“Quando, nella prima settimana santa, il patriarca Kirill si ĆØ avvicinato al capo della guardia russa dandogli un’icona, e quello gli ha raccontato dei successi della guardia russa verso gli ucraini, era talmente incredibile che mi sembrava una fake news. Sono stato molto sorpreso”. A dirlo all’Adnkronos ĆØ padre Taras Zheplinsky, del Dipartimento di comunicazione della Chiesa greco-cattolica dāUcraina. “Allāinizio della guerra, giĆ mi aveva stupito lāincontro tra il patriarca e il nunzio apostolico in Russia. Kirill diceva che la Chiesa era dāaccordo con la posizione del Vaticano di non entrare nel conflitto, ma in queste parole vedevo giĆ un modo per avallare la guerra”.
Per il religioso, che ĆØ un attivista della chiesa greco cattolica ucraina, nono si tratta di una guerra di religione ma “la religione viene strumentalizzata dai russi, usata come propaganda per rafforzare la volontĆ di distruggere lāUcraina -affonda padre Taras- ed occupare la terra e il popolo. Viene usata dal potere politico russo. Da parte nostra invece il potere politico non usa la religione come strumento di propaganda”. Il 28enne parroco racconta come ĆØ stata presa in Ucraina la posizione del patriarca Kirill: “In Ucraina molte comunitĆ che appartengono al patriarcato cercano ora di dire ai vescovi che forse bisogna fare un anatema nei suoi confronti -rivela- Altri stano passando alla comunitĆ ucraina ortodossa, altri vogliono eliminare il nome di Kirill dalle liturgie”.
“Per quanto riguarda la mia Chiesa, quella greco – cattolica, pensiamo che tra le chiese in Ucraina non sia periodo per fare guerre di religione -dice- Quindi la mia chiesa favorisce l’unitĆ fra le chiese e cerchiamo di collaborare. La guerra non ĆØ un periodo da usare per distruggere altre chiese e non ĆØ unāoccasione per rubare fedeli alla chieda di Mosca. Se i fedeli non capiranno la veritĆ delle cose, non porterĆ alcun frutto un passaggio forzato. Quindi non lo favoriamo. Invece di rubare i fedeli, mettiamoci insieme a pregare per lāUcraina”.
Sulla Pasqua in guerra, padre Taras sottolinea: “Tutti noi in Ucraina stiamo vivendo una Pasqua come non lāabbiamo mai vissuta, in modo particolare, speciale. Molte persone si fanno domande, noi cerchiamo di rispondere ai fedeli e di dare risposte, nel senso che questa Pasqua per noi porta piĆ¹ opportunitĆ che problemi”. Padre Taras spiega in che senso: “Le persone, in questo momento sono anche molto aperte a trovare i veri sensi della vita nella tragedia. Vanno di piĆ¹ in Chiesa, vanno dal sacerdote, tornano a pregare, sono aperti ad ascoltare e avendo lāopportunitĆ di osservare la passione di Cristo e la Sua morte, possono vedere che Lui sta soffrendo come noi. Pasqua di questāanno per noi ĆØ la luce della speranza, che splende anche per noi ucraini.”.
(di Ilaria Floris)
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