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Rendez-Vous-2020-inPersonalmente, ho sempre molto amato il cinema francese, ed ho seguito quasi tutte le edizioni di “Rendez-Vous”, il festival del Nuovo Cinema Francese, curato dal Centro Culturale dell’Ambasciata francese a Roma, e tenutosi solitamente in primavera, al coperto, ma in questo anno stravolto dal coronavirus, la rassegna torna in questi giorni ma all’aperto ed in forma ridotta ma nient’affatto meno interessante.
Ad ospitare “Rendez-Vous 2020” è l’Arena Nuovo Sacher, di proprietà di Nanni Moretti, anch’egli sempre molto attento al cinema francese, oltre che autore particolarmente amato dai transalpini e vincitore di una Palma d’Oro a Cannes, che proprio non si è tirato indietro pur di far vivere questa decima edizione della rassegna.
A completezza di informazione, devo dirvi che la rassegna era regolarmente iniziata ai primi di marzo, nella consueta sede al coperto, ed avevo partecipato proprio per PressItalia alla presentazione alla stampa in Ambasciata nelle settimane precedenti; poi, però, è intervenuto il doveroso primo DPCM del premier Conte a chiudere gli italiani in quarantena ed a fermare tutte le attività commerciali, industriali, professionali e culturali, per poter frenare la corsa del virus.
L’esplorazione, guidata da grandi maestri e da esordienti d’Oltralpe, ci offre percorsi in mondi inediti e storie straordinarie, e con la magia che il cinema sa produrre, nella selezione presentata, attraverso voci e generi molti diversi, si sofferma a riflettere su una frase che abbiamo spesso sentito ripetere in questi mesi: “Se c’è qualcosa che la storia pubblica e quella privata ci suggerisce è che le crisi sono occasione per un vero cambiamento”.
Di crisi e di rinascita parlano i sei titoli presentati in anteprima nazionale, in versione originale sottotitolata in italiano, en plein air, nell’Arena Nuovo Sacher. Ad aprire il festival, il 1° luglio, è stata l’anteprima nazionale di Roubaix, une Lumière, l’ultimo lungometraggio di un cineasta amatissimo in Italia, Arnaud Desplechin, cui il festival, appena due anni fa, ha dedicato un focus speciale e che è venuto a Roma per incontrare il pubblico e la stampa.
Ma veniamo ai film principali presentati in queste serate, da oggi a lunedì 6, all’Arena Nuovo Sacher (qualche rischio di pioggia per la giornata di domani, ma nel caso, la proiezione si sposterà all’interno del cinema di Moretti, il Nuovo Sacher, in piena zona Trastevere della capitale).
Stasera, alle 21.30, è la volta di “Papicha”, di Mounia Meddour – Francia / Algeria, 2019. Nell’Algeria degli anni Novanta, Nedjma studia francese all’università e sogna di diventare stilista, ma la sua vita è sconvolta da un’ondata di fondamentalismo religioso che fa precipitare il paese nel caos. Determinata a non arrendersi al nuovo regime, organizza con le compagne una sfilata dei suoi abiti, che diventerà il simbolo di un’indomita battaglia per la libertà. Il film d’esordio di Mounia Meddour, rivelazione del Festival di Cannes 2019, vincitore di due César, per la regia e la protagonista, Lyna Khoudri, ha registrato in Francia un successo di oltre 2 milioni di euro di incasso.
Domani, sabato 4 luglio, sarà la volta di “Proxima”, di Alice Winocour, co-produzione franco-tedesca del 2019. Sinossi. Sarah (Eva Green) è un’astronauta francese che sta per lasciare la terra per una missione spaziale di un anno, Proxima. Mentre segue il rigoroso allenamento che le è imposto all’agenzia europea di Colonia, unica donna in un ambiente prettamente maschile, Sarah si prepara alla dolorosa separazione da Stella, la figlia di otto anni. Magnifico ritratto di donna, divisa tra l’attaccamento materno, i sensi di colpa e l’impegno professionale, una space story raffinata, originale e mai ricattatoria che racconta la genitorialità da un’angolazione originale.
La sera di domenica 5 luglio sarà la volta di “Nevada”, di Laure de Clermont-Tonnerre, una co-produzione franco-belga del 2019 che racconta la storia di Roman (Matthias Schoenaerts), detenuto in un carcere del Nevada, che non ha più contatti con l’esterno né con sua figlia. Per tentare di farlo uscire dal suo isolamento, viene inserito in un programma di riabilitazione in cui si addestrano mustang selvatici. Grazie all’aiuto dell’anziano allenatore (Bruce Dern) e al fianco di un cavallo imprevedibile come lui, Roman riesce, a poco a poco, a gestire la sua rabbia e a confrontarsi con il suo passato. La regista, al suo lungometraggio d’esordio, orchestra un emozionante incontro tra i due generi americani per eccellenza: il western e il film carcerario. Il risultato è romantico e travolgente: un prison movie sul desiderio di libertà, il perdono e le seconde possibilità della vita, temi cari al co-produttore Robert Redford.
Lunedì 6 chiuderà la rassegna “Notre Dame”, di Valérie Donzelli. Sinossi. Maud è architetto e madre single di due bambini. Con l’ex ancora parte integrante del suo quotidiano, non riesce a trovare il giusto equilibrio tra carriera e vita sentimentale. Quando un malinteso le fa vincere il concorso per ristrutturare il sagrato di Notre-Dame, cominciano i guai. Dalla regista del film-fenomeno La guerra è dichiarata, un’accorata lettera d’amore a Parigi, una commedia gioiosa e clownesca, piena di fantasia e dolcezza, impreziosita dalle performance di una banda di formidabili attori: Donzelli, Pierre Deladonchamps, Thomas Scimeca, Bouli Lanners e Virginie Ledoyen.

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