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Buon compleanno Bianchello del Metauro

I 50 anni del consorzio del vino marchigiano ricco di storia.

Bianchello del MetauroLa storia del Bianchello del Metuaro si fa risalire già alla seconda Guerra Punica, quando l’esercito romano sconfigge Annibale nella battaglia del Metauro, dato che i celti assoldati dal condottiero si ubriacarono con il vino della zona.
Il nuovo stemma del consorzio ripercorre la storia di più di duemila anni.
La notorietà del vino è salita alla ribalta in questi ultimi decenni. Per molto tempo questo vino bianco, fu vino di casa, venduto sfuso; la prima bottiglia risale al 1970, grazie all’architetto fiorentino Guglielmo Anzillotti, che fu anche fondatore e presidente del Consorzio del Chianti Classico.
Restò comunque per molto tempo un vino di massa, prodotto dalle 3 cooperative del territorio.
La storia recente, questa degli ultimi 15 anni vede la riscoperta del vitigno vinificato quasi in purezza. Il Bincame è il vitigno classico, utilizzato per il 95%, alla Malvasia Bianca viene lasciata una parte piccolissima, del 5%, che apporta maggiori sensazioni olfattive, senza però stravolgerne le caratteristiche peculiari.
Insomma, un vitigno antico, vinificato in veste moderna, con un legame profondo sia col territorio che con la storia, e con le persone.
Innovativa è la vinificazione del vitigno in veste Passita; che vede il realizzarsi di un’idea importante, simile al Vinsanto.
Il Biancame è figlio del suo territorio territorio. È lui a dare la prima impronta ai vitigni delle colline sotto Urbino, che corrono lungo il filo della valle del Metauro che nasce dai fiumi Meta e Lauro; fino a raggiungere Fano, con vigneti che si cullano del mare.
Un paesaggio ed una geografia ben variegata che fa da zoccolo duro alle idee di vinificazione dei produttori, che portano avanti una loro personale idea di produzione, seguendo diversi stili e tecnologie, dalle più tradizionali, a quelle su generis, come la produzione di un metodo classico, nel 2009, che riesce a trasmettere la tipicità.
Il vitigno è scontruoso, e forse anche poco espressivo, io dico delicato, va scoperto. Regala vini con un bouquet floreale e fruttato, fresco e piacevolmente minerale, fino ad arrivare a vini che regalano una piacevole nota di iodio, in quei vitigni che si affacciano sul mare. A volte si è dimostrato anche straordinariamente longevo. Insomma un vino tutto da scoprire con le sue diverse sfumature che si susseguono dalle colline al mare.
Il Bianchello ha saputo legare le persone al territorio e diventare protagonista.
Grazie a Sara Bracci, nasce nel 2013 la “Staffetta del Bianchello”. Dalla sua tesi di master “Enogastronimia e Ospitalità” presso l’Università di Bologna. Nasce così un nuovo modo di conoscere il territorio passeggiando tra i vigneti, di cantina in cantina si passa il testimone, che è la bottiglia di Bianchello. Vengono organizzati non solo momenti conviviali, ma soprattutto culturali, come le presentazioni di libri, o di artisti. Insomma, non solo degustazioni o verticali di vini del territorio. Questo nuovo modo di vivere il territorio ha avuto un ottimo successo, e vede di volta in volta la partecipazione di numerose persone tra vigne e cantine.
Il vino viene valorizzato legandolo alla storia del territorio, rivivendo e ripercorrendo anche le mese storiche ed entrando come ospiti nei musei. Ecco che nasce “Il senso della Misura. Il lascito di Piero della Francesca e la proporzione nel vino”. In collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche, il critico d’arte e sommelier Armando castagno ci guida nell’affascinante mondo del Rinascimento, attraverso i quadri e le opere del museo, fino ad una degustazione nel giardino pensile, dove sono presenti i 26 produttori che partecipano alla staffetta del Bianchello.
I progetti e i sogni di Sara, continuano anche dopo la sua prematura scomparsa, attraverso l’associazione “camminando sui tuoi passi”, che ora vuole portare avanti i sentimenti di legame al suo territorio, a questo vino, e soprattutto al futuro.
Nascono così anche nuovi progetti e borse di studio che vanno a valorizzare queste terre sotto tutti i suoi fattori: storico, culturale, geografico ed enogastronomico; ma in modo particolare si vuole lasciare in mano ai giovani il loro futuro.

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