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Stranieri in Italia

alma-shalabayevaPurtroppo brutta figura in Italia. Il Viminale condannato dalla Cassazione alle spese di giudizio perchè il giudice di pace non può convalidare il trattenimento dell’immigrato ritenuto irregolare nel Cie senza verificare che il provvedimento di espulsione sia  illegittimo. Il caso trattato da Piazza Cavour è quello di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako ed ex banchiere Mukhtar Ablyazov, oppositore del presidente Nursultan Nazarbayev. Da Roma la signora fu messa in fretta e furia su di un volo per il Kazakistan insieme alla figlia Alua di soli sei anni. Deve inoltre ritenersi che lo straniero abbia interesse a ottenere l’annullamento del decreto di convalida, nonostante l’annullamento in autotutela dell’espulsione. E ciò sia per ottenere il risarcimento dei danni sia per poter rientrare e soggiornare liberamente in Italia. È quanto emerge dall’ordinanza 17407/14, pubblicata il 30 luglio dalla sesta sezione civile della Cassazione. È radicalmente nullo il provvedimento di convalida del giudice di pace di Roma, per l’illegittimità dell’atto presupposto. È risultato pienamente valido il passaporto centroafricano della donna mentre il provvedimento è stato adottato in assenza anche di una minima istruttoria. Le particolari modalità del fatto, con l’irruzione notturna delle forze dell’ordine in casa della signora, inducono a ritenere il titolo espulsivo privo delle condizioni di legittimità. Il giudice di pace deve inoltre verificare l’esistenza e l’efficacia del provvedimento espulsivo: è necessario controllare la sussistenza di condizioni di manifesta illegittimità dell’atto perché si tratta di un presupposto indefettibile laddove risulta disposta privazione della libertà personale.

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