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L’abete di Natale… da dove viene questa usanza?

Le ricerche partono dai popoli Celti con un significato molto universale, in realtà, in quanto rappresenta un simbolo di vita eterna, per la sua caratte...

albero_di_natale_piu_grande_del_mondoCosì anche per i Romani regalarsi un ramo di abete o di una pianta sempreverde, durante le calende di gennaio, aveva il significato benaugurante.

Vicini ai romani, cronologicamente e per confine, i Cristiani, ripresero il concetto della vita eterna ispirato dalla caratteristica dell’abete e lo fecero simbolo di Cristo anche per la sua forma triangolare a richiamare la SS Trinità. Altre correnti vedono l’adozione di questo albero ancora prima della venuta di Cristo , nell’albero della vita di cui parla la Bibbia e nell’albero del bene e in quello del male entrambi presenti nell’Eden e simbolo della richiesta di perdono da parte dell’umanità.

Facciamo un salto verso i nostri tempi. Il primo albero addobbato, non certo così come lo conosciamo oggi, ma con la finalità di abbellirlo e profumarlo, di donare colore agli angoli dei saloni, viene dalla Germania, introdotto dalla Duchessa di Brieg nel 1600 circa: terminato di addobbare il castello intero, si accorse che un angolo della stanza principale era buio e spoglio. Ordinando che vi si trasportasse un abete in un vaso, contribuì alla nascita di una tradizione ormai centenaria. Anche in Francia prese vita questa splendida tradizione grazie alla Duchessa d’Orleans nel 1840. Prima di questa data in Francia un albero di Natale addobbato era considerata usanza protestante (da Martin Lutero). Già a Tallin per tradizione protestante (Prussia del 1441) si addobbavano abeti con il significato di buon auspicio per le anime gemelle. La storia vuole che sia proprio questo il primo Abete di Natale.

In Italia l’Albero di Natale è stato introdotto dalla regina Margherita nel 1898, che ne fece allestire uno nei saloni del Quirinale, seguendo un po’ anche la moda che aveva contagiato altre corti europee già da qualche secolo. In Italia però ha sempre avuto maggiore presa e spazio il presepe e a onor del vero l’arte e la devozione di costruire presepi è tipico dei paesi dove la religione cristiana ha radici storiche, come in Francia e in Spagna.

Le luci elettriche su un albero di Natale furono utilizzate per la prima volta nel 1885 negli Stati Uniti da Edward Hibberd Johnson; dieci anni dopo nel 1895, la Casa Bianca adotta il primo albero di Natale illuminato della storia. La tradizione dell’albero illuminato e degli addobbi parte, però, dal secondo dopoguerra, con il boom economico e l’industria degli addobbi, arrivando questa volta, davvero fino noi crescendo in maniera esponenziale anche grazie alla comunicazione. Molte città vantano alberi illuminati di una bellezza che si può dire artistica, ma ce n’è sicuramente uno che li rappresenta tutti, l’Albero di Natale più grande del mondo realizzato a ridosso del Monte Ingino di Gubbio da volontari della città, gli alberaioli, che dal 1980 ogni anno hanno perfezionato quelle che oggi sono 300 luci verdi che definiscono il perimetro dell’albero di Natale fatto di 7500 metri di cavi e che riempiono con 400 luci colorate e una stella sulla punta di 1000 metri quadrati e 250 luci. L’albero che attira migliaia di turisti ogni anno, può essere attraversato passeggiando per gli stradoni che conducono alla basilica del Patrono Ubaldo; ci si troverà immersi nei punti luce e si può raggiungere anche la stella ed avere una visione veramente unica. L’albero di Natale più grande del mondo rimarrà acceso fino a domenica 9 gennaio 2022. Per una maggiore suggestione è molto bello assistere all’accensione verso il tramonto dagli stradoni verso la stella. La passione per l’albero di Natale non ha conosciuto ostacoli e si può affermare che abbraccia moltissime culture.

 

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