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“Apostoli” mostra personale di Antonio Porru

L'inaugurazione della mostra si svolgerĆ  alla Basilica di San Saturnino il 6 novembre.

LUISELLA,-CLAUDIA,-CILLA-PASQUALE,-IGNAZIO,-EMIDIO-RITA,-SIMONE,-CRISTIANA,-tela,-cm-200x150-stiacciato
Luisella, Claudia, Cilla Pasquale, Ignazio, Emiido Rita, Simone, Cristiana, tela, cm 200×150 stiacciato

CAGLIARI – Il giorno 24 novembre 2021 alle ore 17.00 la Basilica di San Saturnino Rete Musei Civici Cagliari ospita la mostra personale Apostoli di Antonio Porru, accompagnata dai testi critici di Gabriele Simongini, Giorgio Pellegrini, Nico Stringa, Alessandro Sitzia.

Antonio Porru presenta, dunque, la sua seconda importante mostra dopo ben venti anni dallā€™ultima allā€™ExmĆ  di Cagliari, per esplicita scelta personale. In esposizione una serie di oltre 90 opere, raccolte in sei gruppi -Apostoli, Cieli, Terre, 1652 peste a Sanluri 2020 Pandemia, Testimoni, Terrecotte-, che dialogano profondamente con lo spazio architettonico: dodici ritratti replicati sei volte e inseriti in un retable di sei pannelli e dodici raffigurazioni di grande formato.

Durante il vernissage il maestro Gavino Murgia si esibirĆ  in un intervento musicale appositamente dedicato al progetto e allā€™esposizione.

ā€œQuesto ĆØ un mondo in cui ciascuno di noi, conoscendo i propri limiti, conoscendo i pericoli della superficialitĆ  ed i terrori della fatica, deve attaccarsi a ciĆ² che gli sta piĆ¹ vicino, a ciĆ² che egli conosce, a ciĆ² che puĆ² fare, ai suoi amici, alle sue tradizioni, ai suoi amori, per non finire disciolto in una confusione universale, senza sapere nulla, senza amare nulla. Come un lampo, vedendo gli ā€œApostoliā€ laici e i ritratti di Antonio Porru mi ĆØ tornata alla mente questa riflessione di Robert Oppenheimer […] E proprio questo ho trovato di fulminante nelle opere di Porru, la veritĆ  intensa ed ineludibile, anche se fragile, di unā€™autenticitĆ  che si personifica e ci guarda ad occhi spalancati con i visi di familiari, amici, conoscenti che danno vita, complessivamente, ad una sorta di confortante scialuppa di salvataggio nella caotica e spesso insensata tempesta che ogni giorno ci travolge. […] La vocazione artistica di Porru ĆØ popolare, nel senso piĆ¹ alto del termine e tale da accomunarlo, mutatis mutandis, a tre grandi artisti sardi come Costantino Nivola, Maria Lai e Pinuccio Sciola. […] Nel caso di Porru questa vocazione popolare si esprime con la massima efficacia, da ā€œcantastorieā€, nei graffiti realizzati in tanti paesi della Sardegna, fra cui spicca quello di Sanluri, intitolato ā€œSinopie di un secolo incertoā€, con i dodici ā€œApostoliā€ che come apparizioni emergono con la testa, le braccia e le gambe dai muri calcinati del Museo del Pane che diventa ilĀ  loro corpo ā€œbiancoā€. Lā€™interno si proietta allā€™esterno e quelle figure, sedute, manifestano una immediata propensione al dialogo e alla condivisione diventando messaggeri di autenticitĆ  tanto che si potrebbe immaginare qualcosa del genere per tutte le case del paese. CosƬ tutte le opere raccolte nei sette gruppi che innervano la mostra sembrano in realtĆ  frammenti di una sola grande opera murale e corale in cui trova immagine unā€™umanitĆ  concreta e primigenia, colta in tutta la sua sinceritĆ .

Del resto a Porru non interessa essere originale quanto piuttosto mirare allā€™originario cosƬ come ĆØ primigenio per vocazione anche il segno inciso, potente ed essenziale ma anche leggero e lirico, che costituisce la matrice di queste opere piĆ¹ graffite che dipinte, nellā€™uso di tecniche e materiali semplici ed ascetici quali terra, carboncino, tempera o terracotta. ƈ, questa, unā€™umanitĆ  che resiste al drastico, sconvolgente mutamento antropologico del nostro stare nel mondo sotto il dominio delle corporazioni hi-tech che ci cullano con la promessa di ogni meraviglia e di ogni soluzione per una vita migliore, appagante e cool, in una societĆ  ossessionata dal profitto, dal presente e dalla sua ininterrotta partecipazione mediatica e virtuale.

Gli ā€œApostoliā€ in particolare, col solo sguardo e con la loro semplice presenza autenticamente umana, danno testimonianza concreta della fatica, del Iavoro, dellā€™impegno quotidiano di coloro che realmente sono le colonne portanti della famiglia e della societĆ  o perlomeno di quel che ne resta oggi. Non a caso, nelle opere in mostra, gli ā€œApostoliā€ sono rappresentati a figura intera quasi per sottolineare la soliditĆ  del loro ruolo mentre in quasi tutti gli altri ritratti emergono solo la testa e il busto e talvolta, come nella serie a tempera e carboncino del 2020, a quelle figure viene dato un andamento regolare, quasi oggettuale, tanto che alcuni sembrano assumere quasi la forma di vasi antropomorfi. […] CosƬ, in un mondo dove sembra pericoloso perfino abbracciarsi e stringersi la mano e in cui i legami umani sono stati sostituiti dalle connessioni digitali, vien voglia di toccare queste opere cosƬ vitali, di sentirne le rughe e lā€™epidermide materica ma anche quel senso del tempo e della memoria (ā€œLa memoria ĆØ lā€™animaā€, diceva Umberto Eco) che si portano addosso insieme ad una sorta di misterioso destino esistenziale. [..]ā€ (dal testo critico di Gabriele Simongini)

Biografia
Antonio Porru nasce a Sanluri (Cagliari) nel 1950. Sin da piccolo la sua passione ĆØ il disegno. Nel 1966 frequenta la scuola dā€™arte di Oristano. Nel 1969 si diploma, rifiuta varie proposte di lavoro e la possibilitĆ  di intraprendere la carriera di insegnante: la sua passione per la pittura e per lā€™arte non gli consente di cedere a compromessi. Nel 1973 frequenta un laboratorio sulla terra cotta organizzato da un frate francescano, Padre Ambrogio Fozzi, nel convento di Santa Lucia di San Gavino. Lā€™esperienza sarĆ  di grande importanza per la sua formazione; la terra lo appassiona e non lascerĆ  piĆ¹ questa materia che utilizzerĆ  in vari modi sperimentando la sua potenza espressiva. Nel 1981 dĆ  vita con scritti e illustrazioni a un giornalino dal titolo ā€œSelloriā€, nome antico del paese di Sanluri, in cui affronta tematiche politico-sociali. Nei primi anni ottanta costruisce di sana pianta la sua casa in localitĆ  ā€œCuccuruS.Ritaā€, non lontano dal suo paese e si trasferisce con la sua compagna Rita. SeguirĆ  un periodo di intenso lavoro, specialmente con i bassorilievi, ma anche con le sculture a tutto tondo, sempre in terracotta. Alla fine degli anni ottanta frequenta il suo vecchio professore di disegno della scuola dā€™arte, il pittore Antonio Amore (amico di Balla e di Guttuso). I due diventano amici e condividono per un decennio lo studio laboratorio di Sanluri. Negli anni successivi realizza diverse opere per il suo paese, pannelli in terra cotta, bassorilievi, stele in pietra e graffiti. La prima mostra di rilievo avviene nel 2002 allā€™ExmĆ  di Cagliari. Nel 2010 vince a Oristano il 1Ā° premio ā€œCittĆ  della ceramicaā€. Viene chiamato a partecipare alla mostra dislocata nella cittĆ  di Sassari, per la prestigiosa Biennale di Venezia, curata da Sgarbi. Nel 2014 la FacoltĆ  di teologia di Cagliari gli commissiona un lavoro importante: una terracotta da sistemare nellā€™aula magna. Con questo grande pannello si chiude forse definitivamente il periodo dei bassorilievi. Nel 2015 il preside del Liceo Dettori di Cagliari gli commissiona un grande graffito per il 150Ā° della sua fondazione. Negli ultimi anni la sua attivitĆ  si concentra nella realizzazione di ritratti di grandi dimensioni di persone che fanno parte della sua quotidianitĆ . Sue opere sono presenti nella collezione della Fondazione Banco di Sardegna, oltre che in molte collezioni private.

Info
Apostoli
Mostra personale di
Antonio Porru
Testi critici di Gabriele Simongini, Giorgio Pellegrini, Nico Stringa, Alessandro Sitzia
Catalogo in mostra – Maretti Editore
Partner: Fondazione di Sardegna, Central Formaggi

Inaugurazione 6 novembre 2021 ore 18.00
Con esibizione musicale del maestro Gavino Murgia

Basilica San Saturnino
Piazza San Cosimo – Cagliari

Fino al 6 dicembre 2021

Orari: da lunedƬ al sabato dalle 8:30 alle 13:30 – altre aperture verranno presto comunicate
tel. 3454779953 – 3333806558 – 0703428266
mail drm-sar.basilicasansaturnino@beniculturali.it

FONTE: Ufficio Stampa Roberta Melasecca.

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