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I paesaggi del vino! Champagne e Borgogna nella lista del patrimonio dell’Unesco

ChampagneI 21 rappresentanti degli Stati appartenenti alla Convenzione UNESCO per il patrimonio mondiale hanno votato all’unanimità l’iscrizione dei “Coteaux, Maisons et Caves de Champagne” alla Lista del patrimonio mondiale nella categoria “Paesaggio organicamente evoluto”. Nel corso di una conferenza avvenuta a Bonn, nel World Conference Center, il 4 luglio i membri del Comitato ne hanno riconosciuto il Valore Universale Eccezionale e hanno ritenuto soddisfatte le condizioni di tutela e di gestione del Bene candidato all’iscrizione. Migliaia di persone che, all’annuncio, si sono riversate per le strade di Hautvillers, città natale di Dom Pérignon. L’emozione è palpabile tra i rappresentati francesi dell’UNESCO, dei Ministeri della Cultura e dell’Ecologia e della delegazione della Champagne. Insomma, è un sentimento di grande soddisfazione e di gioia condivisa. Il pensiero va immediatamente a tutti coloro che hanno lavorato al progetto, ai partner che hanno sostenuto questa iniziativa un po’ folle e agli abitanti dello Champagne, la cui regione ha appena ottenuto l’ambìto titolo mondiale. L’iscrizione è un riconoscimento, ma anche una responsabilità di fronte alle nazioni, ora, il dovere è quello di tutelare e occuparsi del paesaggio, dei savoir-faire e del patrimonio, al fine di consegnarli integri alle generazioni future. È un appuntamento con la Storia! Entusiasta Pierre Cheval, Presidente dell’Associazione “Paysages du Champagne”, che ha elaborato e guidato il progetto per 8 anni. I “Coteaux, Maisons et Caves de Champagne” non sono un paesaggio viticolo qualunque. Attraverso l’organizzazione dei suoi siti e del lavoro di tanti uomini e donne, testimonia l’ascesa, a partire dal XVIII secolo, di una tecnica di produzione, lavorazione e commercializzazione originale, tuttora attiva, che ha profondamente trasformato il territorio, i paesaggi rurali e urbani, che danno origine al vino di Champagne: un prodotto conosciuto in tutto il mondo, simbolo anche di festa e convivialità, oltre che di storia e di cultura. Un insieme di paesaggi e siti unici, portatori di storia, cultura e savoir-faire, alla base del valore universale eccezionale dei “Coteaux, Maisons et Caves de Champagne”. Un po’ più difficile e tortuosa, è stata la via del riconoscimento alla Borgogna, che alla fine, però, può vantare i suoi 1.247 “Climats”, con nomi evocativi come Montrachet, Romanée-Conti, Clos de Vougeot, Corton, Musigny, Chambertin, annoverati tra i beni Unesco. Grazie a 2.000 anni di storia e civiltà, in cui la creatività, e le necessità dell’uomo, hanno dato vita ad un mosaico di storie e paesaggi, vini e città, che corrono lungo la rout 74, da Dijon a Beaune. Come spiega Aubert de Villaine, presidente dell’Association des Climats du vignoble de Bourgogne, l’iscrizione è il riconoscimento al lavoro di intere generazioni, di monaci cistercensi, duchi di Borgogna, uomini e donne, viticoltori e contadini, che nel corso dei secoli, hanno faticosamente dato forma ai vigneti della Borgogna, in una determinata ricerca dell’eccellenza. È motivo di grande orgoglio che i “Climats de Bourgogne” siano diventati Patrimonio dell’Umanità. Non è la prima volta che l’organizzazione internazionale fa entrare i “paesaggi vinicoli” nella lista del World Heritage Fund: la Francia aveva già ottenuto il titolo per Saint-Emilion e Bordeaux, mentre l’Italia l’aveva conquistato un anno fa per i Paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, prima volta per un territorio del vino italiano. Insomma, per noi, appassionati e curiosi, territori ricchi di fascino enologico, mete ambite e raggiunte, vini che sono sempre una magnifica scoperta, un’esperienza unica, a volte un sogno.

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