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La Commissione Europea mostra soddisfazione per il voto del Parlamento europeo sulle nuove disposizioni per la restituzione del patrimonio nazionale

indexIl Parlamento europeo ha votato oggi a favore di una nuova direttiva volta ad aiutare i paesi dell’UE ad organizzare la restituzione dei beni culturali asportati illegalmente dal loro paese d’origine e che si trovano attualmente in un altro paese dell’UE. La nuova legislazione intende assicurare il recupero da parte di uno Stato membro dell’UE di tutti i beni culturali identificati quali “beni del patrimonio nazionale aventi un valore artistico, storico o archeologico” illegalmente asportati dal suo territorio a partire dal 1° gennaio 1993 compreso. La direttiva assicurerà una migliore protezione degli oggetti che fanno parte del patrimonio culturale degli Stati membri e contribuirà a prevenire e contrastare il traffico illecito di beni culturali. Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per l’Industria e l’imprenditoria, ha commentato: “Il patrimonio culturale degli Stati membri è un bene prezioso che è parte delle ricche e variegate tradizioni culturali dell’Europa. La nuova direttiva sta ad indicare la determinazione del Parlamento europeo ad aiutare gli Stati membri a salvaguardare i loro tesori nazionali e noi siamo convinti che l’iniziativa riceverà anche il sostegno del Consiglio”. La nuova direttiva copre diversi aspetti tra cui: estendere il campo di applicazione a tutti i beni culturali classificati quali “beni del patrimonio nazionale aventi un valore artistico, storico o archeologico”. Con la direttiva 93/7/CEE soltanto un elenco di certe categorie del patrimonio nazionale o di oggetti appartenenti a collezioni pubbliche o a inventari di istituzioni ecclesiastiche si qualificava per la restituzione; usare uno strumento elettronico, il Sistema d’informazione del mercato interno (IMI), per agevolare la cooperazione amministrativa, la consultazione e lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali; prolungare il termine per avviare le procedure di restituzione da 1 a 3 anni; imporre l’onere della prova sul possessore se questi chiede un indennizzo per la perdita del bene culturale allorché lo restituisce al suo paese d’origine. Per ottenere un indennizzo il possessore deve comprovare che, all’atto dell’acquisto del bene, aveva esercitato la diligenza richiesta per accertarne l’origine. Inoltre, la nuova direttiva prevede criteri non esaustivi per agevolare un’interpretazione più uniforme dell’esercizio della diligenza richiesta da parte del possessore. I prossimi passi. La proposta verrà ora sottoposta al Consiglio per approvazione finale. Una volta approvata dal Consiglio, i paesi dell’UE saranno tenuti a recepire la direttiva nella legislazione nazionale entro 18 mesi dall’adozione della direttiva stessa. Contesto. La direttiva 93/7/CEE del Consiglio si prefigge la restituzione dei beni culturali classificati quali “beni del patrimonio nazionale aventi un valore artistico, storico o archeologico ” e che appartengono a una delle categorie di cui all’allegato della direttiva o costituiscono parte integrante di collezioni pubbliche o inventari di istituzioni ecclesiastiche, che siano usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro a decorrere dal 1° gennaio 1993 compreso. L’allegato della direttiva 93/7/CEE contiene un elenco delle diverse categorie di beni culturali che si qualificano per la restituzione, elencati in base all’epoca e ad un certo valore o a una soglia finanziaria (ad esempio oggetti archeologici vecchi di più di 100 anni, dipinti eseguiti a mano di più di 50 anni e con un valore di 150 000 EUR). La direttiva prevede meccanismi di cooperazione amministrativa e procedimenti di restituzione intentati contro il possessore ai fini della restituzione di un bene culturale classificato quale “patrimonio nazionale” allorché ha lasciato illecitamente il territorio di uno Stato membro e si trova sul territorio di un altro Stato membro. Alla luce delle relazioni nazionali presentate dagli Stati membri e delle valutazioni preparate dalla Commissione risulta che la direttiva 93/7/CEE è poco usata ed ha un effetto limitato. Pertanto la Commissione ha adottato, il 30 maggio 2013, una proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro [COM (2013) 311 final]. La proposta, che costituisce una rifusione della direttiva 93/7/CEE modificata dalle direttive 96/100/CE e 2001/38/CE, intende consentire agli Stati membri di assicurare il ritorno di qualsiasi bene culturale classificato quale patrimonio nazionale e che sia stato asportato illecitamente dal suo territorio.

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