Skip to content

“Dante, Federico II e Gubbio” alla Biblioteca Sperelliana di Gubbio

Successo di pubblico per lo stimolante incontro dell’associazione umbra ‘Federico II di Svevia Hohenstaufen’ in occasione dei 700 anni dalla morte...

FOTO-copGUBBIO (PG) – Una sala gremita da un pubblico attento ha seguito venerdì scorso 19 novembre nell’ex Refettorio della Biblioteca Sperelliana, le ‘conversazioni’ sul tema ‘Dante, Federico II e Gubbio’, proposte dall’associazione umbra Federico II di Svevia Hohenstaufen, nell’ambito delle innumerevoli iniziative nazionali per i 700 anni dalla morte di Dante. L’incontro introdotto e coordinato da Calogero Alessi presidente dell’associazione ‘Federico II’,  ha evidenziato gli stretti legami che collegano Gubbio al Sommo Poeta e all’imperatore di Svevia. Alessi ha messo in evidenza collaborazioni e contributi del sodalizio, nato a Perugia nel 2018 e già distintosi per vari convegni e prestigiosi riconoscimenti, grazie all’impegno di storici e appassionati studiosi con  interessi e obiettivi comuni, sostenuti anche grazie alla generosa partecipazione di imprenditori come Fernando Barbetti con la sua società ‘Inveco’. I saluti istituzionali del sindaco di Gubbio Filippo Mario Stirati e del presidente della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria Mario Squadroni, hanno aperto i lavori, articolati in relazioni dal taglio originale. Anna Buoninsegni Sartori con il tema “L’eugubino Cante Gabrielli Esiliatore di Dante” ha tracciato un quadro di luci e ombre sulle circostante delle condanne del 1302 che portarono all’esilio, all’età di 57 fino alla morte nel 1321, l’autore della Divina Commedia, ad opera dell’eugubino Cante Gabrielli. Al centro dell’esposizione ‘Il libro del Chiodo’ conservato all’Archivio di Stato di Firenze che contiene le discusse sentenze autografe del Gabrielli, in veste di Podestà. Elvio Lunghi ha scavato con l’interrogativo “Oderisi Chi?” l’incerta figura del miniatore cantato da Dante nell’XI Canto del Purgatorio, definito ‘onore d’Agobbio e di quell’arte ch’alluminar chiamata è in Parisi’. In mancanza di attribuzioni definitive, lo studioso ha avanzato da tempo una suggestiva ipotesi che assegna un ruolo al padre Guido di Pietro, ‘il pittore delle croci’,  senza nulla togliere alla forza immaginifica che il Poeta attribuisce alla riconosciuta figura del miniatore. Eccellente e di notevole spessore analitico la dotta dissertazione di Pasquale Tuscano “Francesco d’Assisi, Federico II di Svevia e la scuola poetica siciliana in Dante”, nella quale lo studioso  ha spaziato dalla vita e dagli scritti dello  ‘stupor mundi’ Federico II di Svevia, alle testimonianze poetiche di San Francesco e, infine, alla cosiddetta Scuola Siciliana, sottolineando:  “Non è esagerato affermare che il Santo e l’Imperatore hanno precorso i tempi e aperto la via storica ed esistenziale del Rinascimento”. La serata è stata conclusa delle letture dell’attrice nonché scrittrice Francesca Tuscano, ottima interprete, fra l’altro, del Canto XI del Purgatorio, quello del miniatore duecentesco Oderisi.

FONTE: Associazione Federico II.

© 2006 - 2024 Pressitalia.net by StudioEMME