Lo studio, che coinvolge Cnr, UniversitĆ di Padova, Irccs Ospedale San Camillo Venezia, Padova Neuroscience Center e Veneto Institute of Molecular Medicine, ĆØ pubblicato su Trends in Cognitive Sciences.
ROMA – Quando siamo a riposo, ossia nel sonno o in assenza di compiti particolari, il nostro cervello produce attivitĆ spontanea che somiglia a quella registrata durante il comportamento attivo, ma il cui ruolo rimane ancora dibattuto. Una possibile descrizione di questa attivitĆ arriva da uno studio teorico pubblicatoĀ sulla rivista Trends in Cognitive Sciences a firma di Giovanni Pezzulo dellāIstituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) di Roma, di Marco Zorzi del Dipartimento di Psicologia Generale dellāUniversitĆ di Padova e Irccs Ospedale San Camillo Venezia, e di Maurizio Corbetta del Dipartimento di Neuroscienze dellāUniversitĆ di Padova, Padova Neuroscience Center (PNC) e Veneto Institute of Molecular Medicine (VIMM).
Nellāarticolo āThe secret life of predictive brains: whatās spontaneous activity forā i ricercatori ipotizzano, sintetizzando i risultati di molti esperimenti comportamentali, neurofisiologici, e di neuroimmagini, che il cervello si comporti in maniera simile ad una particolare classe di algoritmi computazionali. āLāattivitĆ spontanea del cervello potrebbe riflettere il funzionamento di un modello generativoā, spiegano Giovanni Pezzulo e Marco Zorzi. āI modelli generativi sono molto usati in Intelligenza Artificiale per la loro capacitĆ di generare spontaneamente, in un senso allegorico ‘immaginare’, degli stimoli come immagini o video simili a quelli che hanno appreso. Allo stesso modo il ‘modello generativo’ del cervello ĆØ utile per la risoluzione di compiti particolari come il riconoscimento di un volto o la pianificazione di unāazione da svegli, ma rimane attivo anche quando ĆØ a riposo. In questo stato, dunque in assenza di un preciso compito da svolgere e di forti stimoli esterni, lāattivitĆ spontanea potrebbe servire ad ottimizzarne le capacitĆ di apprendimento e le prestazioni future del cervelloā.
āQuando sogniamo lāattivitĆ spontanea genera impressioni, emozioni, comportamenti, e perfino giudizi morali che sono indistinguibili da quelli che eseguiamo da svegliā, conclude Maurizio Corbetta. āIl cervello ĆØ lāorgano del corpo che in assoluto consuma piĆ¹ energia, circa il 20-25% del budget metabolico totale contro solo il 2% della massa corporea, e questo fabbisogno elevato dipende in gran parte dallāattivitĆ spontanea. In analogia con lāuniverso, in cui la maggioranza della massa ĆØ invisibile, lāattivitĆ spontanea cerebrale ĆØ stata definita la āmateria oscuraā del cervello ma le sue funzioni rimangono misteriose. La nostra ipotesi fornisce una nuova chiave di lettura per comprendere piĆ¹ a fondo queste funzioni e ci proponiamo di testarla ulteriormente attraverso nuovi esperimenti e modelli computazionaliā.
Questa linea di ricerca ĆØ finanziata dai progetti ThinkAhead (European Research Council), Human Brain Project (H2020, FET Flagship), Dipartimenti di Eccellenza del MIUR ai Dipartimenti di Psicologia Generale e Neuroscienze, Fondazione CARIPARO, Fondazione BIAL, FLAG-ERA, Horizon 2020 European School of Network Neuroscience.
FONTE: Ufficio Stampa CNR.