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Premio Casato Prime Donne

Il 18° Premio Casato Prime Donne manda un messaggio forte sul ruolo femminile

casato-prime-donne-a-montalcinoMONTALCINO (SI) – Il 18° Premio Casato Prime Donne manda un messaggio forte sul ruolo femminile nella costruzione del dialogo con il mondo islamico e il rifiuto del terrorismo dice Donatella Cinelli Colombini presidente della giuria presentando Chaimaa Fatihi musulmana di 23 anni che ha avuto il coraggio di dichiarare apertamente il proprio odio per chi uccide in nome della sua stessa fede. Chaimaa è una pacifista che porta il velo come segno di devozione e di cultura, anche se spesso viene attaccata per questa sua scelta. La cerimonia di premiazione avverrà il 18 settembre a Montalcino nel teatro degli Astrusi appena restaurato dall’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Silvio Franceschelli. La giuria composta da Donatella Cinelli Colombini, Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione, ha ancora una volta messo in evidenza chi fa scelte coraggiose e apre alle donne, e riconosce il loro ruolo nella società. Anche Chaimaa ha scritto una dedica che rimarrà al Casato Prime Donne di Montalcino, la prima cantina con un organico di sole donne. Le frasi, in italiano e inglese, delle vincitrici formano un percorso meditativo naturalistico nella campagna che l’Unesco ha iscritto nel patrimonio dell’umanità, ed accompagneranno l’istallazione di arte contemporanea creata da Roberto Turchi.

A tutte le Donne del mondo, che sanno farsi forza e non mollano mai di fronte alle paure, ai pregiudizi, all’odio e alla violenza. Alle madri, alle figlie, alle sorelle, nonne e zie di ogni nazione, fede e pensiero, che non temono l’incontro, la condivisione e la reciproca solidarietà femminile che le caratterizza. Che le Donne possano essere la scintilla del cambiamento del nostro paese, continente, mondo.

La scintilla del cambiamento è quindi basata su una forte spiritualità, che sembra proprio essere forte e fondamentale nelle donne, intrise di sentimenti, di tolleranza e di nostalgia, che possono diventare strumenti decisivi nella lotta al terrorismo. Il Progetto Prime Donne è nato quando Donatella Cinelli Colombini ha lasciato l’azienda di famiglia, fra quelle più antiche e importanti del Brunello, per crearne una che porta il suo nome, nel 1998. Donatella captò da subito il potenziale delle donne, che nel mondo del vino venivano escluse dalle cantine; ma comprese anche la necessità di dimostrare che il grande vino ha bisogno di intelligenza e passione ma non di muscoli. Nasce così la sua cantina, con un organico di sole donne, la prima in Italia che in pochi anni ha raggiunto il successo internazionale. A questo progetto si unì un Brunello selezionato da un panel di assaggiatrici donne che scelgono il vino, le botti e i tagli per produrre un Brunello di “stile femminile”. Ma i vincitori dei premi sono anche giornalisti come Giuseppe Casciaro, Bruno Gambacorta, Filippa Lagerback; diversi anche i premi per le fotografie: Claudio Calvini, Maurizio Rellini, Andrea Rabissi, Samuele Tronchi. Insomma, i progetti della Colombini, insieme al Premio Casato Prime Donne costituiscono testimonianze concrete dell’impegno femminile nel vino e della volontà delle donne di dare un contributo allo sviluppo dei distretti viticoli e alla società.

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