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Inaugurato a Taranto il primo parco eolico marino del Mediterraneo

Le stime dicono che in 25 anni consentirà un risparmio di 730mila tonnellate di CO2. Si conclude un iter burocratico durato 14 anni.

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Foto di Markus Distelrath da Pixabay

È entrato in funzione giovedì 21 aprile Beleolico, il primo impianto eolico interamente costruito in mare. Si tratta di dieci turbine posizionate nella rada esterna del porto di Taranto, ad una distanza dalla costa che oscilla tra i 100 metri e i 2,5 chilometri. La potenza complessiva è di 30 megawatt, in grado di soddisfare in un anno il fabbisogno di energia elettrica di circa 60mila persone. Il progetto è stato realizzato dalla società Renexia e ha richiesto un investimento complessivo di 80 milioni di euro. Secondo le stime dell’azienda, l’impianto rimarrà operativo per almeno 25 anni e consentirà di risparmiare circa 730mila tonnellate di anidride carbonica.

A margine della cerimonia di inaugurazione, Renexia ha firmato un accordo con l’Autorità Portuale per la cessione di una parte dell’energia prodotta da Beleolico – almeno il 10%, comunque non meno di 220 megawattora all’anno – al fine di consentire la totale elettrificazione del porto di Taranto. Considerando che ogni nave che entra in porto e non spegne i motori produce ogni giorno emissioni pari a quelle di 10mila vetture, si tratta di un passo molto importante, che permetterebbe di ridurre in maniera sostanziale l’inquinamento.

La produzione del primo chilowattora segna la fine di un travagliato percorso burocratico, iniziato nel 2008 con la presentazione della prima proposta. Mentre i lavori per la posa delle pale eoliche sono iniziati nell’agosto 2021 e non hanno incontrato ritardi né complicazioni, l’iter amministrativo per ottenere le necessarie autorizzazioni si è protratto per ben 14 anni.

Le difficoltà incontrate del progetto non sono dissimili da quelle che hanno bloccato o bloccano tutt’ora altre iniziative per la produzione di energia rinnovabile in Italia. Molto del ritardo accumulato dipende dai ricorsi presentati dai soggetti che si oppongono alla loro realizzazione: amministrazioni locali, aziende concorrenti o associazioni di cittadini. Il caso del parco eolico di Taranto è emblematico in tal senso: prima è stato necessario superare la contrarietà al progetto della Soprintendenza e della Regione Puglia e poi, quando nel 2013 le autorizzazioni erano state concesse e i lavori sembravano ormai imminenti, il Comune di Taranto è intervenuto per manifestare la sua opposizione, dando così avvio ad una lunga serie di ricorsi dinanzi al Tribunale Amministrativo della Regione Puglia.

L’inaugurazione è stata dunque l’occasione per ribadire la necessità di accelerare gli investimenti nelle fonti energetiche rinnovabili se si vuole raggiungere l’ambizioso obiettivo della transizione energetica dell’Italia.

Giovannini, Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, è intervenuto con un videomessaggio: «Questa iniziativa si inquadra in un ambito complessivo di investimento nel nostro Paese sul fronte dell’energia rinnovabile che nei prossimi anni vedrà un vero e proprio balzo in Italia di impianti di varia natura. […] È importante non solo valorizzare buone pratiche come questa, ma anche coinvolgere le comunità per comprendere quali soluzioni possono essere ottimali dal punto di vista della produzione di energia e relativamente meno impattanti».

Per Giorgetti, Ministro dello sviluppo economico, «Le emergenze che stiamo vivendo in questi momenti si coniugano con quella che era già stata la decisione di spingere moltissimo per tutte le energie rinnovabili, ma l’eolico applicato al marino può essere per l’Italia davvero un settore importante di sviluppo. Altre iniziative hanno avuto il via libera e c’è grande impulso da parte del Governo».

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