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I diversi volti di Venezia al cinema

Domani, domenica 5 maggio, dopo il passaggio al cinema nel febbraio scorso, gli spettatori potranno assistere a "Tintoretto. Un ribelle a Venezia", un docu-film che andrĆ  in onda su Sky Arte alle ore 13.15.

Tanti sono i film dedicati o girati a Venezia nel corso di molti decenni. Pellicole italiane o straniere. Generi che spaziano dalla commedia al drammatico.

I diversi volti di Venezia...Ogni anno circa diciotto milioni di visitatori invadono Venezia; circa cinquantamila persone al giorno, di media, che si riversano tra calli e campielli portando con sĆ© un’idea della cittĆ , un’aspettativa. Chiunque approdi in laguna ha giĆ  intravisto il suo chiaro di luna nelle trame narrative di un classico della letteratura o (in maniera ancor piĆ¹ realistica, in quanto visiva) tra i fotogrammi di un film; ĆØ giĆ  rimasto stregato davanti ad una veduta di Canaletto nell’osservare il meraviglioso e delicato equilibrio frutto dell’incontro tra mare, cielo, terra ed arte. Il contributo piĆ¹ importante nella costruzione dell’immaginario di Venezia lo apporta il cinema, con il suo linguaggio universale ed il suo grande potenziale immaginifico. Nella storia della settima arte piĆ¹ di mille pellicole, tra documentari e film di finzione, sono state ambientate in laguna: dai film commerciali del genere cappa e spada ai capolavori di Visconti, Losey o Reitz; dai richiami alla tradizione antimitica della storia della Serenissima alle visioni poetiche e fiabesche di Soldini e Iosseliani, fino al giallo ed al noir (soprattutto a partire dagli anni Settanta) ed a tanto altro ancora.
Solo per fare alcuni esempi, tra le oltre duecento pellicole ambientate a Venezia (peraltro, cittĆ  sede della Mostra Internazionale del Cinema, vale a dire del secondo piĆ¹ prestigioso festival mondiale, dopo Cannes), possiamo ricordare, notando la straordinaria eterogeneitĆ  di generi cinematografici attraversati, in rigoroso ordine cronologico: Canal GrandeĀ diĀ Andrea Di Robi-lantĀ (1943), OtelloĀ diĀ Orson WellesĀ (1952), SensoĀ diĀ Luchino ViscontiĀ (1954), Venezia, la luna e tuĀ diĀ Dino RisiĀ (1958), Il fornaretto di VeneziaĀ diĀ Duccio TessariĀ (1963), Il ponte dei sospiriĀ diĀ Carlo CampogallianiĀ eĀ Piero PierottiĀ (1964), MasqueradeĀ diĀ Joseph L. MankiewiczĀ (1964), Suspense a Venezia (The Venetian Affair)Ā diĀ Jerry ThorpeĀ (1967), Anonimo venezianoĀ diĀ Enrico Maria Saler-noĀ (1970), Morte a VeneziaĀ diĀ Luchino ViscontiĀ (1971), Nero venezianoĀ diĀ Ugo LiberatoreĀ (1978), Dimenticare VeneziaĀ diĀ Franco BrusatiĀ (1979), Giallo a VeneziaĀ diĀ Mario LandiĀ (1979), La venexia-naĀ diĀ Mauro BologniniĀ (1986), Piccoli delitti venezianiĀ diĀ Etienne PĆ©rierĀ (1988), Il talento di Mr. RipleyĀ diĀ Anthony MinghellaĀ (1999), Il mercante di VeneziaĀ diĀ Michael RadfordĀ (2004), Casano-vaĀ diĀ Lasse HallstrƶmĀ (2005), fino ad arrivare ad alcune scene (quindi, ad una sola parziale ambientazione veneziana) per titoli internazionali relativamente recenti come Agente 007 – CasinĆ² RoyaleĀ diĀ Martin CampbellĀ (2006) e The TouristĀ diĀ Florian Henckel von DonnersmarckĀ (2010).
Nel tempo il cinema ha contribuito in modo determinante a diffondere il mito e ad esaltare le caratteristiche che rendono Venezia unica e famosa in tutto il mondo, nota anche a coloro che non l’hanno mai visitata. Allo stesso modo, perĆ², la cinematografia di ambientazione veneziana ha costruito un’immagine della cittĆ  fondata su stereotipi ricorrenti, visivi e socio-antropologici, andando a ricalcare i modelli dell’iconografia pittorica ed i miti e le suggestioni consolidate dalla letteratura. La Venezia restituita dal cinema nel corso dei decenni ĆØ, infatti, ora una cittĆ  lugubre e misteriosa, sede di intrighi e corruzioni, ora luogo di immutabile e solare bellezza, ora cartolina romantico-sentimentale, ora simbolo di decadenza e di morte, com’ĆØ facilmente comprensibile giĆ  semplicemente leggendo i titoli sopra riportati.
Nel filmare la cittĆ , la maggior parte dei cineasti si ĆØ lasciata affascinare dai luoghi caratteristici, quelli piĆ¹ rappresentativi a livello simbolico; basti pensare che non esiste film, girato nel centro storico, che non proponga almeno un’immagine di Piazza San Marco o della sua cornice monumentale. La cittĆ  spesso ĆØ dunque diventata un semplice set a cielo aperto, ideale cornice scenografica di mille vicende o struggente specchio dell’animo di personaggi sempre diversi, la maggior parte dei quali perĆ² giunge a Venezia dall’esterno. I film infatti che raccontano le storie di personaggi veneziani sono pochissimi, ed inevitabilmente il punto di vista dominante sulla cittĆ  rimane quello del visitatore, del turista di passaggio, non quello di chi la vive e la vede dall’interno, nella sua complessitĆ , nelle sue contraddizioni e nelle sue mille problematiche.
L’aspettativa, dunque, che ogni turista oggi porta con sĆ©, ĆØ per gran parte fondata sull’immagine di Venezia tramandata dal cinema ed amplificata, ai giorni nostri, dalla televisione e dai nuovi media. Ma ĆØ la cittĆ  stessa che oggi si sta identificando sempre piĆ¹ nella sua immagine cinematografica. La gestione del turismo, che ĆØ di gran lunga l’attivitĆ  piĆ¹ redditizia in cittĆ , sta favorendo sempre piĆ¹ un rapporto tra Venezia ed il suo visitatore basato esclusivamente sullo sfruttamento della sua immagine piĆ¹ bassa, banale, mercificata. Un’immagine “mordi e fuggi”, da consumare come un panino in un fast-food e da replicare sempre uguale all’infinito attraverso gli obiettivi di milioni di fotocamere e di videocamere amatoriali. La cittĆ  diventa, dunque, pura rappresentazione, semplice immagine, incarnazione di luoghi comuni.
Poi, si sa, ogni cittĆ  o metropoli ha una immagine turistica e stereotipata, cosƬ come ha un’altra immagine, meno nota ai piĆ¹. Anche chi vi scrive si ĆØ occupato di ciĆ² circa vent’anni fa con un cortometraggio intitolato Anatomia dell’altro volto di una metropoli (1995), un breve docu-film dedicato alla messa in risalto delle luci e delle ombre di Roma, e che venne apprezzato e premiato in alcuni festival in Francia, Germania, Austria. Ma tralasciando citazioni personali, diversi esempi si potrebbero fare relativamente alla capitale, a Milano, a Firenze e ancor di piĆ¹ a Napoli, forse la cittĆ  che maggiormente si avvicina a Venezia nell'”utilizzo” largamente eterogeneo che l’arte cinematografica ne ha fatto. Proprio quanto riguarda Venezia, svolgendo un’approfondita ricerca filmografica, si trovano abbastanza facilmente esempi di ricerca e di sviluppo di un’immagine “Altra” della cittĆ , grazie soprattutto (ma non solo) ad opere di minor fama e spesso di scarsa diffusione. Autori che hanno cercato un’interpretazione di Venezia lontana dai luoghi comuni, raccontando la cittĆ  da una prospettiva interna, smentendo i facili stereotipi radicati nell’immaginario collettivo o puntando le cineprese sugli angoli piĆ¹ sconosciuti della cittĆ .
Prescindendo per qualche istante da Venezia, bisogna considerare l’esistenza di un particolare rapporto tra il cinema e la cittĆ  (intesa come realtĆ  urbana in generale), che affonda le sue radici nelle origini stesse del cinematografo. Nel corso della sua storia il cinema ha accompagnato e descritto lo sviluppo dei centri urbani e la loro esplosione in realtĆ  metropolitane, adottando approcci sempre diversi e contribuendo a costruire quell’immaginario che influenza fortemente la nostra percezione, ma anche la realtĆ  stessa di ogni cittĆ .
Tornando nello specifico a Venezia, va ribadita la netta spaccatura in due tronconi dell'”utilizzo” di Venezia nel cinema: da una parte un ricco catalogo di stereotipi che ne hanno alimentato l’immagine cinematografica che a sua volta ha alimentato sia il turismo internazionale, sia l’immaginario collettivo internazionale anche in chi non ha mai visitato la splendida cittĆ  lagunare; dall’altra parte, tutte quelle pellicole che hanno invece restituito una visione alternativa, meno superficiale, ma non per questo sempre piĆ¹ vera, di una cittĆ  tanto affascinante quanto complessa qual ĆØ Venezia.
Veniamo alla stretta attualitĆ , in conclusione, ed a quanto riportato appena sotto al titolo. “Tintoretto. Un ribelle a Venezia”, ĆØ il titolo di un film importante sulla figura di un artista talentuoso, irriverente ed energico che deve essere ancora un po’ scoperto e riconosciuto, tanto piĆ¹ dai giovani, ma non solo. Nel febbraio scorso ĆØ uscito, come evento, per soli tre giorni (precedentemente programmati, proprio in quanto evento), questo docu-film, con la voce narrante di Stefano Accorsi. Un modo diverso di intendere Venezia al cinema, con la sua arte, la sua storia. Gli spettatori potranno assistere al passaggio tv di questo docu-film domani, domenica 5 maggio, su Sky Arte, alle 13.15.

I diversi volti di Venezia-Tintoretto

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