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Gravner: l’ultimo Pinot Grigio

Joško Gravner presenta il Pinot Grigio Riserva 2006.

josko-gravner-nella-sua-cantinaEsiste una linea immaginaria che corre nel confine politico tra Italia e Slovenia, e unisce e lega diverse realtà. Una linea sottile, che non fa parte di nessuna amministrazione, ma è creatrice di identità culturali e vinicole. Sono i vitigni e i vignaioli che qui fanno da strato culturale imprescindibile. E in questa linea sinuosa, è forse proprio Joško Gravner un precursore di ideologie e pratiche sia in vigna che in cantina. Forse l’uomo delle anfore. Ricordo anni fa, molti, quando mi avvicinavo con curiosità al vino, lui era il primo ad usarle. Dire biodinamico per identificare il lavoro di Joško, è sicuramente riduttivo, il suo è: luna, terra, acqua, uomo. Un’insieme alchemmicpo che riesce a dare vita a vini di estrema sensibilità. Vini che si portano dentro tutto il moto ancestrale fatto appunto delle fasi lunari per i lavori, di una terra rinata, incontaminata, e l’uomo che accompagna e custodisce col suo lavoro, non piega la natura, ma riesce a farla crescere. Solo così i vini possono raccontarci della purezza, essere se stessi; che in un mondo di sofisticazioni, non è sempre così facile, ed immediato. E cosa non scontata, è la veridicità della terra, che riacquista il suo stato primordiale fatto di vita! E in un fervore di vita, ecco che Joško Gravner presenta il Pinot Grigio Riserva 2006. Un vino in purezza realizzato in edizione limitata – solo 1500 bottiglie – che chiude un cerchio nella storia di Gravner, e si prepara ad aprirne uno nuovo. Al Pinot Grigio 2006, infatti, seguiranno solo il 2007, 2009 e 2011 perché il vigneto Njiva da cui proviene, è stato espiantato a fine 2011. Una scelta che lascia spazio a un nuovo racconto della storia di Gravner: coltivare solo uve Ribolla e Pignolo. Le uniche uve con cui in futuro verranno prodotti tutti i vini della cantina di Oslavia (Gorizia). La storia dell’azienda è racchiusa in una serie di eventi che si spandono come cerchi nella vita di viticoltori. Tutti eventi importanti e necessari. Dai grandi successi con i vitigni internazionali degli anni ’80 e ’90, fino alla grandinata del ’96, che ha segnato le viti a tal punto da costringerlo a riconsiderare il modo di fare vino. Ora è il momento di un nuovo inizio. I prossimi vini saranno prodotti solo con uve Ribolla e Pignolo. E l’ultimo Pinot Grigio è per molto importante perché scrive il prossimo cerchio. Il Pinot Grigio 2006 viene da una selezione delle migliori uve e ha fermentato in anfore georgiane interrate, con lunga macerazione con lieviti indigeni e senza alcun controllo della temperatura. La svinatura e la torchiatura sono state eseguite in aprile. In seguito il Pinot Grigio è tornato per altri 5 mesi in anfora, per poi affinare 6 anni in grandi botti di Rovere e venire imbottigliato con luna calante nel 2013 senza alcuna chiarifica o filtrazione. Dopo tre anni di ulteriore affinamento in bottiglia è oggi pronto per finire sul mercato. Ma, edizione limitata di sole 1.500 bottiglie.

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