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‘Femminile singolare’, progetto cinematografico dedicato alla donna

Il film uscirà nelle sale italiane l’11 maggio 2022.

001-locandina_FEMMINILE_SINGOLARE-pressitaliaFemminile singolare è un film composto da sette storie, capitoli, potremmo dire anche da sette autonomi cortometraggi, ma componenti un unico progetto cinematografico di sette episodi dedicati alla donna, diretti da James Bort, Rafael Farina Issas, Kristian Gianfreda, More Raça, Matteo Pianezzi, Adriano Morelli, Elena Beatrice & Daniele Lince. Tra i protagonisti: Monica Guerritore, Catherine Deneuve, Violante Placido, Agnese Claisse (34enne figlia di Laura Morante), Pierre Deladonchamps (notissimo e pluripremiato attore transalpino) e Dorothée Gilbert (elegantissima ‘prima ballerina’ dell’Opéra di Parigi, al suo debutto cinematografico). Inutile tentare di parlare di sceneggiatori, montatori, scenografi, etc., perché si tratterebbe di un elenco lunghissimo, trattandosi di sette lavori autonomi, come detto.

Un film qualitativamente delizioso. Non possiamo certo parlare di commedia, ma fondamentalmente neanche di genere drammatico, anche se di drammi se ne parla, e non poco. Diremmo, piuttosto, ‘cinema d’autore’, anche se questo non è un genere, ma una qualità. Parlando in termini di film ad episodi, questo è uno dei più bei film ad episodi che abbiamo mai visto; forse il più bello. Sforzandoci di pensare a qualcosa di assolutamente eccellente, ci è venuto in mente soltanto “I mostri”, del 1963, di Dino Risi, con Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi e tanti altri; tutt’altra epoca, altro genere, per nulla paragonabile, se non per rilevanza, con questo lavoro, che uscirà nelle sale italiane l’11 maggio 2022, per la distribuzione di Artex Film e Coffee Time Film.

La scelta della data di uscita dell’11 maggio è in onore della data della firma – nel 2011 – della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, nota anche come ‘Convenzione di Istanbul’.

Prima di entrare nel dettaglio, vogliamo citare l’Ufficio Stampa Reggi&Spizzichino Communication, che ci ha permesso di visionare in anteprima questo lavoro di appena più di un’ora e mezza, e che è specializzato nel trattare prodotti cinematografici di qualità e per cinefili raffinati.

Femminile singolare è un progetto cinematografico che raccoglie sette storie innovative ed attuali, interamente dedicate alla donna. Una donna protagonista coraggiosa ed intimorita, fragile e forte, felice ed infelice, emancipata e sottomessa, sognatrice e disillusa. In qualsiasi modo la si voglia rappresentare, è la donna di oggi, che, nonostante le lotte per la parità di genere e l’emancipazione, continua a trovarsi sola nel portare il peso sociale, relazionale ed anche economico del microcosmo in cui vive. Ma non si arrende: sono storie di donne che combattono, si ribellano, rompono  il silenzio e denunciano una realtà ancora troppo sbilanciata, in cui la figura maschile  è ancora inadeguata, poco attenta e collaborativa. Non si tratta di un film che glorifica la donna, bensì intende mostrare allo spettatore la realtà, con la speranza di aggiungere un mattone in più nella consapevolezza collettiva dei diritti umani e delle donne in particolare. L’obiettivo è quello di diffondere il più possibile il messaggio che, nonostante sia difficile cambiare le cose, è possibile far crescere una visione nuova, di parità e di libertà.

Vediamo insieme le sette storie componenti il film.

Nascita di una stella, di James Bort. Emma è una ballerina dell’Opera di Parigi che si scopre incinta, e la direttrice dell’Opera, che l’ha scelta per mandarla al Bolshoi come sua allieva migliore, non è al corrente della gravidanza. Una gravidanza che si trasforma nel terrore di perdere il sogno di anni di sacrifici. Durata: 18’. A questo primo episodio assegniamo quattro stelle piene.

Il vestito da sposa, di Rafael Farina Issas. Simona, moglie, madre e lavoratrice, ha un lavoro faticoso con cui mantiene il marito disoccupato e tre figli, ma sogna di regalare alla figlia un abito costoso per le nozze imminenti, anche perché questa figlia, Deborah, è la sua unica gioia. Durata: 17’. Tre stelle e mezza.

Ballerina, di Kristian Gianfreda. Una prostituta si ritrova abbandonata per strada nel mezzo della notte e percorre un tragitto in autobus lungo il quale incontra varie figure femminili che in qualche modo riconosce; ma, purtroppo, non soltanto questo. Per una bambina, lei è una ballerina, ma la conclusione… Durata: 11’. Quattro stelle e mezza.

Ajo (Lei), di More Raça. Una ragazza kosovara assiste all’impotenza di sua madre, picchiata dal padre, e viene promessa in sposa ad un connazionale che si è trasferito in Germania, con una semplice foto scattata alla ragazza con un telefonino, per mostrarla, come una merce, a colui che la vuole sposare, con l’accordo del padre di lei. Ma non è detta l’ultima parola. Coraggio=salvezza? Durata: 13’. Quattro stelle.

Waiting for, di Matteo Pianezzi. Una figlia gay accompagna la madre malata da un sedicente guaritore e viene accompagnata dalla sua compagna, che la madre non accetta. Un rapporto sin lì molto difficile tra madre e figlia, tra amore e forte incomprensione. Ma… è tutto da vedere, in tutti i sensi. Durata: 15’. Tre stelle e mezza.

Hand in the cap, di Adriano Morelli. La madre di un ragazzo gravemente disabile, per danni motori e neurologici, deve fare i conti, drammatici, con il risveglio della sessualità del figlio. Il ragazzo sente la necessità di masturbarsi.  Niente sembra essere efficace, nemmeno l’aiuto di una prostituta. Finale del brevissimo episodio, tra il drammatico e profonde riserve, non certo morali. È l’episodio più anomalo sia per durata che, soprattutto, nel non vedere la donna veramente al centro della storia (al centro c’è il ragazzo. Intorno c’è la madre. Periferica e di pochi secondi la presenza della prostituta). Durata: 6’. Tre stelle.

Revirgination, di Elena Beatrice e Daniele Lince. Una giovane promessa sposa in Albania deve dare prova della sua verginità alla futura suocera (che “deve” assistere al loro presunto primo rapporto!), per mostrarle il rispetto della tradizione. Un’assurda tradizione che sia la ragazza, che vive pienamente il suo tempo, sia il proprio fidanzato, proprio non riconoscono. Ma il problema arcaico sussiste. L’imenoplastica (la “riverginazione”) sarà la soluzione che decideranno di affrontare? Oppure…? Durata: 7’. Quattro stelle.

Se le attrici (ed un attore) che abbiamo citato sono molto note, ben di meno lo sono i registi dei sette episodi, per cui riteniamo meritino una menzione per meglio conoscerli.

James Bort. Diplomato alla Scuola delle Belle Arti di Parigi, ha fotografato le più     grandi danzatrici al mondo. Ha diretto il cortometraggio “Rise of a Star”, con Dorothée Gilbert e Catherine Deneuve, selezionato agli Oscar 2018 nella  categoria “Best live action short”.

Rafael Farina. Nato a São Paulo in Brasile nel 1990, è un regista laureato in Arti Audiovisive al FAAP ed in seguito al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma, nel 2018. Dal 2014 è a capo di A Fúria Filmes, società con la quale ha prodotto diversi cortometraggi vincitori.

Kristian Gianfreda. Regista, sceneggiatore e produttore italiano, riminese, classe 1971. Nel 1997 va a vivere in una casa di accoglienza per i senza tetto. Qui incontra storie di emarginazione che diventano ispirazione e motivazione del suo percorso artistico. Frequenta il Centro Interdisciplinare di Comunicazione Sociale dell’Università Gregoriana. Realizza documentari televisivi per la società di Antonio e Pupi Avati. Nel 2021 è vincitore ONP Award di Pubblicità Progresso.

Matteo Pianezzi. La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete. Nel 2010 ha lavorato con Massimo Natale nella realizzazione del film “L’estate di Martino”, in cui ha interpretato la parte di Luca.

More Raça. Regista e sceneggiatrice kosovara. Ha diretto tre cortometraggi e vinto diversi premi internazionali. È anche attivista sociale della promozione e protezione dei diritti umani in Kosovo.

Adriano Morelli. Casertano, classe 1994, Ha diretto il suo primo cortometraggio, “La condanna dell’essere” con Maurizio Casagrande e Massimiliano Rossi.

Elena Beatrice e Daniele Lince. I due sono una coppia di autori e registi. I loro lavori sono stati selezionati da diversi festival ed ai Nastri d’Argento. Nel 2018 producono e dirigono il documentario “Get Big”, il primo film italiano sull’Ultimate Frisbee, distribuito su Amazon Prime.

Femminile singolare è promosso da ‘Ihaveavoice APS’, una community fatta da donne per le donne, per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi importanti come la violenza di genere, l’empowerment femminile, le pari opportunità, etc.. Attiva in numerosi progetti, offre aiuto a migliaia di donne grazie ai suoi servizi. Questo film rappresenta la loro mission: diffondere un messaggio importante a beneficio non solo delle donne, ma per migliorare la società intera.

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