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Premio Pettirosso

Animavì Festival dopo Gino Strada consegna il riconoscimento a Franco Lorenzoni.

Premio Pettirosso - Franco Lorenzoni
Premio Pettirosso – Franco Lorenzoni

PESARO URBINO (PU) – Da Gino Strada a Franco Lorenzoni. Andrà al maestro elementare che ha fondato e coordina ad Amelia la Casa-laboratorio di Cenci, un centro di sperimentazione, “villaggio educativo” per bambini e adulti, il Premio Pettirosso di Animavì Festival. Conferito al fondatore di Emergency nella passata edizione, il premio, realizzato dall’artista pergolese Walter Valentini, è il riconoscimento dedicato alla persona. “Un premio introdotto dall’anno scorso per marcare il lato umano oltre che quello artistico del nostro festival. Le storie delle persone sono state sempre al centro della scena di Animavì al fianco delle opere artistiche cinematografiche. Al Bronzo Dorato, un premio assegnato al valore artistico e che rappresenta il simbolo della nostra città, ne affianchiamo un altro dedicato a chi nella propria vita ha inseguito il suo grande sogno carico di ideali fino a renderlo possibile. Storie che ci auguriamo siano un forte messaggio di incoraggiamento al credere nelle proprie idee. Un messaggio di cui in particolare i nostri territori interni ne hanno davvero bisogno”, spiega il direttivo dell’associazione Ars Animae che organizza il festival. La cerimonia di consegna è in programma nella splendida cornice del teatro Angel dal Foco di Pergola giovedì 11 alle 17.30. Conducono le registe Emanuela Moroni e Manuela Cannone. A seguire proiezione del film Amaranto Documentario. Lorenzoni è nato a Roma nel 1953 ed è maestro elementare a Giove, in Umbria. Ha fondato e coordina dal 1980 la Casa-laboratorio di Cenci, un centro di sperimentazione educativa immerso nella campagna di Amelia, in provincia di Terni. Un “villaggio educativo” per bambini e adulti dove è possibile partecipare a percorsi di conversione a una sensibilità ecologica più profonda ed imparare a sviluppare la capacità di praticare scambi interculturali fondati sull’ascolto e sulla reciprocità. Il dialogo è alla base della sua pedagogia quotidiana, è strumento funzionale per aiutare gli alunni a mettere il pensiero al centro del loro processo di apprendimento, è mezzo per dare voce alla scoperta come nuova prospettiva per imparare e conoscere la realtà. La sua pedagogia fatta di pratica quotidiana considera centrale il dialogo con le bambine e i bambini. Un maestro che cerca di fare insieme ai suoi allievi un percorso formativo, puntellato di domande e risposte, di esperimenti e verifiche sul campo, di molte materie diverse in dialogo, dall’astronomia al teatro. Un insegnante sempre pronto a cambiamenti di rotta, laddove la curiosità dei suoi alunni li porti altrove. Con lui, si può parlare di buona scuola. Per questa attività ha ricevuto nel 2011, insieme a Roberta Passoni, il Premio Lo Straniero. Attivo nel Movimento di Cooperazione Educativa, ha pubblicato Con il cielo negli occhi (Marcon 1991, La Meridiana 2007), L’ospite bambino (Theoria 1994, Nuova Era 2001) e, con questa casa editrice, I bambini pensano grande. Cronaca di una avventura pedagogica (2014) e I bambini ci guardano. Una esperienza educativa controvento (2019). Per i ragazzi Orfeo, la ninfa Siringa e le percussioni pazze dei Coribanti (Rrose Sélavy 2017) e Quando gli animali andavano a piedi (Orecchio Acerbo 2018). Collabora alle riviste «Internazionale», «Cooperazione Educativa», «Gli Asini», «La Vita Scolastica» e «Comune-info».

FONTE: Marco Spadola

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