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‘I Graffiti di Venezia’ di Alberto Toso Fei e Desi Marangon

Il primo libro sui graffiti di Venezia, un immenso patrimonio fino ad oggi sconosciuto, uno sguardo inedito su una cittĆ  ancora da scoprire.

001-image001-pressitaliaEsce il 20 giugno il primo grande libro sui graffiti di Venezia. Un lavoro imponente ad opera dello scrittore e narratore di Venezia Alberto Toso Fei e della storica Desi Marangon che hanno mappato oltre 6.000 graffiti – fra quelli ancora leggibili – in 5 anni di ricerca. Ora questo immenso patrimonio nascosto ĆØ diventato “I Graffiti di Veneziaā€, edito da Lineadacqua Edizioni: 30 capitoli, una selezione di oltre 350 immagini, tra rilievi grafici e fotografie scattate da Simone Padovani, accompagnate da una narrazione accurata e avvincente su una Venezia ancora tutta da scoprire.

SƬ, perchĆ© la storia di Venezia ā€“ e con essa le sue storie – ĆØ graffita sui suoi muri. Che mostrano figure umane, volti, nomi e date; e poi navi, gondole, cronache e croci, che – a volte da cinque, sei, settecento anni – passano inosservati mentre si percorrono i luoghi del quotidiano veneziano. ƈ come se la storia della cittĆ  e quella del mondo fossero state fissate sui muri per mano di persone che volevano che la memoria di quei fatti non andasse perduta.

A Venezia, su una colonna di Palazzo Ducale, esiste un graffito in glagolitico, il piĆ¹ antico alfabeto slavo che precedette il cirillico, datato 1470. ƈ stato tracciato con tutta probabilitĆ  dal primo stampatore croato, Blaž Baromić, che in laguna era venuto a imparare le tecniche di stampa; ma si possono trovare memorie che – tra Cinque e Seicento – raccontano dell’elezione di diversi dogi, o del giubilo per la costruzione del Ponte di Rialto; tra le colonne di Piazza San Marco si leggono ancora i proclami del 1848 inneggianti la Repubblica di San Marco voluta da Daniele Manin e NiccolĆ² Tommaseo, quelle successive relative all’avvento dei Savoia (fino ai “W il re” risalenti al referendum monarchia-repubblica del 1946), oltre a quelle che raccontano la liberazione dal nazifascismo, che a Venezia avvenne il 28 aprile 1945, tre giorni dopo la data convenzionale. Tra i marmi antichi si legge del crollo del campanile di San Marco, descritto a matita con una scrittura veloce il 14 luglio 1902, ma anche dell’esecuzione dell’anarchico Francisco Ferrer, avvenuta pochi anni piĆ¹ tardi.

Un tesoro invisibile di segni antichi, del quale fanno parte pitture murali e iscrizioni a sgraffio, che si presentano come piccoli importantissimi presƬdi di memoria, per raccontare una storia: una “chiocciola” uguale a quella che troviamo sulle nostre tastiereĀ  – antico simbolo commerciale veneziano – datata 1745, ma anche uno dei bombardamenti di Venezia avvenuti nel 1918. ā€œI graffiti di Veneziaā€ ĆØ un volume molto elaborato e documentato ma scritto in maniera discorsiva e destinato alla divulgazione verso un pubblico vastissimo: a Venezia i graffiti raccontano anche leggende! Accade all’Arsenale, dove a diventare magiche – per i veneziani del passato – furono le rune vichinghe incise sul lato del grande leone del Pireo; oppure sul portale della Scuola Grande di San Marco, dove la figura del Levantino corre disperata da secoli reggendo in una mano il cuore della madre.

Migliaia di graffiti antichi, dipinti o incisi lungo le calli, le corti, i palazzi e le chiese della cittĆ  che Toso Fei e Marangon hanno scoperto, studiato e descritto negli ultimi cinque anni, con un lavoro di ricognizione serrata che ha riguardato Venezia e le sue isole: insula dopo insula, campo dopo campo, campiello, calle, corte, porta, balconeā€¦ ogni pietra ĆØ stata sottoposta al loro sguardo. Poi sono entrati nei palazzi, nei chiostri, nelle chiese, nelle antiche prigioni, nei museiā€¦ a Palazzo Ducale e in Basilica di San Marco, all’Arsenale e negli antichi Fondaci. Ne sono nate una raccolta e una mappatura imponenti, fatte di migliaia e migliaia di segni databili da poco dopo lā€™anno mille alla metĆ  del Novecento, che sono stati debitamente trascritti e mappati.

ā€œScoprire questi segni ā€“ dice Alberto Toso Fei ā€“ ĆØ stato come estrarre tanti diamanti da una miniera: piccoli frammenti di storie che le pietre di Venezia serbano e sono ancora capaci di raccontare, se si ha la capacitĆ  di mettersi in ascolto. Cā€™ĆØ un parallelo evidente tra questo lavoro e i miei libri basati sul recupero della tradizione orale: ĆØ la restituzione del racconto ai luoghi, presƬdi di memoria popolare altrimenti destinata ad andare perduta che improvvisamente si rivelano in modo nuovo e inedito, capaci di stupire anche a distanza di secoliā€.

ā€œCiĆ² che davvero vogliamo ĆØ raccontare Venezia attraverso una prospettiva del tutto originale ā€“ spiega Desi Marangon – basata su migliaia di testimonianze inedite, ignorate per secoli e ora riscoperte tutte insieme. In questa narrazione, i monumenti si stagliano sullo sfondo ma i veri protagonisti sono i Veneziani: i graffiti incisi sui monumenti diventano monumenti essi stessi, e raccontano la storia di una Venezia fatta non solo di dogi e grandi battaglie, ma anche di voci dai marginiā€.

ā€œI Graffiti di Veneziaā€ ĆØ anche una PAGINA FACEBOOK e un PROFILO INSTAGRAM, sui quali si possono trovare i graffiti piĆ¹ belli e significativi e interagire con gli autori. Toso Fei e Marangon hanno anche attivato una email ā€“ igraffitidivenezia@gmail.com ā€“ utilizzando la quale chi trovasse un graffito in un palazzo, una corte privata o un vecchio magazzino puĆ² segnalarlo, per completare una raccolta che promette di rivelare continue nuove sorprese.

Il libro, confezionato con una impaginazione di grande eleganza, ha poi una doppia natura, saggistico/accademica e fotografica, potendo godere ā€“ assieme ai rilievi dei segni piĆ¹ significativi – di centinaia di immagini realizzate dal fotografo Simone Padovani, che restituiscono i graffiti ai loro luoghi di appartenenza, con uno sguardo ampio e artistico.

Lo studio, e il libro che ne ĆØ seguito, ha giĆ  ricevuto il Patrocinio dei Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia nonchĆ© il Sostegno – fra le altre realtĆ  e istituzioni: Archivio di Stato di Venezia, Biblioteca Civica di Mestre in Villa Erizzo, Circolo Artistico di Venezia, Conservatorio ā€œBenedetto Marcelloā€, Corte d’Appello di Venezia in Palazzo Grimani, Direzione Regionale Musei Veneto, Esercito Italiano per Caserma Cornoldi, Fondazione Giorgio Cini, Fondazione Musei Civici di Venezia, Fondazione Querini Stampalia, Galleria Giorgio Franchetti alla Caā€™ dā€™Oro, Giunta Regionale del Veneto, Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, Lazzaretti Veneziani, Marina Militare Italiana per Arsenale, Misericordia di Venezia, Museo Archeologico, Museo di Palazzo Grimani, Patriarcato di Venezia, Procuratoria di San Marco, San Servolo Servizi Metropolitani di Venezia per l’Isola di San Servolo, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, Scuola Grande di San Rocco, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, T ā€“ Fondaco dei Tedeschi, UniversitĆ  Caā€™ Foscari.

“I Graffiti di Veneziaā€
di Alberto Toso Fei e Desi Marangon
fotografie di Simone Padovani
Lineadacqua Edizioni, 2022
pagine 240
euro 35
cod ISBN 978-88-3206-661-6

Alberto Toso Fei
Veneziano dal 1351, discende da una antica famiglia di vetrai di Murano. Scrittore, saggista e giornalista, appassionato di storia ed esperto di leggende, fonda il suo lavoro sul recupero della tradizione orale che rischiava di andare perduta e sul riportare le storie nei luoghi in cui ebbero origine. Ha allā€™attivo oltre 20 titoli tradotti in piĆ¹ lingue, editi da Marsilio, Newton Compton e altri. Tra questi, la graphic novel Orientalia, che ĆØ stata candidata al Premio Strega. Come una macchina del tempo vivente, con i suoi storytelling, dĆ  vita a recital, TEDx, eventi on line, con al centro il racconto di Venezia. Per la televisione realizza documentari ed ĆØ consulente di vari programmi. Protagonista della vita culturale della cittĆ , ĆØ un punto di riferimento per la sua storia. Alberto Toso Fei ĆØ il narratore di Venezia. www.albertotosofei.it

Desi Marangon
Storica e divulgatrice, ĆØ specializzata nello studio delle iscrizioni e dei graffiti di Venezia. Ha conseguito un dottorato di ricerca in studi storici, nel corso del quale ha studiato le iscrizioni medievali disseminate nella cittĆ  di Venezia e lā€™influenza della cultura bizantina su queste ultime. Ha trascorso inoltre dei periodi di studio e ricerca a Vienna, Istanbul e Salonicco, dove ha approfondito lo studio delle iscrizioni e dei graffiti veneziani nel Mediterraneo e nei territori della Serenissima, con particolare riguardo per la Grecia. Oltre alle iscrizioni e ai graffiti medievali e moderni, i suoi interessi includono le iscrizioni di etĆ  antica reimpiegate a Venezia.

Simone Padovani
Collabora con le piĆ¹ importanti agenzie fotografiche internazionali come Getty Images e Alamy; i suoi lavori sono stati pubblicati su New York Times, The Times, Time, Life, LA Design, BBC, National Geographic Italia, Vogue, Guardian, Focus, Vanity Fair, El Pais, The Herald, Financial Times, Huffington Post, The Independent, Newsweek, e molti altri. Dal 2017 ĆØ fotografo ufficiale del Book Festival di Edimburgo, e dellā€™evento Homo Faber. Parallelamente collabora con l’UniversitĆ  di Padova – dove si ĆØ laureato in psicologia – nella ricerca e nell’insegnamento di una tecnica che unisce fotografia e psicologia di comunitĆ , chiamata Photovoice, ed ĆØ il fondatore di Photovoice Italia con cui ha realizzato un progetto internazionale sulle conseguenze a lungo termine di abusi e maltrattamenti di minori.

Lineadacqua
Lineadacqua Edizioni Eventi ĆØ la casa editrice veneziana leader nella produzione editoriale di alta qualitĆ , che fonda la sua filosofia nel concetto che nascere e vivere a Venezia sia uno straordinario privilegio e una grandiosa opportunitĆ . Realizza con passione libri che diffondono nel mondo idee, culture e business. Le carte, le legature, la tipografia, gli inchiostri, lā€™illustrazione, la fotografia d’autore sono i suoi strumenti. Lineadacqua pubblica i magazine “intime” e “Venice review”.

FONTE: PUNTOeVIRGOLA.

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