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Vendita e richiesta di avorio in calo, effetto bando cinese

Una volta il più grande mercato di avorio al mondo, ora modello di tutela della natura

ROMA –  A poco più di un anno dallo stop al commercio di avorio deciso dalla Cina, gli effetti iniziano a farsi vedere: in quello che una volta era il più grande mercato mondiale, vendite e domanda di avorio si sono drasticamente ridotte, con il plauso di organizzazioni internazionali e ambientalisti. Per Sun Quanhui della World Animal Protection, un’organizzazione delle Nazioni Unite, “nella protezione della fauna selvatica la Cina ha dato un esempio al mondo intero”.

Nel 2018 le dogane cinesi hanno sequestrato 25.671 specie in via di estinzione e prodotti derivati, tra cui articoli in avorio per un totale di 800 chili. E ancora: secondo un rapporto pubblicato da
Traffic e Wwf, a settembre 2018 solo il 12% degli intervistati ha dichiarato di aver acquistato avorio negli ultimi 6 mesi rispetto al 26% del 2017, cioè prima del divieto cinese, con un calo del 54%.

Per continuare a sensibilizzare i consumatori, il mese scorso la Cina ha stretto una partnership con WildAid e Wwf per l’avvio di una serie di campagne non solo per informare i turisti che l’acquisto di prodotti avorio sta portando alcune specie all’estinzione, ma anche che il contrabbando di avorio può essere punito con l’ergastolo.

FONTE: (Adnk/AdnKronos Salute)

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