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Assonanze allo specchio

La Praga magica di Jiří Kolář raccontata da Francesco M. Cataluccio.

La Galleria Melesi ospita la mostra “Assonanze allo specchio”, a cura di Giovanna Canzi, dedicata a due artisti Jiří Kolář (Protivín, 1914 – Praga, 2002) e Alberto Casiraghy (Osnago, 1952) che, se pur distanti temporalmente e geograficamente, hanno dato vita a un repertorio poetico e artistico ricco di assonanze e rime interne.

imageLECCO – Le loro opere che siano aforismi, poesie, sculture, disegni, collage – sono attraversate da un comune spirito giocoso, un’ironia lieve, uno sguardo che sa prendersi cura dei dintorni (“Qui ci sono luoghi con dintorni in quantità” scriveva Wisława Szymborska) lasciando agli altri il culto di ciò che sta al centro.
Le loro mani industriose hanno salvato dall’oblio oggetti umili (bottoni, conchiglie, cucchiaini di legno) donando loro il privilegio di entrare in un’opera d’arte. Figure a più contorni, individui multiformi e fantasiosi sperimentatori Jiří Kolář e Alberto Casiraghy condividono l’amore per la carta, il trasporto per la musica, la passione per le lettere dell’alfabeto, la mitezza di cuore, un temperamento in bilico fra equilibrismo e intransigenza, fra concentrazione e grande dissipazione.
Due nature così affini, nel carattere e negli intenti prima ancora che nei risultati, da invitare a proporre un confronto.
La mostra, curata da Giovanna Canzi, presenta 20 opere di Jiří Kolář, artista boemo, unico a condividere con Pablo Picasso l’onore di tre retrospettive al Guggenheim Museum di New York mentre era ancora in vita.
La Galleria Melesi, che custodisce l’archivio di Kolář, espone 6 opere poema del maestro del collage come “La lettera di un funambolo” (1973, poema a nodi, 53×40 cm), il “Collezionista di sigilli” (1973, poema a ceralacche, cm 53×40), “Poema tagliente” (1970, poema a lame di rasoio, cm 53×40).
Accanto a queste, 10 piccoli lavori realizzati fra il 1969 e il 1995 con le tecniche più diverse (froissages, intercalages, collage peforés…). L’artista ha, infatti, trattato il collage come una scienza, elencando 108 tecniche nel suo “Dizionario dei metodi” alcune inventate da lui come ad esempio i collage tattili e narrativi. In esposizione anche oggetti, quelle “cose” che Kolář ha strappato alla morsa del destino facendole approdare al mondo dell’unicità tipico delle opere d’arte.
In stretto dialogo con l’arsenale fantasioso di Kolář, 30 disegni inediti di Alberto Casiraghy, poeta, ex liutaio, violinista, editore fantasioso che “in un pomeriggio ventoso” diede vita alla Pulcino Elefante Editore. Una casa editrice che ha sede in quel “manicomio privato” – così lo chiamò Alda Merini – che è la sua abitazione di Osnago. Una Wunderkammer dadaista (anche Duchamp si divertirebbe di fronte a questo spettacolo) che ospita la gigantesca Super Audax Nebiolo con cui Casiraghy stampa i suoi librini d’artista.
Un luogo dove Casiraghy, con lo stupore di un bambino che non smette di provare meraviglia di fronte al mistero del gesto creativo, compone, disegna, ascolta Malher e accudisce le sue galline. In mostra i nuovi lavori realizzati da Casiraghy in omaggio a Kolář (tecnica mista, collage su cartoncino), alcuni dei preziosi pulcini – piccole opere d’arte che in sole quattro pagine svelano la profondità di aforismi corredati di incisioni o acquerelli – e alcuni oggetti che popolano il suo mondo onirico.
Accanto a un confronto visivo ed emozionale, la Galleria Melesi propone di riflettere anche sulle espressioni letterarie dei due artisti-poeti.
Sabato 13 aprile, alle ore 18.00, Francesco M. Cataluccio, saggista, scrittore, esperto di Letteratura mitteleuropea, curatore delle opere di Witold Gombrowicz e Bruno Schulz, racconterà la Praga magica e incantata di Jiří Kolář.
Presente Alberto Casiraghy e Giovanna Canzi.

Gli artisti:
Jiří Kolář
Nato nel 1914 a Protivín, in Boemia, a sedici anni Kolář scopre l’edizione ceca di Les mots en liberté futuristes di Filippo Tommaso Marinetti che lo conduce nel mondo della poesia moderna, fondamentale per la sua futura ricerca artistica. Grazie all’incontro con il Surrealismo inizia a lavorare con la tecnica del collage. Nel 1937 espone per la prima volta al Mozarteum di Praga; nel 1941, durante l’occupazione tedesca, esce la sua prima raccolta di poesie e l’anno seguente fonda il “Gruppo 42”; tra il 1946 e il 1948 compie alcuni viaggi a Parigi, in Germania e in Gran Bretagna e qualche anno dopo esce Il Fegato di Prometeo (1952) nel quale, unendo le immagini alla poesia e alla prosa, denuncia la drammatica situazione cecoslovacca dopo l’avvento del regime comunista. Verso la fine degli anni Sessanta espone in Germania e in Brasile dove nel 1969 è premiato alla X Biennale di San Paolo. Nel 1991 riceve il Premio Seifert e viene nominato cittadino onorario di Praga, dove muore nell’agosto del 2002.

Alberto Casiraghi
In arte Casiraghy (“per un piccolo vezzo”, ama dire lui), nasce Osnago nel 1952. È poeta, pensatore, pittore, ex liutaio, violinista e fondatore della casa editrice Pulcinoelefante.
Ha pubblicato moltissimi libri fa cui: Aforismi per bambine inquiete, disegni di Igor Ravel (La vita felice, 1997), L’anima e la foglia, presentazione di Giuseppe Pontiggia, (Frassinelli, 2003), Gli occhi non sanno tacere; aforismi per vivere meglio, con un testo di Sebastiano Vassalli e illustrazioni dell’autore (Interlinea, 2010), Squittìi, 77 aforismi quieti e inquieti (A.G. Bellavite, 2012). Nel 2016, Silvio Soldini gli ha dedicato il documentario “Il fiume ha sempre ragione”.

 

FONTE: Francesco Gattuso PRESS & PARTNERS

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