Anselmo Calò, nato a Roma nel 1958, dal 2000 è Presidente dell’ADA, la principale Associazione degli autodemolitori italiani dove è stato Vice Presidente dal 20214 al 2018 anno in cui è stato eletto alla guida dell’associazione. Ha ricoperto la carica di Presidente FISE UNIRE (ora UNICIRCULAR) e per oltre vent’anni è stato Consigliere Delegato della Calò Roberto SRL, la più antica impresa di demolizioni auto della Capitale.
Attualmente è anche Presidente di FISE, dove aveva già ricoperto la carica di Vice Presidente e Tesoriere.
Presidente, avete organizzato “La crisi dell’automotive tra problemi e cambiamenti: quali prospettive per la filiera ELV” come Associazione Nazionale Demolitori Autoveicoli?
Si, il webinar è stata un’occasione di formazione insieme ad esperti e personaggi di spicco per parlare di un argomento molto sentito nel settore. Le diverse evoluzioni in corso sul mercato automotive sono destinate a stravolgere, nei prossimi anni, anche il business dell’autodemolizione. Mi riferisco in particolare all’elettrificazione del parco circolante e ai i futuri scenari del mercato dell’auto. Ma c’era anche un tema di attualità da affrontare: la mancanza di disponibilità di veicoli nuovi presso i concessionari, dovuta alla crisi dei semiconduttori e dei cablaggi e di altre componenti che provengono generalmente dall’Asia.
L’ADA nasce quando e perché?
ADA nasce nel 1988 quando alcuni demolitori del milanese cominciarono ad incontrarsi per dare finalmente un’identità al proprio lavoro. Diedero così vita ad una vera e propria associazione ed iniziarono ad organizzarsi per reclutare altri colleghi da altre città e altre regioni. Da allora ADA persegue obiettivi ben precisi:
- sviluppo, coordinamento, disciplina, difesa dell’attività imprenditoriale, degli associati, del recupero e trattamento degli autoveicoli, raccogliendo, distribuendo ai soci la maggior quantità possibile di notizie;
- rappresentanza e tutela morale, giuridico-economica delle aziende associate;
- promozione ed assistenza alle aziende;
- adesione ad enti e organizzazioni del settore;
- promozione di relazioni tra soci.
Che cos’è la filiera “End Life Vehicles”?
La filiera ELV riguarda il fine vita dell’auto e coinvolge i produttori, che ne sono responsabili in base al principio della responsabilità estesa del produttore, gli autodemolitori, che provvedono al ritiro e alla messa in sicurezza-bonifica e demolizione dei veicoli a fine vita che comporta il recupero di ingenti quantità di materiali e ricambi usati (circa 1 milione di tonnellate all’anno) e i frantumatori che costituiscono l’ultimo anello della catena che riciclano i materiali metallici e non, e avviano a smaltimento le frazioni non ulteriormente riciclabili come il car fluff.
Quali sono oggi i problemi che riscontrate come associazione?
Il principale problema riscontrato è la carenza di veicoli da demolire sul mercato, per tre differenti ragioni: la prima è la crisi economica che deprime il mercato del nuovo, che in Europa è un mercato di sostituzione, ossia si demolisce un veicolo vecchio all’acquisto di uno nuovo; questo provoca una mancanza di veicoli da demolire. La seconda motivazione è determinata dalla difficoltà, da parte delle case automobilistiche, di rispettare i contratti di vendita dei veicoli nuovi per mancanza di forniture dovute alla pandemia, all’aumento dei costi delle materie prime, e alla difficoltà dei noleggi marittimi e, da ultimo, dalla guerra in Ucraina. La terza motivazione è identificabile nella esportazione di veicoli da demolire in paesi dell’est Europa o del nord Africa ed andrebbe perseguita perché si tratta in definitiva di un’esportazione di rifiuti camuffata.
Che cos’è l’elettrificazione?
L’elettrificazione del parco auto è la sostituzione di veicoli con motori termici con quelli a trazione elettrica. È prevista dal Pacchetto “Fit for 55” pubblicato a luglio 2021 dalla Commissione UE: per affrontare l’aumento delle emissioni del trasporto stradale vengono adottate una combinazione di misure come standard per le emissioni di CO2 dai veicoli ancora più stringenti, per accelerare la transizione verso la mobilità a zero emissioni, con un calo di queste del 55% dal 2030 e del 100% dal 2035 rispetto ai livelli del 2021. Ciò significa che tutte le nuove auto immatricolate a partire dal 2035 dovrebbero essere a zero emissioni.
L’autodemolizione come avviene e chi la effettua?
Per autodemolizione si intende la demolizione degli autoveicoli non più utilizzabili. Secondo quanto prescrive la normativa italiana, che deriva da una direttiva europea, la demolizione degli autoveicoli deve avvenire in centri appositamente costruiti e autorizzati. Ogni intervento sugli autoveicoli, che non sia un’attività di riparazione o sostituzione di un ricambio, è vietata dalla Legge. L’attività di autodemolizione è esercitata sin dagli albori della motorizzazione ma solo nel 1982 ha ricevuto una prima regolamentazione. Gli autodemolitori sono operatori che normalmente svolgono questa attività da lungo tempo e che si sono adeguati alle indicazioni normative europee che hanno portato i loro impianti ad essere tecnologicamente avanzati nella protezione dell’ambiente.
Come è cambiata nel tempo e di solito quanto è la durata di una macchina?
Il parco circolante in Italia ha mediamente 12/13 anni. All’inizio dell’era della motorizzazione gli autoveicoli avevano una durata lunghissima (oltre trent’anni). Dal dopoguerra ad oggi il periodo di vita di un autoveicolo è progressivamente diminuito. I veicoli costruiti oggi potrebbero comodamente essere usati per un periodo più lungo di quello che normalmente li utilizziamo. Tuttavia, i consumatori preferiscono sostituire i loro autoveicoli per poter usufruire di maggiori confort e più alte prestazioni anche ambientali.
Che tipo di macchine venivano e vengono demolite. Sono più le macchine di marca italiana o straniera?
Gli autoveicoli vengono demoliti quando la loro manutenzione dovuta all’usura dei ricambi diventa costosa e ne rende economicamente vantaggiosa la sostituzione oppure quando un veicolo ha prestazioni inferiori rispetto a quelle richieste dall’utente. Ciò avviene indistintamente per tutti i modelli nazionali o stranieri che registrano queste evenienze.
Le macchine elettriche come cambiano il mercato della demolizione?
Purtroppo non abbiamo ancora esperienza sulle differenze effettive tra demolire un veicolo a trazione endotermica o elettrica. Tuttavia alcune cose le sappiamo: il veicolo elettrico ha un peso mediamente inferiore del 30% rispetto a quello con motore termico e una quantità molto inferiore di componenti. Ciò comporta che, al momento della demolizione, la quantità di materiali e ricambi che possono essere tratti da un veicolo producono una redditività decisamente inferiore rispetto ai veicoli termici. In definitiva i costi della demolizione di un veicolo endotermico, al giorno d’oggi, sono compensati dal valore dei materiali e dei ricambi che si traggono dal veicolo stesso. La nostra impressione è che con i veicoli elettrici questa tendenza sarà invertita e quindi la demolizione di un veicolo avrà un costo per la casa automobilistica che l’ha immesso sul mercato.
Com’è il mercato della demolizione in Italia e negli altri Paesi?
I mercati europei sono simili e allo stesso tempo influenzati in maniera diversa dalla situazione economica e dall’esportazione dei veicoli da demolire: laddove c’è minore disponibilità di veicoli da demolire il settore dell’autodemolizione va in sofferenza. Paradossalmente il Paese di maggiore sofferenza per gli autodemolitori è la Germania dove oltre il 60% degli autoveicoli viene esportato verso i paesi dell’est e termina il suo ciclo di utilizzo in quei paesi.
I programmi che l’ADA vuole attuare per la tutela di questo lavoro?
La prima preoccupazione dell’Associazione è quella di garantire i livelli occupazionali attraverso l’acquisizione di tutti i veicoli da demolire che si producono nel paese, quindi attuare norme che impediscano l’esportazione di veicoli da demolire in altri paesi che non è altro che un’esportazione illegale di rifiuti. Inoltre è necessario che i ricambi usati messi in vendita sulle piattaforme del commercio elettronico abbiano provenienza certa e quindi sia possibile la tracciabilità per individuare il veicolo da cui è stato tratto il ricambio e l’impianto autorizzato dove l’operazione è stata effettuata. Al momento il mercato elettronico degli autoricambi usati è popolato di ricambi messi in vendita da privati che cannibalizzano il proprio autoveicolo o da operatori che acquisiscono veicoli in maniera illegale e ne mettono in vendita i ricambi. Su queste due problematiche abbiamo ripetutamente chiesto un intervento a livello europeo attraverso EGARA, la federazione delle associazioni degli autodemolitori europei che ha sede in Olanda.