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Audizione Assoambiente e Unicircular

ā€œPNRR: manca visione strategica, servono riforme e progetti per lā€™economia circolare in linea con le richieste europeeā€.

Audizione9febbraio-inROMA – Le Associazioni Fise Unicircular e Fise Assoambiente, che rappresentano le imprese che raccolgono, gestiscono, riciclano e smaltiscono i rifiuti urbani e industriali del nostro Paese, sono state ascoltate oggi nel corso di unā€™audizione sulla ā€œProposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)ā€ presso lā€™VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) della Camera dei Deputati.

Lā€™incontro istituzionale ĆØ stato occasione per i Presidenti delle Associazioni Chicco Testa (FISE Assoambiente) e Paolo Barberi (FISE Unicircular) di ribadire le gravi lacune presenti nel Piano e avanzare proposte concrete per realizzare la transizione verso un modello di economia realmente circolare.

I Presidenti Chicco Testa e Paolo Barberi sul PNRR
ā€œLa gestione del ciclo dei rifiuti rappresentaā€, hanno sottolineato i due Presidenti, ā€œun candidato ideale per le progettualitĆ  del PNRR. Il Piano, oltre al rilancio del Paese in termini economici ed occupazionali, deve creare le condizioni per una sua resilienza: nel caso dei rifiuti, questo significa rendere lā€™Italia nel complesso piĆ¹ indipendente dagli approvvigionamenti dallā€™estero di materie prime ed energia, sostituendole il piĆ¹ possibile con quelle recuperate dai rifiuti, e costruire un sistema di gestione dei rifiuti piĆ¹ autosufficiente e funzionale, colmando i gap impiantistici tra le varie aree del Paese e rispetto allā€™estero. Significa, inoltre, rendere il sistema del riciclo meno esposto ai cambiamenti del mercato e agli shock esterni, come purtroppo ĆØ accaduto in questo periodo di pandemia; vuol dire, infine, implementare quelle riforme, chieste anche dallā€™Europa, necessarie per catalizzare e accompagnare gli investimenti delle imprese del settoreā€.

La sindrome NIMBY che frena lo sviluppo industriale del settore
I Presidenti Testa e Barberi hanno evidenziato come la difficoltĆ  maggiore in Italia per la realizzazione e gestione degli impianti non venga tanto dalla mancanza di fondi, quanto dagli ostacoli burocratici e dal clima negativo di sfiducia e sospetto che si ĆØ stratificato intorno alla gestione dei rifiuti e che coinvolge tutti, dai cittadini, alla pubblica amministrazione centrale e locale, agli enti di controllo. Tutto ciĆ² rende difficile la programmazione degli impianti per le autoritĆ  pubbliche e degli investimenti per le imprese private, ed impedisce una efficace e leale collaborazione pubblico-privato. Purtroppo si riscontra come nello schema di Piano sia totalmente assente ogni riferimento ad una programmazione, basata sulla gerarchia dei rifiuti e sulle indicazioni fornite dal Piano europeo per lā€™economia circolare, che includa la scelta delle tipologie impiantistiche e dei progetti necessari per far fronte allā€™attuale forte disparitĆ  fra le Regioni italiane e dellā€™Italia rispetto al resto dā€™Europa, e al conseguente fenomeno del ā€œturismo dei rifiutiā€.

ā€œUn Piano senza visione dā€™insiemeā€
Il PNRR proposto si limita, almeno allo stato attuale, allā€™elencazione di una serie di interventi estemporanei, non coordinati e privi di un chiaro disegno di stimolo, accompagnamento e supporto alla transizione verso modelli di produzione e distribuzione circolari, che individuino flussi prioritari, obiettivi, scadenze, misure di intervento efficaci e consistenti, sulla base delle risorse disponibili. Lā€™attuale impostazione sembra piĆ¹ dettata dallā€™esigenza di allocare trasversalmente le risorse, piuttosto che offrire una visione strategica che metta al centro i rifiuti e lā€™economia circolare per una ripresa duratura e resiliente dellā€™economia. Persino argomenti fondamentali come prevenzione, ricerca ed ecodesign rimangono trascurati.
AffinchĆ© lā€™economia circolare non rimanga soltanto un titolo accattivante, occorre favorire complessivamente condizioni normative ed economiche stabili e competitive per i materiali riciclati e per i prodotti preparati per il riutilizzo, tali da consentire agli impianti di trattamento e riciclo una programmazione mirata degli investimenti per aumentare le proprie capacitĆ , la qualitĆ  dei processi e dei prodotti e la loro portata innovativa.

Partire dalle riforme
Le Associazioni sottolineano lā€™urgenza di procedere finalmente alla tante volte annunciata semplificazione, sburocratizzazione e digitalizzazione delle attivitĆ  amministrative che riguardano il settore dei rifiuti e dellā€™economia circolare, cominciando, ad esempio, da: la riforma dei procedimenti amministrativi per il rilascio ed il rinnovo delle autorizzazioni e del relativo sistema dei controlli, con drastica riduzione delle tempistiche, la piena digitalizzazione in tempi rapidi degli adempimenti ambientali a carico delle imprese e la semplificazione delle procedure per i sottoprodotti e per lā€™End of Waste.

Durante lā€™audizione sono stati poi richiamati diversi esempi concreti di progetti impiantistici da realizzare, e sono state illustrate alcune proposte di strumenti agevolativi per tradurre nellā€™immediato lā€™economia circolare in risultati tangibili:

  1. applicazione di una aliquota IVA ridotta ai prodotti costituiti (interamente o in parte) da beni certificati riciclati o preparati per il riutilizzo;
  2. la concessione di contributi, sotto forma di credito dā€™imposta, ai soggetti che acquistano prodotti riciclati per utilizzarli direttamente nei propri cicli di produzione;
  3. lā€™estensione di agevolazioni fiscali alle imprese in possesso di certificazione ISO 14001 al fine di incentivare quei soggetti che investono in sistemi di qualificazione ambientale;
  4. lā€™estensione della misura per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza degli edifici, alla riqualificazione tramite lā€™impiego, nella costruzione degli edifici, di aggregati riciclati e prodotti realizzati con aggregati riciclati a marcatura CE, destinati ad usi specifici e regolamentati.

FONTE: Ufficio Stampa FISE (Marco Catino).

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