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La Natività a Legogne

NativitàI Re Magi, sono in cammino, seguono la stella cometa che li porterà da Gesù Bambino. Il Presepe è la rappresentazione più intima e umana della nascita del Signore. Il primo presepe è di San Francesco d’Assisi, fuori del convento di Greccio, nel Natale del 1223 con un bue ed un asinello vivi, espressione e ispirazione della predica Natalizia. Da allora la tradizione del presepe di rinnova ogni anno: nelle case, nelle chiese, nelle piazze. Da quest’anno anche a Legogne, un castello di Norcia che plana su un fianco delle montagne, affacciato sui Sibillini, tra silenzio e Natura, possiamo ammirare il presepe ideato dalla scultrice Emma Fausti e Angelo Fagliarone, con la partecipazione di tutti gli abitanti del paese. Emma ha dato vita ad un presepe a Grandezza naturale, e i volti dei personaggi, sono i volti degli abitanti stessi del paese. Come dice la stessa Emma “per fare un presepe vivente eravamo in pochi, per cui ci siamo dovuti riprodurre (o clonare)”. Giorni di lavoro nel suo piccolo studio, dove sembra che la natura entri dentro le vetrate, modelli veri, i paesani che la sostengono sempre attivamente. L’artista poliedrica, tra le molteplici esperienze artistiche, ha collaborato come capo scultore con diverse scenografie italiane per il teatro dell’Opera, realizzando sculture per le maggiori Opere Liriche, anche all’estero. Dalla sua sapienza sul palco, come dalle sue sculture, nasce l’esigenza di realizzare qualcosa per il suo piccolo pese. Così l’idea del presepe, per Celebrare la Natività, e per continuare a dare vita al paese dal quale lei, attinge linfa vitale. È in questo maestoso silenzio, tra la natura maestosa dei Monti Sibillini, che Emma esprime la sua sensibilità di donna-artista. Cerca di rendere meno fragile un paese esposto ai venti di molti cambiamenti, un paese con pochi abitanti, di quelli che resistono all’andarsene, grazie alla tenacia di chi ci vive e ci è radicato da generazioni. Un paese che trasmette al suo popolo il senso di appartenenza, le radici, e anche quel gene un po pazzo, che permette la sopravvivenza tenace contro un mondo in movimento continuo, contro una società che muta costantemente. Una passeggiata che vale la pena fare, per ammirare la natività, per camminare tra un borgo sconosciuto e quasi dimenticato, dove è impossibile perdersi, e facile ritrovare se stessi, e magari, incontrare Emma.

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