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Rodolfo Colarizi 3x3,5Quando l’amica e collega Paola Pacifici, alla quale mi legano rapporti di simpatia e stima cementati negli anni, mi ha chiesto il resoconto su una recente conferenza, ho accettato con entusiasmo. L’argomento riguardava “L’incontro più importante della vita”. Non ho avuto esitazioni: quello con Papa Giovanni Paolo II. Infatti quando nell’agosto 1984 il Pontefice venne a Fano, nelle Marche, per conoscere la marineria, rimasi profondamente colpito. Ho osato seguirlo in mare. I pochi metri di distanza mi hanno permesso di osservare le profonde rughe che tagliavano il viso, ma anche la ferrea determinazione e l’innato carisma che trasmetteva. Rimasi rapito dall’atmosfera carica di commozione e decisi di raccontare quelle sensazioni in un articolo corredato di belle fotografie. La settimana seguente ho ricevuto dal Vaticano una telefonata del Cardinale Luigi Poggi: “Il Papa ha letto il suo articolo e vorrebbe conoscerla, insieme  a sua moglie, dopodomani alle sette del mattino in udienza privata”. Scortati da due guardie svizzere, con tanto di elmo e alabarda, alle 6,45’ siamo saliti sullo scalone di S. Damaso fino al terzo piano insieme a due suore brasiliane e un diplomatico austriaco. Il cuore ci batteva  a mille, ci sembrava di essere al centro di una favola: Santa Messa, poi, insieme al segretario particolare Stanislao Dziwisz, ora Arcivescovo di Cracovia, siamo stati ricevuti. Arrivato il nostro turno, eravamo totalmente pietrificati. Poche domande: di dove eravamo, le professioni, la famiglia. Non più di 5-6 minuti. Prima di congedarci con un sorriso mi ha stretto il braccio: “Come mi sono sentito male su quel peschereccio” mi ha sussurrato porgendomi un rosario. Quando euforici abbiamo ripercorso Piazza S. Pietro. il sole era ormai alto. Ci sembrò più caldo perché ci accalorava le gote, ma anche l’approccio alla vita quotidiana ci apparve più gradevole e motivante.

 

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