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Laganà: “No ai palinsesti Rai, ricorso ad appalti ancora massiccio”

(Adnkronos) - Il consigliere della Rai ha scelto di non prendere atto della programmazione della stagione 2022-2023 e di non votare i piani di produzione e trasmissione perché ritiene che, nonostante il nuovo modello per generi, "nel prime time di Rai1 e Rai2", dominino la scena le "solite grandi società di produzione". Detto questo, ringrazia "per il grande lavoro svolto tutto il personale"

Non ho preso atto dei palinsesti e votato i piani di produzione e trasmissione perché, nonostante il nuovo modello per generi approvato anche per ottimizzare le risorse ideative e produttive, registro, nel prime time di Rai1 e Rai2, un massiccio ricorso a collaboratori esterni e produzioni in appalto totale, parziale o acquisto diritti di ripresa riferibile alle solite grandi società di produzione; addirittura la sperimentazione che si sviluppa su Rai2 è per la stragrande maggioranza prodotta in appalto totale o parziale”. Riccardo Laganà, consigliere Rai eletto dai dipendenti per la seconda volta, spiega all’Adnkronos le ragioni della scelta fatta oggi in Cda, denunciando, inoltre, che “si sono perse colpevolmente a favore di qualcuno anche le buone pratiche dei numeri zero in estate, fuori dal periodo di garanzia. Erano palestre e luoghi di pensiero per il personale editoriale, soprattutto interno”.

“In questo modo – approfondisce Laganà – si appalta la creatività all’esterno, la si affida ai grandi supermercati dell’intrattenimento che offrono format che spesso hanno poco a che vedere con la linea editoriale e la mission che un servizio pubblico dovrebbe mantenere, custodire e migliorare. In qualche caso lo si perde anche il controllo editoriale. Non si sta predicando l’autarchia ideativa e produttiva, ma su questo tema si deve fare chiarezza – scandisce il consigliere – Da troppo tempo lo chiedo senza riscontri e non basteranno solo iconiche slide del piano industriale per risolvere il problema. Occorre coraggio, volontà e indipendenza. Nessuno disconosce il valore di un grande prodotto di intrattenimento, ma è necessario mettere al primo posto l’interesse e la mission pubblica, non quella commerciale”.

“Occorre poi investire sulle piccole società di produzione di intrattenimento che magari hanno forze giovani in grado di offrire nuove idee e contenuti per il servizio pubblico del futuro – argomenta Laganà – Nello stesso tempo bisogna credere con forza e investire sulla creatività interna attraverso la valorizzazione di quello che c’è, leggendo e valutando le proposte interne che arrivano senza cestinarle a priori. Occorre avviare rapidamente dei percorsi di selezione e formazione per autori, registi, direttori della fotografia, scenografi e tutta quella parte del cosiddetto ‘sopra la linea’ (termine tecnico riferito alla parte editoriale di rete o di genere, ndr) che abbiamo rinunciato a sviluppare e a far crescere. Questo contribuirebbe a restituire nuova luce ai futuri palinsesti di contenuti in grado di promuovere quella spinta gentile tipica di un servizio pubblico rilevante e necessario. Il tema della disabilità – evidenzia – è affidato ad un solo lodevole programma che fatica a trovare stabilità di posizionamento nel palinsesto, mentre altre proposte editoriali interne erano state ottimamente sperimentate come ‘Il cacciatore di sogni’, ma non hanno purtroppo trovato spazio. Ho notato, infine, la mancanza di un programma dedicato agli animali e all’ambiente su Rai1 e Rai2, una tematica più volte sollecitata anche da importati associazioni che si occupano di diritti degli animali. Per il grande lavoro svolto nel complicato passaggio da reti a generi, ringrazio comunque tutto il personale che ha prodotto dei palinsesti che contengono alcuni spunti interessanti”.

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