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Le donne, i cavalier… e i misteri del Medioevo vivono a Gubbio nell’arte di Mellone

mellone1“Le donne, i Cavalier, l’arme, gli amori, la cortesia”: da questi straordinari versi tratti dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, nasce tutto il nucleo progettuale e il titolo della personale di Antonio Giovanni Mellone, presso il Palazzo del Bargello di Gubbio, a cura di Catia Monacelli ed Elisa Polidori, che sarà inaugurata venerdì 3 luglio. Ma il passato storico dell’artista è fondamentale per comprendere il presente visionario del noto pittore Antonio Giovanni Mellone, leccese di nascita, parmigiano d’adozione e ora toscano convinto. L’artista, giornalista professionista e già art-director del quotidiano Il Giorno, dipinge da sempre e ha all’attivo numerose mostre e numerosi premi. Negli ultimi anni, ha privilegiato le tematiche dei cavalieri e delle donne, illustrati con colori vividi, nelle sue personali al Castello Malaspina di Massa, a Palazzo Giordani di Parma, al Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi, a Villa Cuturi di Marina di Massa e nelle collettive, come a Montecatini, alla Galleria Turelli delle Terme Tettuccio, e a Pietrasanta, alla Galleria Intrecciarte. Nel titolo della mostra eugubina, si racchiude tutta la volontà del progetto espositivo che vi è alle spalle. L’espressionismo moderno, realizzato nelle tele con colori acrilici, secondo la tecnica del pennello a secco, è l’attuale approdo artistico di Mellone. I suoi cavalieri, come “Velvet rider”, sono gli archetipi di un mondo virtuale che collega un passato in cui erano validi i valori condivisi dalla società, la compassione, la lealtà e l’amicizia, che tanto contrastano con il nostro oggi, in cui questi principi, sono messi in un angolo dalle crude necessità della sopravvivenza, cedono il passo al materialismo. Le donne di Mellone, padrone del segno grafico e pittore dai connotati figurativi, sono una parafrasi in chiave moderna, che mette in risalto le problematiche femminili attuali, molte delle quali ben diverse da quelle di un tempo. Una trama espressionista senza tensioni, fatta del piacere di una pittura che affonda le radici nel tempo. Anche la “donna” dell’artista, come i cavalieri e i paesaggi, è intrisa di colore, primitiva, pittorica illusione di un sorso di felicità. La personale di Gubbio si prospetta come un interessante incontro tra le visioni medioevali di Mellone e una città che di quell’epoca ne mantiene intatto il fascino, il mistero, la storia. Il Palazzo del Bargello diviene il simbolo assoluto del passato glorioso della città: perfettamente conservato, è la testimonianza materiale della grandezza di Gubbio in epoca medioevale. In questo contesto, si inseriscono le opere di Mellone che avranno come filo conduttore il mito, le leggende di quell’epoca che tanto interesse ancora oggi desta. Un’interpretazione tutta personale del mito medioevale, esorcizzato attraverso una straordinaria rilettura della storia, che attraverso i colori assoluti dei gialli, dei blu e le pennellate primitive ingabbiate in trame geometriche, portano le dame e i cavalieri al nostro contemporaneo.

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