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Poletti (Odessa Journal): ”Moskva? Russi umiliati, città in stato di allerta per possibili attacchi missilistici”

(Adnkronos) - "Un grandissimo effetto simbolico, che sicuramente fa molto arrabbiare i russi. Ecco perché l'unità militare della regione di Odessa ha detto che siamo in uno stato di allerta". Così Ugo Poletti, direttore dell'Odessa Journal, commenta le notizie sulll'incrociatore russo Moskva, orgoglio della Flotta russa nel Mar Nero, che gli ucraini sostengono di aver colpito.

“Un grandissimo effetto simbolico, che sicuramente fa molto arrabbiare i russi. Ecco perché l’unità militare della regione di Odessa ha detto che siamo in uno stato di allerta”. Così Ugo Poletti, direttore dell’Odessa Journal, commenta le notizie sulll’incrociatore russo Moskva, orgoglio della Flotta russa nel Mar Nero, che gli ucraini sostengono di aver colpito.

Quello che si teme è l’arrivo di possibili ”attacchi missilistici come rappresaglia”, un’eventualità che ”i nostri difensori non vogliono trascurare” e per la quale ”hanno informato tutte le loro batterie”, dice l’imprenditore milanese, direttore dell’unico giornale online in lingua inglese di Odessa. ”Quando un esercito viene colpito e umiliato, di solito risponde”, aggiunge, spiegando che ”un attacco può avvenire solo dall’aria. Perché sul lato terra e mare siamo tranquilli, sul lato cielo no”.

Dopo l’attacco al Moskva, ”quello che i russi possono fare è colpire le difese, colpire la città”.

Andare oltre, quindi, perché ”finora la città non l’hanno colpita, tranne una raffineria vicino al centro, ma in un quartiere non residenziale per cui non ci sono state vittime”. Certo è che ”permane la preoccupazione perché Odessa è sempre sotto attacco. E’ una città che ha delle difese, delle batterie antiaeree, molti dei missili che arrivano vengono abbattuti prima che tocchino la città, ma se ne lanciano 10 tutti in una volta qualcuno passa”.

Ricostruendo quanto avvenuto sul Moskva, Poletti spiega che ”è scoppiato un incendio a bordo dell’incrociatore, che poi è affondato perché scomparso dai radar. La versione russa è che sia stato un fuoco spontaneo, molto difficile da giustificare su un incrociatore di quella importanza. La versione ucraina è che è stato centrato da due missili dell’esercito”. E ricorda che ”quell’incrociatore era molto importante, una delle unità di punta della Marina russa, ma era anche quella nave che aveva attaccato l’isola dei Serpenti e nei confronti della quale un soldato ucraino si era rivolto con quella famosa frase, ‘andate a quel paese’, che è diventata una frase iconica, uno slogan per tutto il Paese contro i russi”.

Ma ”per i russi è utile tenere Odessa e la regione di Odessa sotto pressione psicologica perché questo fa sì che le truppe ucraine presenti in questo territorio rimangono qui. Se Odessa si sentisse fuori pericolo, alcune truppe verrebbero mandate come rinforzi verso il Donbass e verso l’est dell’Ucraina dove sta avvenendo la grande battaglia”. Intanto ”a Odessa c’è preoccupazione e consapevolezza che questa città è vulnerabile, soprattutto dall’aria”, spiega Poletti, dicendo che rispetto ai primi giorni della guerra la situazione in città ”è cambiata in meglio perché si è capito che non è più vulnerabile da terra o da mare. Abbiamo la quasi certezza che sarà molto molto improbabile una qualsiasi invasione perché i russi non hanno predisposto sufficienti mezzi per farlo”.

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