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Costanza Lindi: nuovo respiro per la poesia umbra

Il piacere di scrivere una poesia

costanzaSe c’è qualcosa che ha accomunato gli individui fin dalla più tenera età è aver scoperto – unitamente ad altre facezie degli anni giovanili – il piacere di scrivere una poesia; per quanto improbabili potessero essere i versi, magari “molto ispirati” se non mutuati anche con furbizia da Poeti Alti, tutti coloro che vi ci sono cimentati hanno provato un’intima soddisfazione che, probabilmente, è durata il tempo di una dedica alla fanciulla amata, al proprio cane o ai propri cari.

Il poeta, o vulgo sciocco, Un pitocco non è già” ammoniva il Carducci, ma il concetto è duro da transitare se è vero che la poesia, intristita tra i libri, costretta a memoria nelle aule della scuola, appartiene ( io dico erroneamente) ad un ristretto gruppo di estimatori. Che fra i libri sia il genere meno richiesto è sacrosanto, che pubblicare poesia sia “una perdita” sia per l’autore che spesso e volentieri deve pagare per vedersi riconosciuto i warholiani 15 minuti di celebrità, sia per l’editore “perché la poesia non paga” è altrettanto universalmente riconosciuto. Eppure niente di più che un verso può dare il senso di una esistenza intera, di una vita che vale la pena d’essere vissuta, di una ribellione sociale e civile. Oggi, per fortuna e per volontà di pochi e mai bastevoli coraggiosi, la poesia sembra respirare una nuova aria. Le complessità del vivere, i rumori del mondo hanno ridestato gli animi e, complice anche la rete, poesia e poeti ritrovano il gusto del poetare. Ci saranno sempre poesie e poeti di serie A o B o partecipanti ai campionati d’eccellenza, ma l’animo di uomini e donne sembra essersi sottratto al giogo degli scritti riposti eternamente nel cassetto e dà libero sfogo al proprio sentire fino a quando, come in ogni accadimento la selezione avviene naturalmente. Pur se perseverare non ha mai fatto del male a nessuno. Ed è grazie a giovani editori che credono nel valore della poesia, ed è grazie a giovani appassionati se questa (ri)sorge dal torpore cui è stata a lungo relegata.: “si scopron le tombe/si levano i morti…” . Né poteva essere diversamente se pensiamo che l’Umbria ha dato i natali ad autori quali Sesto Properzio (“Quella terra dell’Umbria più vicina alla pianura che sotto soggiace mi generò fertile di floride contrade“) Jacopone da Todi, la futurista folignate Leandra Angelucci Cominazzini (“Aeropoesia”), il perugino Sandro Penna. Uno di questi personaggi illuminati è la giovane assisiate Costanza Lindi, classe ’88, editor freelance e collaboratrice di alcune case editrici del Centro Italia. Poetessa ella stessa – è giunta alla sua quinta pubblicazione -, organizza seminari di scrittura ed oltre a curare un blog intrigante nella sua titolazione – di cui dirò più avanti – ha dato vita con altri prestigiosi collaboratori, al progetto “Umbria Poesia” che ha visto la luce nel corrente anno. Di che si tratta? L’abbiamo chiesto direttamente a Costanza Lindi: “ Direi che il proposito del progetto di Umbria Poesia vuole (ri)proporre la poesia come arte che sappia parlare ai contemporanei. All’origine di questo nuovo percorso c’è un’idea forte che si vuole porre quale spazio di dialogo, incontro, intrattenimento fra poeti, poesia e pubblico. Si punta alla riscoperta, se di riscoperta si deve parlare, di un’arte che dalla nicchia della diffusione tra specialisti possa farsi portavoce di una comunicazione più ampia, in modo da mettere a frutto la ricchezza del suo linguaggio, riscoprire il valore del letterario, realizzando un circuito di interazione viva che difenda il senso formativo e culturalmente fondante della letteratura. L’aspetto creativo, immaginifico, ma anche di pensiero che ha la letteratura sono spesso adombrati da sistemi mediatici che filtrano le opere in un setaccio di informazioni, per ridurle a una sorta di referto o catalogo. La complessità e la ricchezza, al contrario, si auspica possano risaltare in un incontro diretto, nella disponibilità di un faccia a faccia reale tra autore e lettore.” A riprova della validità del progetto, mensilmente presso “Umbrò” , in via S. Ercolano a Perugia, luogo deputato all’enogastronomia si tengono, grazie al suo responsabile Fabio Castellani, incontri mensili che portano la poesia a confrontarsi con tematiche le più varie; si va da “poesia e donne” a “poesia e Cina”, a “poesia e vino” fino ad esplorarne le origini in “poesia e Grecia”. Incontri che vedono la partecipazione di poeti di levatura nazionale ed internazionale, che non solo leggono  i propri ed altrui componimenti ma si aprono ad un costruttivo dialogo con un pubblico che sempre più numeroso ha risposto al richiamo di un’ arte che, nel rivelare  la sua “totale non – utilità”, mostra invece tutta la sua forza e la necessità della sua vitalità: rispondere – come d’altronde è suo compito dalla notte dei tempi – a tutte le domande che l’universo, incapace di risolvere, nasconde. In fondo la bellezza della poesia sta nella sua capacità di uscire dal bozzolo cui è suo malgrado costretta per divenire farfalla che si posa nei luoghi per taluni impensabili. Essa si manifesta come la Regina MAB  – non  a caso il nome del blog diretto dalla Lindi, il quale vanta diverse collaborazioni( e che conta dal 2012 migliaia di visualizzazioni -, il cui nome viene fatto da Shakespeare in “Romeo and Juliet nel passo di un monologo di Mercuzio, amico di Romeo (I atto, scena IV)”. La fantastica, onirica e surreale “levatrice delle fate”, viene accreditata dalla critica anche sotto le spoglie di Titania ne “Sogno di una notte di mezza estate” sempre del Bardo. Ed è ancora Costanza Lindi a darci ragione della scelta del nome del suo blog, che annovera rubriche dedicate a tutte le arti, dalla letteratura, al cinema alla pittura alla musica: “ Mab è la Regina del piacere personale, di quel piacere che ci permette nell’ombra, di mentire a noi stessi. Ella vive lì, accanto al romanzo che ci attende ogni sera sul comodino, tra i versi del poeta che c’insegue. Ella vive lì dove c’è commozione ed empatia, dove la solitudine non esiste perché c’è qualcuno che ha deciso di scrivere qualcosa per noi, proprio come in un sogno”. “Umbria Poesia” e “Regina Mab” si pongono e propongono, dunque, come due eccellenze del territorio lungo un percorso da percorrere e (ri)scoprire, certi come siamo che mai le strade della poesia, del verseggiare non conosceranno mai fine; nuove generazioni verranno e per nostra fortuna, l’animo dell’uomo continuerà ad imbracciar l’armi con i sentimenti che gli sono più naturali: l’amore, il sogno, la vita e la morte, la gioia e la tristezza. Nuove generazioni verranno e si porranno l’interrogativo dei padri e, forse, incapaci di darsi una risposta o trovar una via alla ricerca, faranno proprio l’invito che R.M. Rilke volgeva ad un giovane poeta che gli chiedeva consiglio: “Guardi dentro di sé. Si interroghi sul motivo che le intima di scrivere; verifichi se esso protenda le radici nel punto più profondo del suo cuore; […]si domandi, nell’ora più quieta della sua notte: devo scrivere? Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice «io devo» questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa necessità.

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