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“Se l’eugubino Cante Gabrielli…..”

E così, da un’idea di Anna Buoninsegni e di Mario Monacelli, nasce un appuntamento veramente originale, per ora riservato solo agli istituti superiori.

Unaluna GubbioLa vita sembra essere un “se” continuo, quando ci si sofferma sugli eventi, sulle scelte e anche ad ascoltare gli stessi intimi sentimenti, ed anche la ricerca del proprio “se”. Ma la vita è fatta di eventi che lasciano un segno indelebile, in tutti, e diventano ancora più alti ed importanti, quando toccano personaggi che hanno fatto le fondamenta o il collante della nostra storia patria. Aggettivo in disuso, ma andrebbe rispolverato. Il senso di patria e della storia che le ha dato fondamento storico, valore morale in primo luogo e civile, che ne consegue. Dante Alighieri è stato uno di questi. Personaggio del suo tempo, che non si è lasciato sopraffare dagli eventi, ma li ha criticati, se ne è ribellato, li ha trasportati, in secoli di storia. Un uomo dalla personalità così forte, dai valori così integerrimi, che ha saputo lasciare segno non solo di lui, non solo della sua più alta opera, non solo nei sentimenti dell’amor cortese, ma addirittura nella nostra lingua. Ma, tutto questo, talmente forte nelle coscienze umane, che ancora oggi la lingua non è morta, evoluta, ma non morta; i valori della patria e del senso politico e civile, anche questi, evoluti. E così, da un’idea di Anna Buoninsegni e di Mario Monacelli, nasce un appuntamento veramente originale, per ora riservato solo agli istituti superiori. Ma attuato, grazie alla collaborazione e alla sinergia tra la Biblioteca Comunale, l’associazione “Arte Libro Unaluna” e il “Teatro della Fama”, per le celebrazioni tenute in tutta Italia dei 750 anni della nascita di Dante Alighieri. Si vuole mettere l’attenzione su un aspetto che riguarda la storia e la vita dell’autore, e del poema universalmente noto, La Divina Commedia. La domanda che si fanno i promotori mette il dito in un dubbio storico: “Se l’eugubino Cante Gabrielli non avesse condannato all’esilio Dante Alighieri, il sommo poeta avrebbe scritto la Divina Commedia?”. Attraverso la narrazione, le due voci, quella di Anna Buoninsegni e quella dell’attore Giuliano Traversini, si intrecceranno per raccontare il clima di quegli anni a Firenze, a come si arrivò alle condanne e la dura vita dell’esilio di Dante per 19 anni, 17 dei quali impiegati a scrivere le tre Cantiche dell’Inferno, Purgatorio e Paradiso. La volontà è soprattutto quella di mettere a fuoco la circostanza del processo a Dante e i legami con Gubbio, importanti non solo per la città ma per i riflessi sulla storia della letteratura di tutti i tempi. Ma i legami di Dante Alighieri con Gubbio, sono molto più forti di quello che si pensa. Fu, dunque, Cante Gabrielli di Gubbio, Podestà di Firenze, ad avere la responsabilità nei confronti del mondo di aver emesso, nel 1302, le due condanne che decretarono l’esilio perpetuo, la condanna a morte, la confisca e la distruzione dei beni, del Sommo Poeta e della famiglia Alighieri. Una sorte amara e pesante per un uomo destinato all’eternità grazie alla monumentale opera del suo ingegno, che Boccaccio definì ‘Divina’. Le due condanne, sono riportate nel ‘Libro del Chiodo’ presso all’Archivio di Stato di Firenze. L’accusa è ‘baratteria’, l’attuale corruzione e concussione; secondo molti studiosi, una sorta di macchinazione politica non estranea alle lotte interne di quei tempi. Il racconto, si sviluppa all’interno degli spazzi della Biblioteca Speralliana. E per l’occasione, verrà illustrata l’opera unica al mondo “Divina Commedia” secondo l’artista Cecco Bonanotte, nell’allestimento permanente di “unaluna”, voluto da Alessandro Sartori. Ma gli ideatori, Buoninsegni e Monacelli, sperano proprio di fare diventare il racconto, un vero e proprio testo teatrale, con una drammatizzazione che ricostruisca il ‘processo a Dante’, e che soprattutto sappia mettere in luce i legami con l’attualità della scena italiana.

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