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Allineare il Piano italiano per la ripresa e la resilienza con la transizione verde di Next Generation EU

Nota della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, presentata da Edo Ronchi allā€™audizione alla Camera dei Deputati del 9 febbraio 2021.

Fondazione-per-lo-Sviluppo-Sostenibile-inQuesta nota propone un confronto fra le previsioni del PNRR ,proposto dal Governo il 12 gennaio 2021, per la Missione 2- Rivoluzione verde e transizione ecologica Ā e le indicazioni europee di Next Generation EU per la transizione verde.
Il 21 dicembre 2020 la Commissione europea ha pubblicato dei modelli di orientamento settoriali ,che possono essere aggiornati ,per assistere gli Stati nellā€™elaborazione dei Piani , fra questi si indicava: almeno il 37% della dotazione al sostegno della transizione verde ,compresa la biodiversitĆ .
Il 22 gennaio 2021 la Commissione europea pubblicava la ā€œGuida agli Stati membri per la predisposizione dei Pianiā€ della Commissione europea (Commission staff working documentGuidance to Member States- Recovery and Resilience Plans) , basata sui contenuti del Regolamento del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, risultante dallā€™accordo fra il Consiglio della UE e il Parlamento europeo del 18 dicembre 2020.
La Guida, strutturata in 4 parti, indica indirizzi precisi e un modello standard per la predisposizione dei Piani nazionali. In particolare il Piano nazionale dovrĆ Ā  dettagliare i progetti, le misure e le riforme previste nelleĀ  aree di intervento riconducibili a sei pilastri(gli stessi giĆ  riassunti dalla Commissione il 21 dicembre). In sintesi : 1) transizione verde; 2) trasformazione digitale; 3) crescitaĀ  sostenibile e ricerca; 4) coesione sociale e territoriale; 5) salute; 6) politiche per la prossima generazione, inclusa lā€™istruzione.
Nella Guida europea la transizione verde ĆØ confermata, non a caso, al primo posto e non al secondo come nel Piano Italiano. Ā Se il piano deve puntare sulla ripresa e sulla resilienza, quindi sulla capacitĆ  di reagire anche alle crisi future, la transizione verde diventa centrale per ridurre la nostra vulnerabilitĆ , sociale ed economica, di fronte alla crisi climatica ed ecologica. Nella I parte della guida,sugli obiettivi generali , a pag 4 e 5 sulla Green transition ,i Piani nazionali dovrebbero:
spiegare come le misure previsteĀ  siano coerenti con le prioritĆ  del Green Deal Europeo, in particolare conĀ  il pieno rispetto delle prioritĆ  climatiche e ambientali dellā€™Unione e come ogni riforma e ogni investimento rispetti il ā€˜do no significant harm principleā€™ della tassonomia europea degli investimenti ecosostenibili;
allocare almeno il 37% del totale per lā€™azione climatica , indicando come ilĀ  piano raggiunga questo target e spiegando come le misure finanziate e le riforme contribuiscano a raggiungere i target climatici al 2030 e la neutralitĆ  climatica al 2050. Specificando, in particolare, gli impatti delle riforme e degli investimenti del piano sulla riduzione delle emissioni di gas serra, per la quota delle energie rinnovabili, lā€™efficienza energetica, lā€™integrazione del sistema energetico, le nuove tecnologie energetiche pulite e lā€™interconnessione elettrica;
contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambientali europei, anche con lā€™uso delle piĆ¹ avanzate tecnologie digitali, compresa la protezione delle acque e delle risorse marine, la transizione allā€™economia circolare, la prevenzione dei rifiuti e il riciclo, la prevenzione dellā€™inquinamento, la protezione e il ripristino di ecosistemi e a rendere piĆ¹ ecologiche le aree urbane.
Si tenga inoltre presente che nella Valutazione del Piano nazionale per lā€™energia e il clima dellā€™Italia , adottato dalla Commissione il 14 ottobre 2020 ,si davano giĆ  indirizzi specifici per lā€™Italia per la redazione del PNRR. In particolare :

  • Che il PNRR dellā€™Italia dovesse includere almeno il 37% delle spese per il clima
  • Che lā€™Italia dovesse prendere in considerazione nel PNRR misure e investimenti per lā€™efficienza energetica degli edifici, per decarbonizzare il settore energetico , a sostegno dellā€™economia circolare, riesame delle imposte e sovvenzioni per renderle coerenti con la decarbonizzazione ,per sviluppare trasporti sostenibili e per lā€™adattamento ai cambiamenti climatici
  • Che lā€™Italia anticipasse i progetti maturi dā€™investimento previsti dal PNIEC e includere nel PNRR alcuni progetti faro .

Sulla base delle indicazioni europee, il PNRR italiano per la transizione verde e la neutralitĆ  climatica, dovrebbe :

  • Contenere una valutazione dei suoi benefici per il clima (quante emissioni di gas serra contribuisce a ridurre ? ) e lā€™ ambiente Ā che invece ĆØ assente , nonchĆ© documentare che nessuna delle misure previste nel PNRR Ā comportano danni al clima e allā€™ambiente .
  • Allocare almeno il 37% ( il totale delle risorse a valere sul RRF ĆØ pari a 210,91 miliardi ,superiori ai 196,5 assegnati allā€™Italia, quindi il 37% corrisponde a Ā 78 miliardi ).Non pare corretto utilizzare il 37% riferito in precedenza dalla Commissione allā€™intera transizione verde ,compresa la biodiversitĆ  : la Guida che indica il 37 % per il cima ĆØ successiva ,quindi corregge ,o aggiorna, la precedente indicazione . Del resto il 37% per misure per il clima era citato anche nelle indicazioni della Commissione europea del 14 ottobre sul PNIEC italiano. Il totale delle risorse del RRF per la transizione ecologica della Missione 2 Ā Ā ĆØ pari a Ā 67,49 miliardi (31,9%) , 10 miliardi in meno del 37% . Una parte di questi finanziamenti ,inoltre ,non ha effetti nĆ© per la mitigazione nĆ© per lā€™adattamento climatico (per es. i finanziamenti per mettere a norma le fognature e i depuratori , per la gestione dei rifiuti raccolti a mare , nonchĆ© alcuni degli interventi finanziati per lā€™agricoltura). Le risorse previste dal PNRR per le misure climatiche sono largamente insufficienti ,a fronte delle sforzo necessario per il nuovo target europeo del 55% al 2030 anche in vista di COP 26 di Glasgow ,dove lā€™Italia, paese co-organizzatore insieme allā€™Inghilterra, dovrebbe presentarsi Ā con le carte in regola .In particolare, rispetto ai finanziamenti previsti dal PNRR, serve uno sforzo maggiore per tutte le rinnovabili (elettriche, termiche e per i biocarburanti ) , per puntare sull’adeguamento della rete e delle strutture annesse per poter accogliere quasi il 70% di produzione da rinnovabili al 2030 e il 100% prima del 2050 e maggiori investimenti per la decarbonizzazione dellā€™industria e dei trasporti
  • Aumentare la quota per i nuovi progetti per il clima e la transizione verde . Dei Ā 67,49 miliardi di Next Generation EU destinati dalla proposta di Piano italiano alla transizione verde, ben Ā 30,16 miliardi ( il 44,6%) Ā sono impiegati per sostituire finanziamenti giĆ  stanziati per progetti giĆ  ā€œin essereā€. Il Piano non indica i criteri seguiti per tale scelta e non spiega come mai una quota cosƬ alta – nettamente la piĆ¹ alta fra tutte le 6 missioni – sia stata destinata a progetti giĆ  ā€œin essereā€ proprio per la transizione verde, riducendo quindi notevolmente le disponibilitĆ  per nuovi progetti in questa missione. Il totale dei finanziamenti impiegati per progetti in essere ĆØ pari a 65,7 miliardi , circa il 31% del totale. Se si applicasse questa media anche alla transizione verde (il 31% invece del 44,6%) si avrebbero 20,9 miliardi di finanziamenti di progetti in essere e circa 47 miliardi per nuovi progetti , circa 10 miliardi in piĆ¹ Ā di quelli previsti dal PNRR. Per allineare la transizione verde del Piano italiano con le indicazioni della Guida europea servirebbero maggiori risorse di Next Generation EU per nuovi progetti che potrebbero essere liberate riducendo la quota destinata a progetti giĆ  ā€œin essereā€, che beneficiano di altri finanziamenti giĆ  stanziati. SarĆ  bene, anche su questo nodo, verificare lā€™applicazione dei criteri europei che limitano questa possibilitĆ , compreso quello che ammette ai finanziamenti di Next Generation EU solo misure avviate a partire dal 1Āŗ febbraio 2020.
  • Indirizzare prioritariamente il nuovo stanziamento per ā€œTransizione 4.0ā€ ,nella 1^ Missione alla voce ā€œ Digitalizzazione, innovazione e competitivitĆ  del sistema produttivo ā€œ , a misure precise, previste dal nuovo Piano dā€™azione europeo per lā€™economia circolare , da indicare puntualmente, per la transizione allā€™economia circolare ,sottovalutata nella Missione 2.
  • Introdurre la tutela della Ā biodiversitĆ  , in particolare con risorse destinate alla protezione e al ripristino degli ecosistemi.
  • Aumentare le risorse per rendere piĆ¹ ecologiche le aree urbane , in particolare per la mobilitĆ  urbana – dove si concentra la maggior parte degli spostamenti e degli impatti ambientali e sociali e dove viene invece allocato solo il 19% delle risorse totali destinate ai trasporti – che richiede inveceĀ  Ā importanti riforme e adeguati investimenti per il trasporto collettivo, la Ā ciclabilitĆ , lo sharing, per lā€™elettrificazione Ā e i biocarburanti.

FONTE: Federica Cingolani.

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