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“Nuove” e “vecchie” camelie, protagoniste in giardino a Villa Carlotta

Sabato 6 e domenica 7 aprile rassegna “Camelie sul Lario” con un laboratorio di bio cosmesi abbinato alla visita alle collezioni botaniche.

Un nuovo impianto con camelie della storia d’Italia nel giardino di Villa Carlotta

Villa CarlottaTREMEZZINA (CO) – Dopo la pausa invernale il giardino si anima grazie alla fioritura delle camelie che da sempre colorano il giardino all’italiana di Villa Carlotta. Quest’anno ci sarà una novità perché talvolta succede qualche imprevisto e quindi si deve correre ai ripari. Non sempre però una situazione negativa resta tale, a volte diventa opportunità: lo scorso autunno si è assistito alla caduta di un grande tiglio, abbattuto dai forti venti di fine ottobre, quelli che tanti danni hanno fatto alle foreste dell’Italia del nord. Cadendo, il tiglio ha compromesso una siepe di lauroceraso che si trova nel retro del museo, da qui l’opportunità di riqualificare questa piccola porzione di giardino con l’inserimento in questa aiuola, al posto del lauroceraso e dell’Aucuba japonica, di una serie di esemplari di camelia, che si raccordino, come essenza, con i sieponi di camelie che popolano l’area retrostante la Villa.
Per individuare le cultivar da inserire Villa Carlotta si è affidata all’esperienza della Società Italiana della Camelia, nella persona del Dott. Andrea Corneo, che ha indicato le varietà più pertinenti con il contesto delicato nel quale si andava ad intervenire e che corrispondessero ad esemplari reperibili in vivai specializzati. La scelta si è indirizzata alle cultivar dedicate agli anni del Risorgimento: la motivazione è legata al fatto che nel parco sono già presenti diversi esemplari di Cultivar che testimoniano la passione per le camelie che raccontano, proprio attraverso i loro nomi, un ritaglio patriottico della storia d’Italia.
Una scelta che è in linea con la mission dell’Ente Villa Carlotta che dal 1927 ha il dovere di conservare e valorizzare il patrimonio botanico e artistico affinché tutti ne possano beneficiare. Giovani piante di Camellia che si dovranno acclimatare nel luogo dove verranno messe a dimora e che col tempo cresceranno mantenendo l’anima di un parco, fatto di bellezza, di storia e di passioni come quelle che hanno contribuito a costruire l’Italia di cui tutti si è cittadini.
Torniamo alle origini. La camelia fu introdotta in Italia alla fine del ‘700: probabilmente la prima giunta nel nostro paese è quella messa a dimora nel giardino inglese della Reggia di Caserta dal giardiniere Graefer.
La passione per questo genere e per le specie da cui derivano le moderne cultivar fu alimentata dagli scritti dell’abate Antonio Berlese, che nacque in Veneto ma visse a Parigi, dove divenne uno dei più importanti botanici dell’epoca. A lui si deve un’importante monografia relativa al genere e l’informazione che tutte le cultivar europee di camelia furono ottenute dall’unica camelia messa a dimora a Caserta.
Con l’avvento del XIX secolo la coltivazione della camelia diventa una moda, tanto da portarci a definire questa passione “Cameliomania”. I centri di produzione di camelie furono Firenze e la Lucchesia, per la Toscana, e Milano e Brescia per la Lombardia, oltre a Genova: si tratta di luoghi situati in aree geografiche il cui clima ha caratteristiche favorevoli alla produzione di queste piante.
I costitutori di nuove camelie operarono attivamente per ottenere nuove varietà e gestirono vivai molto produttivi (si dice, ad esempio, che a Milano nel giardino del dott. Luigi Sacco, pioniere della vaccinazione anti-vaiolosa – fossero coltivate 12.000 piante). Probabilmente intercorsero fra questi appassionati botanici rapporti di competizione, ma sicuramente vi furono occasioni di collaborazione e scambio culturale.
Come già sopra accennato è curiosa la scelta dei nomi da attribuire alle varietà che man mano venivano create: ad alcune furono riservate denominazioni ‘poetiche’ (‘Il Gioiello’, ‘Il Tramonto’. ‘Il Cigno’…), altre invece ci ricordano illustri membri dell’aristocrazia italiana (‘Paolina Maggi’, ‘Principessa Clotilde’, ‘Contessa Belgioioso Nova’), e diverse, ancora, portano il nome di eventi e personaggi storici: ‘Conte Cavour’, ‘Garibaldi’, ‘Pio IX’, ‘Il 22 marzo 1848’ e così via. Ve ne sono alcune che, con il loro nome, ricordano l’entusiasmo che unì i patrioti ai quali dobbiamo l’Unità d’Italia: è il caso della ‘Roma risorta’ o della ‘Italia Unita’.

Le nuove camelie di Villa Carlotta
Questi i nomi e alcune informazioni su alcune delle cultivar che verranno introdotte nei primi mesi dell’anno.
Camellia japonica ‘Arciduca Ferdinando’
Costituita a Firenze da Carlo Luzzatti, il suo fiore è embricato (ovvero con elementi parzialmente sovrapposti), perfetto, doppio, petali di colore rosso-rosa striati di bianco e a volte disposti a spirale.
Camellia japonica ‘Oscar Borrini’
Ottenuta a Firenze da Angelo Borrini; fiore bianco, doppio, molto grande, striato di rosa e rosso.
Camellia japonica ‘Vittorio Emanuele II’
Cultivar prodotta a Brescia da Madoni, fiore grande, delicato, rosa chiaro striato, peoniforme, a volte embricato.
Camellia japonica ‘Goffredo Odero’
Prodotta in Italia da Goffredo Odero, a Firenze. Sul bollettino del 1877 della Società Toscana di Orticoltura ne viene descritta una pianta con una trentina di fiori nessuno dei quali è uguale all’altro. In alcuni casi sono bianchi striati di rosso carminio oppure rossi o rosa pallido con macchie e strisce rosa, in altri casi interamente rosa chiaro all’esterno e più scuro al centro dei fiori.
L’appuntamento per scoprire le “nuove” e le “vecchie” camelie è per il 6 e 7 aprile con “Camelie sul Lario”, rassegna che da anni coinvolge Villa Carlotta e altre dimore del centro lago tra cui Villa Melzi, Villa Monastero e Palazzo Gallio.
Entrambe le date prevedono un laboratorio di bio cosmesi abbinato alla visita alle collezioni botaniche. Con ingredienti semplici presenti nelle nostre cucine e con alcuni elementi che la natura ci offre si possono realizzare prodotti di bellezza tra cui maschere viso, dentifrici, decotti e molto altro. Le camelie quindi non sono solo storia ma anche legate al nostro vivere quotidiano. Nello specifico l’olio che si ricava dalla spremitura dei semi di Camelia Japonica ha un uso tradizionale come protettivo, per mantenere la salute della pelle e dei capelli e come emolliente. La pelle, l’organo più esteso e che ha la maggior intensità di scambio di sostanze e calore con l’ambiente esterno e di cui dobbiamo prenderci cura con prodotti rispettosi della sua fisiologia.

Due appuntamenti: alle ore 10.30 e alle ore 14.30
Sabato 6 aprile sarà possibile godere di un momento unico con una gita in battello organizzata tra Villa Carlotta (Tremezzina) e Villa Melzi a Bellagio. Prenotazione obbligatoria, posti limitati.

Info e prezzi: eventi@villacarlotta.it | per le prenotazioni  www.villacarlotta.it

Extra moenia
Società Italiana della Camelia: primo appuntamento a Villa Anelli (Lago Maggiore) il 30 e 31 marzo
Visite guidate al giardino delle camelie di Villa Anelli
Orari: Visite guidate sabato ore 14,30 e domenica 11,00
Programma: Visite guidate al giardino e laboratorio di pittura su uova  e dimostrazioni pratiche sulla pratica della margotta.

Villa Carlotta, museo e giardino botanico a Tremezzina (Lago di Como)
Oltre trecento anni di grande collezionismo connotano la storia di Villa Carlotta, dove l’arte dialoga con la natura in un contesto paesaggistico di grande fascino. Affacciata sulle rive del Lago di Como la Villa venne edificata alla fine del Seicento dai marchesi Clerici di Milano. Nel 1801 la proprietà passò a Giovanni Battista Sommariva, un grande collezionista di opere d’arte, in particolare di scultura, che acquistò una serie di capolavori dei maggiori artisti della sua epoca, trai quali Antonio Canova, Berthel Thorvaldsen e Francesco Hayez.
Nel 1843 la villa fu venduta dagli eredi Sommariva alla principessa Marianna di Prussia che, nel 1850, donò la dimora alla figlia Carlotta in occasione delle sue nozze con il duca Giorgio II di Sassonia-Meiningen. Nonostante la precoce scomparsa della principessa Carlotta nel 1855, Giorgio II continuò a frequentare la dimora sul Lago di Como arricchendo il parco di numerose essenze botaniche rare che si possono ammirare ancora oggi. Nel corso della Prima Guerra Mondiale la villa venne confiscata dallo Stato italiano e affidata in gestione all’Ente Villa Carlotta, istituito con Regio Decreto nel 1927.
Villa Carlotta non è solo arte ma è anche un luogo dove è possibile trascorrere una giornata immersi nella natura. Il suo parco (circa otto ettari visitabili) è luogo di grande fascino, non solo per la posizione panoramica particolarmente felice, ma anche per l’armonica convivenza di stili, la ricchezza di essenze, le suggestioni letterarie che ne fanno una meta imperdibile per chi giunge sul Lago di Como.
Dell’età seicentesca resta l’ampio giardino all’italiana con alte siepi a taglio geometrico, parapetti a balaustrate, statue e giochi d’acqua; del periodo romantico è ancora percepibile la struttura del giardino all’inglese, ricco di alberi pregiati di proporzioni eccezionali e di scorci di grande suggestione; alla fine del XIX secolo risale invece la grande architettura vegetale delle imponenti masse di rododendri, azalee e di specie rare, che fanno del parco di Villa Carlotta un vero e proprio giardino botanico.
Apertura stagione 2019: 22 marzo – 3 novembre

Orari e prezzi
http://www.villacarlotta.it/page.php?pag_id=14&sez_id=12&lang_id=1

FONTE: ElleciStudio (Denise Peduzzi)

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