Musei, 95% ha sito web e 83% social
I fondi Pnrr (Piano nazionale Ripresa e Resilienza) destinati alla digitalizzazione dei Beni Culturali si avviano da una base piuttosto eterogenea: uno scenario rivolto allโinnovazione tecnologica, un altro ancora da solleticare e da vincere. La pandemia sicuramente ha forzato il processo di innovazione che in Italia era rallentato prima del 2020.
Scendiamo nel dettaglio dei numeri e confrontiamo il biennio appena trascorso.
Per quanto riguarda i musei, in particolare, lโOsservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attivitร Culturali della School of Management del Politecnico di Milano, ci informa che le istituzioni culturali ย nellโultimo anno, si sono convertite sempre piรน al digitale; โI canali digitali -ha detto Michela Arnaboldi, responsabile scientifico dellโOsservatorio- sono passati da essere prevalentemente un mezzo di promozione e informazione a vero e proprio strumento di diffusione della conoscenza. Oggi, il 95% dei musei ha un sito web (una crescita importante, superiore al 10%, rispetto al 2020) e lโ83% un account ufficiale sui social (una crescita, rispetto al 76% del 2020, guidata dal forte aumento della presenza su Instagram). Grazie al digitale si รจ aperta lโopportunitร di ripensare il rapporto con lโutente come unโesperienza estesa, nel tempo e nello spazio, in quanto non confinata al luogo e al momento dellโesperienza in loco, ma potenzialmente continua e accessibile da qualsiasi luogo e in qualunque momentoโ.
Il 30 % in piรน dei musei italiani ha pubblicato le proprie collezioni nel sito web (il 69% in piรน nel 2021) e il 13% in piรน ha accolto il podcast come soluzione alle guide online dei propri tesori, attirando un maggior numero di โvisitatoriโ. Anche se questi numeri possono parlare di conversione al digitale, in realtร , le istituzioni che lo fanno adottando strategie e businness sono solo il 24%, ovvero lo stesso numero di un anno fa; tour e visite guidate online sono ancora ostici per diffusione (proposti dal 45% delle istituzioni).
Conforta lโ80% dei musei che offre almeno un contenuto digitale e piuttosto elevata รจ la quota di istituzioni che offrono laboratori e attivitร didattiche online, sottolineando la rilevanza dellโinterazione e del rapporto che possono nascere tra i luoghi della cultura e le scuole, il 70% del 2021, grazie oltre ai laboratori e attivitร didattiche, anche a tour e visite guidate, corsi di alta formazione.
ร aumentato anche considerevolmente il numero di musei che hanno pubblicato la collezione digitalizzata sul proprio sito web (dal 40% del 2020 al anche la biglietteria si evolve e cresce la percentuale di musei, monumenti e aree archeologiche che offrono la possibilitร di acquistare il biglietto online, passando dal 23% al 39% dei musei che hanno un sistema di biglietteria (pari al 65% del totale). La sicurezza, nei suoi vari ambiti, รจ un altro aspetto al centro dellโattenzione in questo particolare periodo. In particolare, dallโindagine รจ emerso che negli ultimi 3 anni il 55% dei musei ha investito in sistemi per la salvaguardia della salute e il distanziamento fisico, e il 42% in impianti di videosorveglianza per il monitoraggio delle aree, che si stanno rivelando estremamente utili per garantire la visita degli spazi espositivi nel rispetto delle norme per la salute delle persone.
Il digitale sembra essere lo strumento di eccellenza anche per offrire unโesperienza piรน interessante di fruizione dei contenuti: il 70% delle istituzioni culturali ha adottato almeno una nuova tecnologia. I piรน diffusi sono il QR Code e Beacon (il 33% delle istituzioni ne fa uso), seguiti dalle piรน tradizionali audioguide (32%, stabili rispetto al 2020) e dagli schermi touch screen (32%). Infine, unโistituzione culturale su quattro mette a disposizione dei propri utenti unโapplicazione.
Il 2020 ha visto una forte riduzione delle entrate da biglietteria (in media del 56%). Anche gli introiti da altri servizi commerciali sono diminuiti con una conseguente maggiore dipendenza da finanziamenti pubblici e privati, passati da costituire il 53% delle entrate nel 2019 al 59% nel 2020.
I cambiamenti degli ultimi mesi hanno perรฒ aperto anche a ragionamenti sui nuovi modelli di business da adottare per far sรฌ che il processo di innovazione sia sostenibile e assuma una connotazione strutturale e non solo estemporanea. Bisogna insomma passare da soluzioni trovate come risposta allโemergenza pandemia ad asset strutturali. Quanto ai contenuti digitali, i modelli di offerta sono stati diversi. La maggior parte delle istituzioni culturali ha scelto di fornirli, almeno in una prima fase, in modo gratuito.
Questa scelta, dice lโOsservatorio, โpuรฒ diventare una linea strategica quando si vuole usare il prodotto digitale per aumentare lโengagement, usare lโonline come stimolo per la visita fisica o per ottenere informazioni sul pubblico da poter utilizzare per attivitร di marketingโ.
Il 22% dei musei, invece, ha sperimentato modelli a pagamento e in particolare la vendita del singolo contenuto digitale (13%, soprattutto per attivitร didattiche e tour virtuali) e/o di un pacchetto di servizi (9%, per corsi e podcast). Meno frequenti sono stati modelli che prevedono il ricorso a pubblicitร o sponsorizzazioni, abbonamenti o membership, donazioni e contenuti ‘freemium’. Quanto alla reazione del pubblico circa la proposta di contenuti digitali, i musei sono rimasti soddisfatti sia per i contenuti offerti gratuitamente (per cui lโ86% di questi si ritiene soddisfatto della risposta del pubblico) sia per quelli offerti a pagamento (il 62% รจ soddisfatto della risposta).

Nata a Gubbio nel marzo 1975 consegue il diploma tecnico di โPerito aziendale e corrispondente in lingue estereโ presso lโITIS. Laureata in Scienze Politiche -Politico internazionale- discutendo la tesi โI tredici giorni della Crisi di Cubaโ relatore prof. Fulvio DโAmoja, si avvicina al giornalismo scrivendo per โLa Fonteโ e collaborando con la redazione de โLโEugubinoโ, collaborazione che dura da 13 anni. Ha lavorato in uno studio medico fino alle maternitร . Dal 2016 lavora presso lโAssociazione Maggio Eugubino per la quale gestisce le attivitร di segreteria, di comunicazione e gestione del personale. Si interessa di politica, di giornalismo, di lettura e del bene della cittร in cui vive e in cui vive la sua famiglia e gli amici e per la quale partecipa attivamente al volontariato cittadino che mira alla valorizzazione e salvaguardia della storia e delle memorie, avendo forti sentimenti per le tradizioni e al contempo intrattiene rapporti con lโestero e con il resto dellโItalia anche nel quadro dellโattivitร turistica.