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Mascherine, Ciccozzi: “Troppa gente senza allo stadio, va usata”

(Adnkronos) - Per l'esperto "abbandonarla al chiuso con Omicron non è una buona soluzione e non lo è nemmeno all'aperto quando ci sono molte persone"

“Con Omicron, abbandonare la mascherina al chiuso non è una buona soluzione. E non lo è nemmeno all’aperto quando ci sono molte persone, visto che la circolazione virale non è scomparsa ed è elevata. Ieri ho visto la partita allo stadio, la maggior parte delle persone era assiepata e non aveva la mascherina. In questa fase e con queste varianti non va bene”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma.

“Non dimentichiamoci la mascherina – ammonisce – perché il vaccino ci ha tolto i rischi gravi della malattia, ma non il contagio. La mascherina è l’unica barriera che ci può aiutare in questo.”

Parlando della situazione in Cina, Ciccozzi ricorda che il “paese in realtà non ha molti casi di Covid rispetto a noi, ma vuole ‘zero contagi’, perciò gli standard di riferimento sono diversi dai nostri. E usano la durezza che vediamo. Ma oggi stanno utilizzando il ‘pugno di ferro’ con un virus completamente diverso. Contro Omicron sono infatti necessarie strategie mirate. Se il lockdown aveva degli effetti con il virus di Wuhan, con questa variante in circolazione, che contagia almeno 9 volte di più con una sintomatologia più leggera, anche un lockdown stretto non ha lo stesso effetto. Non so quindi quanto verrà ripagata la sofferenza richiesta ai cittadini di Shanghai”.

“E’ ovvio che la nostra sanità è preferibile – sottolinea – Abbiamo fatto tanti errori e magari continuiamo ancora a farli, per esempio con le mascherine che non dovrebbero essere abbandonate in questa fase, però siamo sicuri di quello che facciamo, rispetto alle conoscenze che abbiamo. E cerchiamo di farlo nel miglior modo possibile. La strategia cinese mi sembra quella di tagliare la testa del serpente senza nemmeno cercare di capire perché il serpente è arrivato fino a noi”.

Il metodo cinese ha avuto “un effetto immediato all’inizio della pandemia – ammette l’esperto – Ora, per ottenere lo stesso risultato con questa contagiosità, ci vorrà molto tempo”.

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