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I paesi UE devono rispettare il diritto alla libera circolazione

Nella risoluzione adottata, il Parlamento contesta fermamente la posizione di alcuni leader europei che invocano modifiche e restrizioni alla libertà di circolazione dei cittadini. Le restrizioni temporanee alla libera circolazione per i lavoratori provenienti da Bulgaria e Romania sono scadute il 1° gennaio 2014.

In una risoluzione comune presentata dai gruppi PPE, S&D, ALDE, Verdi/ALE e GUE/NGL, il Parlamento invita gli Stati membri a rispettare le disposizioni del Trattato sulla libera circolazione, diritto garantito a tutti i cittadini europei. I deputati chiedono ai paesi UE di astenersi da qualsiasi azione che ostacoli il diritto alla libera circolazione e di respingere qualsiasi proposta che limiti il numero di migranti in Europa e contraria al principio del trattato sulla libera circolazione delle persone. Il Parlamento osserva che con l’avvicinarsi delle elezioni europee, la libera circolazione dei cittadini comunitari si è trasformata in una questione di campagna elettorale per alcuni partiti politici e sussiste il rischio che questo dibattito possa portare all’aumento di razzismo e xenofobia. Si ricorda inoltre che alcuni politici europei di alto rango hanno recentemente fatto diverse dichiarazioni che minano il diritto alla libertà di movimento.

La mobilità del lavoro incrementa l’economia comunitaria – Come si afferma nella risoluzione, recenti studi della Commissione hanno dimostrato che i lavoratori mobili sono contribuenti netti alle economie e ai bilanci dei paesi ospitanti. I deputati affermano che anche se solo il 2,8% di tutti i cittadini europei vive in un paese dell’UE diverso dal proprio, essi sono comunque un elemento chiave per il successo del mercato interno e per il rafforzamento dell’economia europea.

Combattere l’uso improprio dei sistemi di previdenza sociale senza discriminazione – I deputati invitano gli Stati membri a non discriminare i lavoratori mobili comunitari, in particolare quando si associa ingiustamente il diritto di libera circolazione per motivi di lavoro con il presunto abuso dei sistemi di sicurezza sociale. Il Parlamento ricorda agli Stati membri il ruolo di responsabilità sociale che verte sull’abuso dei loro sistemi di protezione sociale, indipendentemente dal fatto che esso sia commesso dai loro cittadini o da coloro che provengono da altri paesi dell’Unione.

 

© Unione europea, [2014] – PE

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