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Il Festival dell’eccellenza al femminile

Consuelo Barilari per la rassegna I Solisti del Teatro, presenta lo spettacolo ā€œArtemisia, Caterina, Ipazia e le altreā€.

10artemisiacaterinaipaziaROMA – Questa sera alle 21.30 nei Giardini della Filarmonica di Via Flaminia 118 a Roma, Consuelo Barilari, regista teatrale e direttrice del Festival dell’Eccellenza al Femminile, per la rassegna I Solisti del Teatro, presenta lo spettacolo ā€œArtemisia, Caterina, Ipazia e le altreā€ da lei diretto.
In scena ci sarĆ  Laura Curino, una delle piĆ¹ grandi narratrici del nostro teatro, che firma anche il testo insieme alla drammaturga Patrizia Monaco.
Il progetto, ideato e curato dalla stessa Barilari, nasce a Genova alla fine del 2019 all’interno del Festival dell’Eccellenza al Femminile, con un laboratorio di scrittura collettiva intitolato Raggi X. Bruscamente interrotto dalla pandemia – proprio mentre partiva la mostra di Artemisia Gentileschi alla National Gallery di Londra, con cui la compagnia aveva giĆ  stabilito un contatto – il progetto continua il suo percorso negli stessi giorni in cui, su iniziativa dello storico libanese Gregory Buckhakjian, si discute lā€™attribuzione alla pittrice italiana di due dipinti della magnifica collezione del Sursock Palace di Beirut, danneggiati nella terribile esplosione della scorsa estate.
ā€œQuesto progetto mi ha incuriosito subitoā€ ā€“ ricorda Laura Curino ā€“ ā€œI testi elaborati durante il laboratorio collettivo erano bellissimi. Io li ho semplicemente adattati, scegliendone o creandone altri vicini alle mie corde piĆ¹ ironiche. Quel che emerge ĆØ la presenza nella tradizione della figura sapienziale femminile, che passa una donna allā€™altra, per riferimenti interni, per canto continuo. Questa sapienza, confinata per ragioni storiche e sociali, spesso martirizzata, ĆØ perĆ² passata di donna in donna fino a raggiungerci. Come nelle stratificazioni dei quadri di Artemisia. Il mio lavoro si basa tantissimo sul recupero dellā€™oralitĆ , del racconto delle donne che si snoda di epoca in epoca, portando se non la parola scritta almeno la parola detta. Qui la parola detta si unisce alla storia dipintaā€.
Lo spettacolo multimediale – realizzato con lā€™impianto scenico di Federico Valente, la videografica di Sara Monteverde, il video mapping di Gianluca De Pasquale e i costumi di Francesca Parodi ā€“ in questi giorni ĆØ approdato sui palcoscenici di due cittĆ  fondamentali nella biografia dellā€™artista: prima a Napoli dove visse e morƬ, e ora a Roma dove nacque. In questa narrazione, la biografia di Artemisia Gentileschi si intreccia a quella di diversi personaggi femminili, evocati dalla radiografia del celebre dipinto che la ā€˜pittoraā€™ ha dedicato a Santa Caterina dā€™Alessandria, figura leggendaria di ribelle ā€˜sapienteā€™ e martire cristiana che molti sovrappongono a quella di un’altra alessandrina: la filosofa pagana Ipazia, uccisa dai cristiani seguici di Cirillo.
ƈ stata Cecilia Frosini, restauratrice dell’Opificio delle Pietre Dure, con il collega Roberto Bellucci a scoprire – grazie all’utilizzo di raggi ultravioletti, infrarossi e X – che la “Santa Caterina d’Alessandria” di Artemisia Gentileschi (1593-1654), potrebbe essere un ‘mash up’ tra l’autoritratto della celebre pittrice e quello di Caterina, figlia del Granduca Ferdinando de’ Medici.
ā€œQuesta finestra sullā€™Arte al femminile fu diffusa nei giorni piĆ¹ importanti per la gestazione del nostro progetto, suggerendoci lā€™impugnatura del lavoroā€ ā€“ dichiara Consuelo Barilari ā€“ ā€œĆˆ cosƬ che ha iniziato a prendere forma lā€™elaborato In nome di Santa Caterina. In questa radiografia abbiamo visto la possibilitĆ  di un altro ā€˜doppioā€™ metaforico: quello tra Santa Caterina e Ipazia, figura fondamentale entrata nella nostra narrazione. Ipazia appare come lā€™alter ego, il lato oscuro di Caterina. Anche lei martirizzata nella stessa cittĆ  e forse nello stesso periodo, ma persa nella damnatio memoriaeā€.
A collegare volti e storie, cā€™ĆØ il racconto ironico, tagliente e spesso comico di Laura Curino.
Grazie alla sua interpretazione, sul palco rivivono il dolore e la forza di tante donne che con le loro parole e i loro ritratti accompagnano idealmente il viaggio rivoluzionario di Artemisia: da Lucrezia e Susanna alla potente Giuditta. I personaggi evocati si muovono nella dimensione narrativa tra Arte e Teatro per comporre una suggestiva scenografia di grandi video-proiezioni a piĆ¹? livelli. Sulla scena, scorrono, appaiono sorprendendoci, vibrano, si frammentano e si alternano le immagini delle opere di Artemisia, insieme a quelle dei suoi maestri e contemporanei: il padre Orazio, e poi Caravaggio, Raffaello, Filippo Lippi, Francesco Botticini, il Guercino e lo stesso Agostino Tassi, lā€™uomo che abusĆ² di lei non ancora diciottenne.

FONTE: AISE.

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