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Mirabilia Italia! Riflessioni di Pierluigi Monsignori tra l’Umbria ed EXPO 2015

1nGuardo sempre con stupore le meraviglie che mi circondano. E mi chiedo spesso: ma le vedo solo io?

Domanda difficile veramente. Un pò perché ognuno di noi percepisce la realtà a modo suo, con il suo carattere, i suoi sentimenti, le sue contaminazioni dell’educazione familiare e dalla società. Un pò anche perché non ci fermiamo ad osservare. Soprattutto in questi ultimi anni, presi da cellulari telefonini… insomma, le immagini reali, si guardano rimpicciolite nello schermo palmare e sembrano anche vere! Ma sono un’illusione, mediata da riti societari, che le relegano a illusioni di sogni, come quadri nei quali si potrebbe anche vivere. E poi, se consideriamo che il senso dell’olfatto che si sta estinguendo, non c’è neppure bisogno di sentire i profumi che regolano certe circostanze, quelli caratteristici di un luogo, quelli che ti fanno tornare alla mente le sensazioni, i sentimenti, i ricordi. Pensiamo e ri-pensiamo a come elargire l’immagine dell’Italia nel mondo, senza vederla noi stessi! Mediati dalle lusinghe delle pubblicità, preferiamo costruire artifici e sognanti castelli in aria; ma poi, regaliamo tutto quello che ci circonda perché non siamo in grado di vederlo. Noi. Ma altri si. E ne godono! Ma forse è solo un fatto culturale o una ricerca personale. È da riflessioni come queste che è nato 10 anni fa PLASTIC FOOD. Con la volontà di non sprecare e rovinare l’ambiente che ci circonda. E Plastic Food, ancora riesce a stupire e fare riflettere, bambini, genitori, insegnanti. Non ci rendiamo conto di quanta forza ci sia nella verità, nella semplicità di tutto ciò che ci circonda. Un tramonto, lo spazio infinito del cielo colorato di vero! L’infinita teoria di colline e boschi che scivolano verso l’appennino, tra torri e castelli medievali, tra tracce diroccate di una storia antica, presente, visibile, tangibile, la nostra. La semplicità di un campo di grano che cambia sotto il mio sguardo e un ragno che tesse un’infinita tela per catturarmi. Una cena tutta per me, di un lusso unico di vivere tra il campo di grano e le colline e il sole che tramonta solo per me, questa sera; un vino, cose preparate da me, dell’orto, e di un Made in Italy sconvolgente! Cosa si può desiderare se non questo? Io lo vorrei, e me lo regalo.Una semplicità unica, con la musica di sottofondo dei grilli, con le lucciole che arrivano piano piano dopo il tramonto, quasi timide, o ancora assonnate. Ma chissà dove è che dormono. Il profumo del grano, di quello verde, ora di quello maturo. L’odore della terra quando ha piovuto. L’odore della vita, di infinito, di ancestrale. E ti senti quasi toccato dalla semplice Infinità di Dio. Ma la semplicità va di pari passo con la complessità e con l’osservazione. Anche con l’amore. Bisogna essere anche un po predisposti a capire tutto questo. A passarci un po di tempo, a parlarci anche con quel campo, che il prossimo anno non sarà più qua.

Sarà forse l’arte di vivere?

Mah. Non lo so. Ognuno ha la sua… ha il suo mondo, le sue sfide i suoi passatempi. Il suo modo di vivere e vedere la realtà che lo circonda e creare la sua realtà. Io ho lasciato che il mondo mi avvolgesse, fino all’infinito. Fino al sangue, fino al midollo. E ad agosto guarderò cadere le stelle. Sembrerà di essere in un film. Ma è solo una semplicissima realtà, accompagnata dal mio IPad, così posso sapere quali costellazioni mi stanno sopra la testa. A volte è utile. E forse non ci sarebbe bisogno di rincorrere brand, marchi e tutto il resto, perché il Made in Italy, sarebbe talmente vero, autentico ed originale, che basterebbe un soffio, un odore, per evocare il bello, l’unicità. E allora, sarebbe inutile andare a vivere altrove. Basterebbe vivere qui. Ma non solo come un sogno romantico di copertine patinate in fiere internazionali. Vivere qui dovrebbe essere la cosa più bella del mondo, una fortuna. Paesaggi meravigliosi, una vita quasi semplice e a passo d’uomo e di bambini, una vita di valori, dove tutto è a portata di mano, perché tutti desiderano vivere qui. Ed è quello che vorrei lasciare ai miei figli. E non significa non fare altre esperienze, viaggiare, scoprire, sognare. Ma quasi fosse casa tua. Un tornare tra luoghi cari e familiari. Dopo tutto l’Umbria è questo e non ha bisogno di apparire in quello che è. È la sua storia, fatta di gente e di lavoro, fatta di attaccamento alla propria famiglia e desiderio di tramandare i sentimenti e i valori. Valori condivisi E vivere immersi in questo: valori, ambiente, natura, persone, storia e racconti, non è cosa da poco. E allora l’esortazione di Papa Francesco, con la sua enciclica, è sicuramente partita da questa terra meravigliosa, dalla terra di San Francesco, Patrono d’Italia. Terra, ambiente, famiglia, natura, sentimenti e anche sorrisi. Il piacere e la consapevolezza di poter lasciare una speranza al futuro, una speranza che si chiama Umbria. Fatta di una società capace di rispetto e di famiglia. Una società in cui la famiglia sia sempre il mattone fondamentale di quel pesce Cristiano che affonda le radici in una religione che poi è la nostra identità, ma non esclude gli altri. E allora ecco tutta la naturalezza con la quale è nato Contro Corrente. Un viaggio verso il tempo perduto, verso i valori di famiglia, di rispetto, che tutti auspichiamo. Perché, contro corrente non è un andare contro la società, ma un ricercare e vivere i valori reali, condivisi di una realtà a portata di mano, di una società in cui i bambini possono giocare in strada; dove la famiglia è il mattone fondamentale, lo zoccolo duro. Il punto cardine, il riferimento. E allora ecco che con Plastic Food e Contro Corrente, cerco di mettere in evidenza i valori e la meraviglia del nostro paese, che ancora è fatto di valori, di sentimenti autentici, di paesaggi meravigliosi, di storia, arte e di cultura. Di quella cultura che racchiude tutta la storia e le esperienze dell’uomo nel suo territorio. Insomma, in fin dei conti, non riesco ad immaginare i paesi più belli del mondo, comperati da quelli industrializzati. Credo che i conti dovrebbero essere fatti in modo diverso, e dovremmo ricominciare ad appropriarci di quello che è nostro, apprezzarlo e valorizzarlo.

3_n   Umbria

 

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