pop-olare che simboleggia il sogno, il sogno dei migranti che fuggono dai loro paesi; Limbupop con cento limbi smaltati di rosso, giallo, blu e verde, che combinano la sapienza della lunga tradizione artigianale dei Fratelli Colì con un’innovativa interpretazione funzionale ed estetica di un oggetto antico ma rivisitato in stile pop. I limbi, plurale collettivo di limbu, hanno la stessa etimologia di limba, che, secondo, Gerhard Rohlfs deriva dal greco moderno [(limnh limne e limpa limpa ) s. f., grande vaso slabbrato, scodella, lago, stagno], termine che contraddistingue, nel salento, un recipiente di terracotta troncoconico. La nuova interpretazione dei limbi, installati al centro del cortile del Castello, grazie alla loro forma “contengono” senza escludere, accolgono senza respingere, consentendo ai visitatori di sedersi per una pausa. Godere di un momento di sosta, nel contenitore simbolo di Otranto, città che ha sempre accolto a braccia aperte, emigrati e stranieri di tutto il mondo. Limbupop omaggia per di più Andy Warhol, permettendo al visitatore una visione a sorpresa, puramente estetica, dall’alto.

 

FONTE : Soc. Coop. CoolClub a r.l.
Informazioni: callcenter@sistemamuseo.it – www.warholotranto.it

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