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Rossella Boriosi autrice per caso

Rossella Boriosi, autrice per caso, come ama definirsi: quando tutti dormono, lei scrive.

Copertina-l'ultima-volta-che-ho-avuto-sedici-anniRossella Boriosi, autrice per caso, come ama definirsi: quando tutti dormono, lei scrive. In quell’ora solitaria, dove il tempo diventa sottile e riesce a dilatarsi, per prendere nuove forme e le emozioni, le sensazioni di una giornata fanno eco al proprio essere. Un essere multiforme, fatto di tanto: di donna, mamma, scrittrice; fatto del quotidiano vivere e del divenire della vita; fatto di sogni ed emozioni. Dalla vita di Rossella, nasce il suo romanzo. Anche se l’inizio sembra partire un po allegro, il romanzo non è certo nato per far ridere, ma il lettore si trova assolutamente costretto a riflettere, in più punti e in diverse situazioni, fino ad arrivare a piangere. Un pianto che nasce dalla consapevolezza e dalla malinconia che “quel profumo, quella leggerezza, quelle estati, non tornano più”. Non c’è niente di più struggente, ma anche entusiasmante che trovarsi riflessi nei gesti e negli slanci dei propri figli; ci si trova improvvisamente come in seconda linea”. Ed eccoci qua, tante mamme, come una sola mamma, ad immedesimarsi in Rossella. L’amore delle mamme, è un gioco di sentimenti, di rimandi e di specchi. Un vetro sottile e a volte deformato, attraverso il quale si osserva la realtà dei figli; col fiato sospeso e col cuore colmo di speranze, e forse a volte, anche con un po troppe aspettative. E tornano ricordi, emozioni che si credevano perse, ambizioni, e si fa in modo un po rassegnato il confronto con l’età, il conto degli anni che si osservano dalla prospettiva della consapevolezza, inversamente proporzionale alla spensieratezza e all’esperienza. Ambigua e metafisica, quanto essenziale esperienza, che a volte ci cava via dalle disillusioni, e restare in quel limbo di sana ingenuità senza farsi deformare a volte è impossibile. Come osserva stupita Rossella Boriosi, sembra proprio esserci una grande attenzione verso i primi anni di vita dei figli e nessun aiuto dopo, quando il gioco si fa duro per davvero: quando quelle tenere creaturine a cui abbiamo detto i no che aiutano a crescere, diventano persone diverse da quelle che avevamo immaginato. Persone che non sempre ci piacciono. E le mamme, si trovano a fare i conti con l’Adolescenza dei propri figli. Un’adolescenza, che non cambia nome, ma cambia i fatti: non è la nostra. Eppure l’adolescenza è un’età entusiasmante e terribile allo stesso tempo, sia per chi la vive che per chi, suo malgrado è costretto a conviverci. “L’ultima volta che ho avuto sedici anni, è la storia di un anno scolastico visto con gli occhi di una mamma che affronta la parabola discendente mentre le figlie stravolgono gli equilibri familiari con la loro tonica e scoppiettante giovinezza. Si ride, ma a denti stretti. Ma chi sono gli adolescenti oggi? Una domanda alla quale si risponde difficilmente. “Ho visto mamme fare la fila nei camerini con gli stessi capi che indossavano le figlie, solo di una taglia più grande”. Ecco, sembra che le età siano fluide, si amalgamano. Sembra quasi che l’adolescenza sia uscita da quei confini in cui era anagraficamente relegata. E i ragazzi? Loro ci osservano, ci criticano; ma sanno crescere, apprezzare, fantasticare, amare, ribellarsi, osare, sognare, in questa meravigliosa età di mezzo che è l’adolescenza? Vivere in questa età con quello spirito di magnificenza e del tutto possibile? Hanno sogni di grandi speranze per il loro futuro? Che persone sognano di diventare? A volta sembra che sia avvenuta un osmosi in questa età di mezzo: genitori che vivono sognanti in un contesto adolescenziale; figli già grandi, maturi, consapevoli già di se stessi, senza ancora essere cresciuti.

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