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Giustizia, Meritocrazia Italia: “Preoccupa stallo su riforma”

(Adnkronos) - "Desta molta preoccupazione la situazione di stallo per una Riforma necessaria. Preoccupa, da un lato, lo sciopero annunciato dalle toghe e, dall’altro, la retromarcia delle forze politiche che fingono di voler trovare una soluzione per poi indietreggiare su aspetti imprescindibili come la separazione delle carriere tra Pm e Giudicanti e la revisione dei sistemi di accesso alla magistratura, che dovrebbe essere consentito solo a chi abbia maturato almeno 10 anni di attività legale, a garanzia di esperienza e professionalità. L’affannosa ricerca di soluzioni di compromesso tra interessi di categoria e il malcontento della magistratura per alcuni passaggi del disegno mettono in ombra il senso della missione, che è una soltanto. L’obiettivo comune dovrebbe essere quello di costruire un sistema massimamente efficiente, in grado di dare risposta alle istanze di tutela dei cittadini ed effettività ai diritti fondamentali". Così in una nota Walter Mauriello, presidente di Meritocrazia Italia.

“Desta molta preoccupazione la situazione di stallo per una Riforma necessaria. Preoccupa, da un lato, lo sciopero annunciato dalle toghe e, dall’altro, la retromarcia delle forze politiche che fingono di voler trovare una soluzione per poi indietreggiare su aspetti imprescindibili come la separazione delle carriere tra Pm e Giudicanti e la revisione dei sistemi di accesso alla magistratura, che dovrebbe essere consentito solo a chi abbia maturato almeno 10 anni di attività legale, a garanzia di esperienza e professionalità. L’affannosa ricerca di soluzioni di compromesso tra interessi di categoria e il malcontento della magistratura per alcuni passaggi del disegno mettono in ombra il senso della missione, che è una soltanto. L’obiettivo comune dovrebbe essere quello di costruire un sistema massimamente efficiente, in grado di dare risposta alle istanze di tutela dei cittadini ed effettività ai diritti fondamentali”. Così in una nota Walter Mauriello, presidente di Meritocrazia Italia.

“Nessuna sfiducia nei confronti dell’operato dei Giudici, anzi, a dolersi non sono quelli che investono nel lavoro quotidiano la loro professionalità. Nessun indebolimento dell’organo giudiziario. Al contrario -prosegue- la riforma dovrebbe essere il miglior riconoscimento della Magistratura dei meriti, fatta di Giudici che conoscono il sacrificio e la responsabilità del loro lavoro. Per questo, dopo decenni di attesa, non sono ammissibili passi indietro. La politica mantenga la promessa di restituire dignità e credibilità a un sistema istituzionale oggi non equilibrato, che non assicura davvero imparzialità e autonomia. Contro nessuno ed a favore del Popolo. Da sempre Meritocrazia Italia insiste per l’introduzione di un sistema di elezione che premi il merito rispetto all’appartenenza. L’associazionismo interno è importante momento di confronto e crescita condivisa, ma è essenziale eliminarne il risvolto politico in sede di elezione e di nomina per gli incarichi direttivi”.

“La politicizzazione della Magistratura ha eroso la vera funzione della Giustizia, mettendo al margine il serio impegno quotidiano di tantissimi magistrati. Per questo, Meritocrazia insiste con le proposte di: – elezione a sorte dei componenti del Csm, tra soggetti rientranti in una lista di selezione per meriti, sui seguenti requisiti: anzianità di servizio continuativa minima di 10 anni; aver ricoperto ruoli semi direttivi e direttivi; aver ottenuto una percentuale di riforma delle proprie sentenze non superiore al 20% del totale dei provvedimenti emessi in un anno giudiziario (per la magistratura giudicante), con medesimo, speculare meccanismo per le percentuali di assoluzione del presunto reo con formula piena (per la magistratura inquirente); non aver ricevuto negli ultimi 5 anni sanzioni disciplinari; – aumento del numero degli elettori e dei delegati al fine di caratterizzare l’organo quale vero Istituto di rappresentanza del merito, escludendo a tal fine coloro che risultino di estrazione parlamentare; – separazione delle carriere dei magistrati (giudicante e inquirente) sin dalla fase concorsuale; – introduzione, per magistrati e operatori della giustizia, dell’obbligo di astensione dal partecipare e rendere dichiarazioni in trasmissioni televisive, per evitare inutili spettacolarizzazioni e svilimento della funzione giudiziaria; – introduzione del divieto dell’assunzione di incarichi politici da parte dei magistrati; – ridefinizione dei meccanismi di progressione della carriera, con maggiore valorizzazione del Merito e applicazione di parametri oggettivi (ad es. numero di sentenze prodotte e non riformate nei gradi successivi rispetto alla media distrettuale)”.

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