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#tiportoinmostra – Palazzo Pretorio di Prato

Un ciclo di appuntamenti settimanali dedicati al Dopo Caravaggio.

26-nov-ok2-inPRATO – Il Museo di Palazzo Pretorio di Prato non si ferma e organizza un ciclo di incontri settimanali legati alla mostra “Dopo Caravaggio.il seicento napoletano nelle collezioni di Palazzo Pretorio e della Fondazione de Vito.” che si potranno seguire sui canali social del Museo.

Apre gli appuntamenti #tiportoinmostra la Conferenza “Il restauro in corso del dipinto Giacobbe e il gregge di Labano” di Livia Gordini che sta conducendo il complesso restauro dell’Opera, sotto la direzione di Cecilia Frosinini, responsabile del laboratorio di restauro dei dipinti dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

Nel corso della Conferenza si darà conto delle metodologie di restauro e dei risultati parziali raggiunti ad oggi.
In diretta su Facebook/youtube del Museo di Palazzo Pretorio giovedì 26 novembre ore 14:30.
Il canto della sirena: echi napoletani nella Toscana dei Medici”, è invece il racconto di Luca Scarlini sul Barocco fiorentino e napoletano. Giovedì 3 dicembre ore 14:30 su Facebook/youtube del Museo di Palazzo Pretorio

Giacobbe e il gregge di Labano
Le raccolte di Palazzo Pretorio conservano un’importante testimonianza dell’interesse collezionistico per Ribera: il dipinto seicentesco con Giacobbe e il gregge di Labano, che replica, anche nelle dimensioni, la famosa tela dipinta dallo spagnolo per l’Escorial di Madrid; giunto in pessimo stato di conservazione esso è attualmente oggetto di un complesso restauro da parte dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, i cui esiti renderanno possibile una corretta lettura dell’opera e della sua autografia, da individuare, presumibilmente, se non nel maestro, in un collaboratore del suo stretto ambito.

FONTE: Studio Maddalena Torricelli.

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Museo di Palazzo Pretorio - probabile replica da J. de Ribera - Giacobbe nel deserto
Museo di Palazzo Pretorio - probabile replica da J. de Ribera - Giacobbe nel deserto

INTRODUZIONE
Il dipinto “Giacobbe nel deserto” proviene dai depositi del Museo di Palazzo Pretorio di Prato. Sembra essere entrato nelle collezioni del Museo alla fine degli anni ’70 del ‘900, in una data non ancora precisata.
Il dipinto è probabilmente una replica dell’opera “Giacobbe e il gregge di Labano”, conservato presso il Monastero di San Lorenzo all’Escorial, in Spagna, ed eseguito da Jusepe de Ribera nel 1632. Il dipinto di Prato potrebbe essere stato eseguito dallo stesso Ribera o dalla sua bottega.
Dell’opera dell’Escorial sono note anche varie copie. Tra queste si possono citare le copie della Galleria Nazionale di Cosenza, del Museo San Carlos di Città del Messico e della collezione Marasini di Alessandria.
L’opera raffigura Giacobbe che accudisce il gregge di Labano, lo zio presso il quale egli trova rifugio dopo aver sottratto la primogenitura al fratello Esaù.

TECNICA ESECUTIVA
Il supporto originale del dipinto è costituito da un unico pezzo di tela, con tessitura di tipo “armatura tela”, caratterizzato da densità particolarmente bassa. Si tratta di una caratteristica tipica dei dipinti napoletani del ‘600. Le indagini scientifiche hanno permesso di indentificare il filato come canapa. La preparazione è costituita da una mestica di colore bruno, composta da pigmenti e legante oleoso. Le figure sono state eseguite attraverso una sovrapposizione di stesure che, partendo dalle tonalità cromatiche scure, arrivano a quelle più chiare, secondo tecnica tipica dell’autore.

STATO DI CONSERVAZIONE
Il dipinto presenta molti problemi dal punto di vista conservativo. Innanzitutto il supporto originale ha diverse lacerazioni e lacune, le più significative sono localizzate presso la parte inferiore destra dell’opera.
Gli strati pittorici, inoltre, presentano gravissimi danni da calore, che hanno determinato la formazione di numerose micro lacune di forma circolare ed arricciamenti della materia pittorica. Questo danno è riconducibile all’effetto di una forte fonte di calore, probabilmente somministrato durante un’antica foderatura.
A danno degli strati preparatori e del colore si riscontrano piccole lacune molto numerose e diffuse su tutta la superficie. Sono presenti anche stuccature eseguite in maniera grossolana e ampiamente debordanti sul colore originale, localizzate lungo tutto il perimetro del dipinto e in corrispondenza delle lacune di colore.
La lettura dell’opera è, infine, compromessa dalle numerose ridipinture e dalle vernici fortemente imbrunite stese al di sopra della superficie pittorica

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