Questa nota propone un confronto fra le previsioni del PNRR ,proposto dal Governo il 12 gennaio 2021, per la Missione 2- Rivoluzione verde e transizione ecologica Ā e le indicazioni europee di Next Generation EU per la transizione verde.
Il 21 dicembre 2020 la Commissione europea ha pubblicato dei modelli di orientamento settoriali ,che possono essere aggiornati ,per assistere gli Stati nellāelaborazione dei Piani , fra questi si indicava: almeno il 37% della dotazione al sostegno della transizione verde ,compresa la biodiversitĆ .
Il 22 gennaio 2021 la Commissione europea pubblicava la āGuida agli Stati membri per la predisposizione dei Pianiā della Commissione europea (Commission staff working document – Guidance to Member States- Recovery and Resilience Plans) , basata sui contenuti del Regolamento del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, risultante dallāaccordo fra il Consiglio della UE e il Parlamento europeo del 18 dicembre 2020.
La Guida, strutturata in 4 parti, indica indirizzi precisi e un modello standard per la predisposizione dei Piani nazionali. In particolare il Piano nazionale dovrĆ Ā dettagliare i progetti, le misure e le riforme previste nelleĀ aree di intervento riconducibili a sei pilastri(gli stessi giĆ riassunti dalla Commissione il 21 dicembre). In sintesi : 1) transizione verde; 2) trasformazione digitale; 3) crescitaĀ sostenibile e ricerca; 4) coesione sociale e territoriale; 5) salute; 6) politiche per la prossima generazione, inclusa lāistruzione.
Nella Guida europea la transizione verde ĆØ confermata, non a caso, al primo posto e non al secondo come nel Piano Italiano. Ā Se il piano deve puntare sulla ripresa e sulla resilienza, quindi sulla capacitĆ di reagire anche alle crisi future, la transizione verde diventa centrale per ridurre la nostra vulnerabilitĆ , sociale ed economica, di fronte alla crisi climatica ed ecologica. Nella I parte della guida,sugli obiettivi generali , a pag 4 e 5 sulla Green transition ,i Piani nazionali dovrebbero:
spiegare come le misure previsteĀ siano coerenti con le prioritĆ del Green Deal Europeo, in particolare conĀ il pieno rispetto delle prioritĆ climatiche e ambientali dellāUnione e come ogni riforma e ogni investimento rispetti il ādo no significant harm principleā della tassonomia europea degli investimenti ecosostenibili;
allocare almeno il 37% del totale per lāazione climatica , indicando come ilĀ piano raggiunga questo target e spiegando come le misure finanziate e le riforme contribuiscano a raggiungere i target climatici al 2030 e la neutralitĆ climatica al 2050. Specificando, in particolare, gli impatti delle riforme e degli investimenti del piano sulla riduzione delle emissioni di gas serra, per la quota delle energie rinnovabili, lāefficienza energetica, lāintegrazione del sistema energetico, le nuove tecnologie energetiche pulite e lāinterconnessione elettrica;
contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambientali europei, anche con lāuso delle piĆ¹ avanzate tecnologie digitali, compresa la protezione delle acque e delle risorse marine, la transizione allāeconomia circolare, la prevenzione dei rifiuti e il riciclo, la prevenzione dellāinquinamento, la protezione e il ripristino di ecosistemi e a rendere piĆ¹ ecologiche le aree urbane.
Si tenga inoltre presente che nella Valutazione del Piano nazionale per lāenergia e il clima dellāItalia , adottato dalla Commissione il 14 ottobre 2020 ,si davano giĆ indirizzi specifici per lāItalia per la redazione del PNRR. In particolare :
- Che il PNRR dellāItalia dovesse includere almeno il 37% delle spese per il clima
- Che lāItalia dovesse prendere in considerazione nel PNRR misure e investimenti per lāefficienza energetica degli edifici, per decarbonizzare il settore energetico , a sostegno dellāeconomia circolare, riesame delle imposte e sovvenzioni per renderle coerenti con la decarbonizzazione ,per sviluppare trasporti sostenibili e per lāadattamento ai cambiamenti climatici
- Che lāItalia anticipasse i progetti maturi dāinvestimento previsti dal PNIEC e includere nel PNRR alcuni progetti faro .
Sulla base delle indicazioni europee, il PNRR italiano per la transizione verde e la neutralitĆ climatica, dovrebbe :
- Contenere una valutazione dei suoi benefici per il clima (quante emissioni di gas serra contribuisce a ridurre ? ) e lā ambiente Ā che invece ĆØ assente , nonchĆ© documentare che nessuna delle misure previste nel PNRR Ā comportano danni al clima e allāambiente .
- Allocare almeno il 37% ( il totale delle risorse a valere sul RRF ĆØ pari a 210,91 miliardi ,superiori ai 196,5 assegnati allāItalia, quindi il 37% corrisponde a Ā 78 miliardi ).Non pare corretto utilizzare il 37% riferito in precedenza dalla Commissione allāintera transizione verde ,compresa la biodiversitĆ : la Guida che indica il 37 % per il cima ĆØ successiva ,quindi corregge ,o aggiorna, la precedente indicazione . Del resto il 37% per misure per il clima era citato anche nelle indicazioni della Commissione europea del 14 ottobre sul PNIEC italiano. Il totale delle risorse del RRF per la transizione ecologica della Missione 2 Ā Ā ĆØ pari a Ā 67,49 miliardi (31,9%) , 10 miliardi in meno del 37% . Una parte di questi finanziamenti ,inoltre ,non ha effetti nĆ© per la mitigazione nĆ© per lāadattamento climatico (per es. i finanziamenti per mettere a norma le fognature e i depuratori , per la gestione dei rifiuti raccolti a mare , nonchĆ© alcuni degli interventi finanziati per lāagricoltura). Le risorse previste dal PNRR per le misure climatiche sono largamente insufficienti ,a fronte delle sforzo necessario per il nuovo target europeo del 55% al 2030 anche in vista di COP 26 di Glasgow ,dove lāItalia, paese co-organizzatore insieme allāInghilterra, dovrebbe presentarsi Ā con le carte in regola .In particolare, rispetto ai finanziamenti previsti dal PNRR, serve uno sforzo maggiore per tutte le rinnovabili (elettriche, termiche e per i biocarburanti ) , per puntare sull’adeguamento della rete e delle strutture annesse per poter accogliere quasi il 70% di produzione da rinnovabili al 2030 e il 100% prima del 2050 e maggiori investimenti per la decarbonizzazione dellāindustria e dei trasporti
- Aumentare la quota per i nuovi progetti per il clima e la transizione verde . Dei Ā 67,49 miliardi di Next Generation EU destinati dalla proposta di Piano italiano alla transizione verde, ben Ā 30,16 miliardi ( il 44,6%) Ā sono impiegati per sostituire finanziamenti giĆ stanziati per progetti giĆ āin essereā. Il Piano non indica i criteri seguiti per tale scelta e non spiega come mai una quota cosƬ alta – nettamente la piĆ¹ alta fra tutte le 6 missioni – sia stata destinata a progetti giĆ āin essereā proprio per la transizione verde, riducendo quindi notevolmente le disponibilitĆ per nuovi progetti in questa missione. Il totale dei finanziamenti impiegati per progetti in essere ĆØ pari a 65,7 miliardi , circa il 31% del totale. Se si applicasse questa media anche alla transizione verde (il 31% invece del 44,6%) si avrebbero 20,9 miliardi di finanziamenti di progetti in essere e circa 47 miliardi per nuovi progetti , circa 10 miliardi in piĆ¹ Ā di quelli previsti dal PNRR. Per allineare la transizione verde del Piano italiano con le indicazioni della Guida europea servirebbero maggiori risorse di Next Generation EU per nuovi progetti che potrebbero essere liberate riducendo la quota destinata a progetti giĆ āin essereā, che beneficiano di altri finanziamenti giĆ stanziati. SarĆ bene, anche su questo nodo, verificare lāapplicazione dei criteri europei che limitano questa possibilitĆ , compreso quello che ammette ai finanziamenti di Next Generation EU solo misure avviate a partire dal 1Āŗ febbraio 2020.
- Indirizzare prioritariamente il nuovo stanziamento per āTransizione 4.0ā ,nella 1^ Missione alla voce ā Digitalizzazione, innovazione e competitivitĆ del sistema produttivo ā , a misure precise, previste dal nuovo Piano dāazione europeo per lāeconomia circolare , da indicare puntualmente, per la transizione allāeconomia circolare ,sottovalutata nella Missione 2.
- Introdurre la tutela della Ā biodiversitĆ , in particolare con risorse destinate alla protezione e al ripristino degli ecosistemi.
- Aumentare le risorse per rendere piĆ¹ ecologiche le aree urbane , in particolare per la mobilitĆ urbana – dove si concentra la maggior parte degli spostamenti e degli impatti ambientali e sociali e dove viene invece allocato solo il 19% delle risorse totali destinate ai trasporti – che richiede inveceĀ Ā importanti riforme e adeguati investimenti per il trasporto collettivo, la Ā ciclabilitĆ , lo sharing, per lāelettrificazione Ā e i biocarburanti.
FONTE: Federica Cingolani.