Lavorare o frequentare uno studio comporta, inevitabilmente, di sporcarsi con innumerevoli materiali; viverci significa contaminare il lavoro con il proprio quotidiano”, afferma lāartista. In questa sintesi della realtĆ possiamo trovare una matrice per la lettura delle opere di Aschi, la cui ricerca ĆØ di rendere oggettivi dei punti di vista soggettivi. Osservare la propria quotidianitĆ nella sua normalitĆ forse improvvisamente anomala di alcuni oggetti, diventa un gioco dellāartista. Ed ecco che calzini, pentole, tazze di caffĆØ diventano pretesti per raccontare altro, dove la luce che tocca la forma diviene pittura. Incubi domestici.
Valerio Aschi nasce a Roma i primi di marzo del 1972, si diploma in sessione accademica al IIIĀ° Liceo Artistico Statale e in pittura all’Accademia di Belle Arti sempre di Roma dove vive e lavora. Fra le principali mostre si ricordano: nel 1996 nel nuovo Teatro degli Artisti di Simone Carella nel 1998 presso la galleria Lāariete di Roma, nel 2004 e nel 2006 ‘Out Art’ a in Via Appia Antica e alla Villa dei Quintili sempre sullāAppia antica, nel 2007 la personale ‘Impossibile non calpestare’ presso la galleria Punctum di Roma, nel 2008 per la UniversitĆ di Roma Tor Vergata ‘Mandala Condiviso’ su progetto di R. Mambor, a Legnago, Presso la Galleria Ferrarin la collettiva ‘Carla Accardi e gli amici’, 2011 ‘Sinergie’ Domus Romana Eventi, Roma.
FONTE: AdnKronos