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Maria, una grappa come natura vuole

Maria Grappa BioLa prima grappa biologica delle distillerie Poli, rende omaggio a chi ha inventato il… Bagnomaria: Maria la Giudea. Estrarre l’anima della grappa, in modo delicato e semplice.
Se non andiamo a cercare in rete…. sfido molti a conoscere il perché storico del bagnomaria. Io lo chiedevo ogni volta a mia madre, che mi rispondeva con battute scherzose.
Aspettando il prossimo anno, che esca l’espri de Pouillac, alla realizzazione della cuvée ho partecipato anche io, scopriamo un nuovo prodotto delle distillerie Poli.
Un prodotto biologico. Una grappa distillata da vinacce esclusivamente prodotte in agricoltura biologica. Tanta ricerca e tanta voglia di fare cose buone, seguendo la natura, cercando di rispettarla, ma tenendo conto della tradizione, adattata alla modernità. Dopo tutto, conoscere significa anche rispettare il passato, la tradizione. Insomma, più di un valore aggiunto.
Da oltre 100 anni la famiglia Poli distilla solo vinaccia fresca, in modo artigianale, rispettando la natura e il tempo. Da queste basi, oggi, nasce Maria, la grappa che proviene da vinacce fresche, di agricoltura biologica. Un passo in più nel rispetto della terra, e del gusto.
Sono vinacce che provengono da uve Cabernet, Merlot, Amarne, coltivate in Veneto, rispettando il terreno e la vigna.
Ma poli, non si è accontentato di questo.
Infatti, le vinacce della sua Maria devono essere distillata in piccole quantità, un secondo l’antico metodo di distillazione: a Bagnomaria. Metodo ideato dall’alchimista Maria Giudea, considerata dalla tradizione, sorella di Mosè. Insomma, antenati importanti, per questo prodotto trasparente e limpido. Il ciclo di distillazione viene effettuato nell’alambicco di rame, a bagnomaria, e a ciclo discontinuo.
Questo fa si che l’aroma ricordi il mosto, l’erba appena tagliata, i fiori di giacinto. Una delicatezza unica. Al gusto è una grappa calorosa, piena e vigorosa.
Insomma, una grappa che ricordi appieno lo spirito di Maria la Giudea. A 16 anni viene iniziata ai segreti del cosmo, allo studi degli astri, ai cambiamenti della materia; ai segreti delle relazioni tra la materia e l’alambicco.
Anche se è rimproverata dal fratello, perché l’alchimia non è una cosa da donne, lei ama creare una sintonia con la natura, carpendone il buono, senza svilirla. Secondo lei, è solo trasformando prima lo spirito che si può, poi, trasformare la materia. È con questa ispirazione che riesce a creare un nuovo metodo per trasformare la materia. Un nuovo metodo di riscaldamento, che diffonda il calore dolcemente. Come un utero dal tiepido calore che genera la vita: la più meravigliosa creazione della natura.

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