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Giorgetti: “Conseguenze economiche guerra destinate a protrarsi”

(Adnkronos) - Le sanzioni scaturite dal conflitto in Ucraina "continueranno" anche perché "l'obiettivo dichiarato degli Usa di escludere la Russia dal contesto della globalizzazione mi sembra chiaro". Lo afferma il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti intervenendo all'Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio. "Anche se le vicende militari dovessero esaurirsi le conseguenze economiche sono destinate a protrarsi nel medio lungo periodo" ha detto il ministro sottolineando che "le sanzioni sono il prezzo che paghiamo in termini economici e sociali per sostenere una battaglia di difesa dei principi di libertà", quindi "la guerra economica continuerà".

Le sanzioni scaturite dal conflitto in Ucraina “continueranno” anche perché “l’obiettivo dichiarato degli Usa di escludere la Russia dal contesto della globalizzazione mi sembra chiaro”. Lo afferma il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti intervenendo all’Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio. “Anche se le vicende militari dovessero esaurirsi le conseguenze economiche sono destinate a protrarsi nel medio lungo periodo” ha detto il ministro sottolineando che “le sanzioni sono il prezzo che paghiamo in termini economici e sociali per sostenere una battaglia di difesa dei principi di libertà”, quindi “la guerra economica continuerà”.

Il ministro ha poi acceso un faro sul tema dell’inflazione. “Un tema – ha detto – che a me preoccupa tantissimo è quello dell’inflazione, che non arriva dall’enorme quantità di moneta messa in circolazione ma dal fatto che aumentano i fattori di produzione come energia e materie prime”.

“Questo é un problema degli imprenditori e dell’economia reale che non riesce a traslare su prezzi” gli aumenti e “quindi ha visto alterato l’equilibrio economico dell’impresa”: rimarrà tale “fino a quando questa inflazione non genererà una richiesta di adeguamento di salari e pensioni”, sottolinea Giorgetti. Un tema che diventerà centrale nei prossimi mesi e destinato a diventare un “problema per la classe politica perché non possiamo pensare di ripristinare l’indicizzazione e la scala mobile che peraltro è stata al centro di un referendum, ma questo tema si pone. Un disastro economico che diventa sociale che diventa politico” a cui contrapporre “fiducia nelle nostre capacita e nei nostri mezzi”.

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