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Diabolik e Topolino: doppia conferenza online dell’IIC di Barcellona

Sono queste due le conferenze che l’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona ha caricato in queste ore sul proprio canale Youtube.

Diabolik-e-Topolino-inBARCELLONA – “Diabolik a Barcellona” e “Quando il fumetto incontra i classici”. Sono queste due le conferenze che l’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona ha caricato in queste ore sul proprio canale Youtube e che sono disponibile da ieri e lo rimarranno fino al prossimo 31 ottobre. L’iniziativa è organizzata nell’ambito della XX Settimana della Lingua e della Cultura italiana nel Mondo, quest’anno dedicata all’arte del fumetto.
Diabolik nasce nel 1962 da un’idea delle sorelle Giussani per l’Editrice Astorina che, caso abbastanza raro, continua ancora oggi, dopo quasi sessant’anni a pubblicarne le storie. Nato come albo per i pendolari che ogni giorno passavano per la stazione Cadorna di Milano, Diabolik conobbe un così rapido successo da diventare il capostipite dei cosiddetti fumetti neri. Forte fu l’avversione degli educatori a questo eroe negativo, tanto che per diversi anni per molti ragazzi Diabolik restò una lettura proibita o clandestina. Eppure, il suo ingresso nell’immaginario collettivo in qualche modo lo normalizzò al punto che già nel 1965 Johnny Dorelli ne faceva una parodia in un classico programma per famiglie di quegli anni, e che successivamente la Disney Italia creò Paperinik, una versione ormai positiva di vendicatore delle ingiustizie. Oggi Diabolik è a pieno titolo storicizzato, e vanta una mole di studi esegetici al pari dei personaggi dei romanzi gialli e noir, ai quali le sorelle Giussani si ispirarono. Attraverso le sue storie immaginarie è possibile ricostruire un pezzo di storia del costume italiano.
L’idea di una storia di Diabolik ambientata a Barcellona e di una mostra che ne illustri la genesi, nasce da un’idea di Claudio Stassi ed è disegnata da Claudio Stassi (Dampyr) e Daniele Statella (Julia) e scritta da Andrea Cavaletto (Dylan Dog).
Da “Paperin furioso” ai “Promessi topi”. Secondo molti pensatori, tra i quali Antonio Gramsci, la letteratura italiana non è popolare. Lo ripetono disperati oggi tutti gli editori. Eppure c’è stato un luogo in cui i grandi classici della letteratura italiana sono diventati popolari, e hanno incontrato un pubblico ampio: le riscritture Disney a fumetti. Da L’Inferno di Topolino ai Promessi topi, dal Paperin furioso alla Paperopoli, i fumetti hanno saputo tradurre l’immaginario dei grandi classici in un linguaggio accessibile e didattico. Le trasposizioni Disney hanno interpretato i monumenti della letteratura italiana con ironia, disseminandoli di intelligenti anacronismi utilizzati per accorciare la distanza tra i mondi letterari e il mondo dei lettori e delle lettrici. Una efficacissima campagna di divulgazione basata su un lavoro di traduzione e familiarizzazione della lingua letteraria, che non viene cancellata ma utilizzata come lo strumento di uno stimolante gioco linguistico e immaginativo. L’analisi dei classici Disney rivela quindi la grande duttilità del fumetto e dei suoi linguaggi, ma permette anche di riscoprire le potenzialità drammatiche e visive dei testi letterari, che spesso nascono in dialogo con le immagini e hanno una storia “fumettistica” più lunga di quanto si possa sospettare.

FONTE: AISE.

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