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‘La ragazza ha volato’, un film di Wilma Labate

Il film di Wilma Labate, interpretato da Alma Noce, Luka Zunic, Rossana Mortara, Massimo Somaglino e Livia Rossi, presentato alla sezione “Orizz...

001-La ragazza ha volato - locandinapg1-pressitaliaPresentato stamane a Roma, al Cinema Quattro Fontane, l’ultimo film della regista e documentarista Wilma Labate.

Scheda sintetica
regia Wilma Labate | soggetto Damiano e Fabio D’Innocenzo | sceneggiatura Damiano e Fabio D’Innocenzo e Wilma Labate | aiuto regia e casting Sophie Chiarello | suono Francesco Morosini | scenografia Flaviano Barbarisi | costumi Metella Raboni |montaggio Mario Marrone | musiche Stefano Ratchev e Mattia Carratello | una produzione Tralab srl con Rai Cinema

Sinossi
“La ragazza ha volato” racconta la storia di Nadia, un’adolescente scomoda che vive a Trieste, città di confine tra tante culture, un luogo spazzato da un vento potente, in cui la protagonista cresce coltivando una solitudine da cui uscirà in modo inatteso.
Ma c’è molto di più che non può essere sintetizzato, ma che va soltanto visto.

Dichiarazioni della regista
È una storia fatta di personaggi che subiscono la vita nel disordine e l’inerzia. Nadia è una ragazzetta attraente che si muove nel grigiore, con una famiglia affettuosa ma immobile nel destino della periferia, non degradata, solo difficile e sciatta. È ambientata a Trieste, una città con le strade pulite e il centro sontuoso stretto da vecchi quartieri operai e forti presenze balcaniche.
Ma la storia è universale e potrebbe essere ambientata in qualsiasi città, grande o piccola, italiana o estera. In conclusione: la vita è molto più contraddittoria della finzione. Nessuno spazio per il giudizio.

Wilma Labate
Ho sempre seguito la carriera di questa regista romana, 72enne, che ha sempre inseguito la passione con immensa intelligenza e non cercando il successo a tutti i costi, pur essendosi tolta molte prestigiose soddisfazioni, come sto per dire. Ma, a suo merito, va dato atto che ha alternato i lungometraggi come questo in uscita ai documentari, sempre con risultati lodevoli.
Con il film “La mia generazione” (1996), interpretato da Francesca Neri, Silvio Orlando e Claudio Amendola, ha rappresentato l’Italia agli Oscar 1997 nella categoria per molti decenni denominata ‘miglior film straniero’. Più volte protagonista ai festival di Venezia, Berlino, Locarno, Annecy, ha all’attivo una Grolla d’Oro e numerose candidature al David di Donatello.

Conclusione
Come ogni opera della Labate, il film merita di essere visto, anche a fini educativi e non soltanto di mera arte cinematografica di livello, perché narra la ‘banalità’ della violenza su una ragazza, quasi la ‘normalità’ di un atto di violenza inaudita ancora non percepita come tale, e troppo spesso taciuta e tenuta dentro di sé da parte della vittima per tutta la vita, per la consapevolezza, assai triste, che per gli altri non è un omicidio dell’anima, oltre che infinita ferita del corpo, ma un qualcosa piena di “ma”, di “sé”, di verità da dimostrare con dolore anche a livello giudiziario.

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