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A passo di Vinitaly, giorno secondo

Anche questa mattina, sveglia all'alba, si fa per dire. Direzione Vinitaly! Sembra sempre di non arrivare mai!

Vinitaly 2019VERONA – Va bene, in macchina pianifichiamo le regioni da attraversare. Non capisco perché ogni volta succede che iniziamo con tanti buoni propositi, ma poi il percorso ci porta altrove.
Padiglione Abruzzo, per iniziare, regione del Trebbiano e del Montepulciano; sono due vitigni che mi interessano, i vini che ancora sanno raccontarmi la genuinità pur nella loro nuova complessità, tra produttori che invece di scappare o tramutarsi ai vitigni internazionali, hanno preferito concentrarsi sulle radici dei loro vigneti, cercando nuove espressioni, e uno slancio gustativo diverso lavorando col sentimento della tecnica, delle scelte di stile, delle prove continue, cercando di raccogliere i frutti non solo dal vigneto, ma dalla terra stessa che intimamente desidera la sua presenza e il suo rispetto, in una parola sola anche qui parliamo di Terroir. E allora ecco che il Trebbiano e il Montepulciano hanno saputo mantenere l’identità di territorio e la tenacia della tradizione.
E la prima Tappa la facciamo da Emidio Pepe. Passiamo da Masciarelli; lo so, lo so, a volte cito nomi importanti e non vi accompagno alla ricerca di piccole cantine, di nuovi vignaioli, o giovani produttori che stanno facendo grandi percorsi.
Vi prometto che penserò anche a loro.
Una cantina che non conoscevo è San Lorenzo, giuro, siamo andati a naso.
Oscilliamo tra le colline Teramane, Chieti e Pescara, così, in ordine sparso.
Poi cerchiamo Chiusa grande tra i vini Biologici, loro vinificano ancora in una vasca di pietra, recuperando un’antica tradizione.
Ci spostiamo, ora sono io che voglio andare in Sicilia. E non accetto compromessi. La zona che voglio visitare è quella dell’Etna, per me è Rosso, con profumi fini ed eleganti, ma di spessore e presenza, insomma, sanno mediare il loro territorio. Avevo trascurato un po i bianchi, oggi no. Sono due anime di uno stesso vulcano, raccontate dalla volontà dei produttori di metterci la loro personalità, di saper rispettare il territorio, non facile e di raccontare le loro storie. Bene, ci riescono proprio. Ma questo lo sapevo già. In tante espressioni, nelle diverse altitudini ed esposizioni, l’impronta a fuoco dell’Etna la senti, la riconosci. Ecco, mi sono innamorata, se prima era un’infatuazione ora è certezza. I vini che adoro sono quelli di Benanti. Un bel giro questo, una bella opportunità di assaggiare i prodotti di diverse cantine.
Navighiamo verso la Sardegna, regione prediletta di Fabrizio solo per il vino, secondo me, anche per le spiagge.
Mi parla di vitigni autoctoni e di potenza alcolica mediata dal tempo ed integrata nel vino, io lo ascolto, intanto assaggio. Argiolas, Santadi sono le tappe d’obbligo, ognuno ha le sue fisse nella vita.
Passiamo a salutare un amico, cambiamo ragione ancora, il Friuli e ci fermiamo un po da Rodaro.
In Trentino nella Tenuta San Leonardo.
Il pomeriggio lo trascorriamo tra i Riesling, i Sauvignon e i Pinot Noir del Trentino Alto Adige, si, va bene, assaggiamo anche alcuni Chardonnay. Andiamo anche da Franz Hass e ci perdiamo tra alcuni masi e Abbazie.
Concludiamo la giornata passando per le Marche. Del Verdicchio mi piace attraversare le zone partendo da Matelica per poi costeggiare il Fiume Esino, fino ai Castelli di Jesi. Tra mare e monti, anche qui c’è da perdersi! E come disse Leopardi, sempre per restare in tema culturale vista la ricorrenza della poesia L’Infinito “…il naufragar m’è dolce in questo mar”.

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