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Emozione Vinitaly

Quando arrivi al Vinitaly sembra che hai davanti tutte le possibilità enologiche del mondo...

I vini che passano per tutte le vie dell’Italia, a quella della seta, percorrono tutto il mondo.

Tanti passi su un tappeto di vini, a spasso per le regioni italiane, percorrendo in un minuto distanze infinite, facendomi avvolgere dalla magnifica presenza di vini poco conosciuti, sconosciuti, oppure da annate che possono anche stupire. Il Vinitaly di quest’anno è stato anticipato come un cammino sulla via della seta. Arrivi e sembra che hai davanti tutte le possibilità enologiche del mondo, sembra regnare una sorta di innato ottimismo, forse dato anche da quella vena un po euforica dell’alcol che leva al vento i profumi di cantine, di regioni; gli odori si mescolano. L’Italia dei mille campanili si frastaglia ancora in miriadi di vigneti e di persone che curano la terra, i vini, e si presentano senza bisogno di mistificazioni. La vetrina Vinitaly è meravigliosa, a volte sembra di essere per davvero nel paese dei balocchi. Ma quello che più conta sono le persone. Sono i vignaioli i veri protagonisti del mondo del vino. Anche loro sono cresciuti e hanno attraversato la storia d’Italia trovandosi catapultati in un mondo in cui spesso è il mercato a fare il prodotto. Ma poi, non sempre è così. Il vino lo fa il vignaiolo, è lui che ha cura della terra, che ha cura dei nostri sorsi. Tanti passi, tanti sorsi; qui il tempo scorre in modo strano, diverso, sembra veramente essere nella possibilità della matematica e della fisica quantica, ed io non riesco mai ad essere delusa del tutto. Forse non mi aspetto mai niente, o forse cerco sempre di valutare i vini per quello che sono;  poi le disattese vanno valutate anche in ambiti diversi. Il fattore umano non va sottovalutato. Anche se l’economia mondiale ha altri punti di vista e altre prospettive, il vino riesce ancora a trasmettere i valori morali che sono nella persona, prima di tutto e sopra ogni cosa: prospettive, emozioni, punti di vista, tenacia, ma anche tecnica. Quello in cui Vinitaly riesce sempre è l’emozione di poter conoscere vini, ritrovarli, valutarli, potersi spostare tra le cantine con disinvoltura e percorrere le distanze a volte infinite tra una regione ed un’altra in poco tempo. Per me è sempre emozionante poter essere a Vinitaly. In un certo senso ci sono cresciuta. Da quando ero ragazza e assaggiavo i primi sorsi in modo inconsapevole e curioso e non sapevo dove andare, ad oggi, che so dove andare ma che poi, mi ritrovo sempre in altri posti. Anche quest’anno, il mio carnet di appunti… è rimasto all’abbozzo della lista iniziale. Dopo di che tante sorprese piacevolissime. Amici e inviti inaspettati, come quelli del Gambero Rosso. Per me Vinitaly finisce sempre troppo presto: ho il passo lento del degustatore (temine che non voglio usare in modo improprio) curioso, e non riesco mai a fare tutto quello che vorrei. Ma va bene così, resta quel pizzico di emozione per il prossimo anno, che si chiama attesa.

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