āNelle prossime settimane, ci troveremo di fronte a una mole di cartelle, decine di milioni, che probabilmente non saranno mai incassate dallo Stato. Un governo tecnico avrebbe potuto razionalizzare questo adempimento per garantire la possibilitĆ di pagare lāarretrato e allo stesso tempo ipotizzare nuovi investimenti. E’ sicuramente lāaspetto piĆ¹ preoccupante” degli effetti sul fisco di questa crisi di governo. CosƬ, conversando con Adnkronos/Labitalia, Matteo De Lise, presidente Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), interviene sugli effetti sul fisco della caduta del governo Draghi.
Secondo De Lise āLa caduta del governo Draghi, per lāeconomia del Paese, ĆØ un danno molto piĆ¹ grave di quanto si possa oggi immaginare. LāItalia ĆØ infatti alle prese con una riforma del fisco incompleta, che ha bisogno di ancora molto lavoro per essere realizzata nel migliore dei modi. Il governo Draghi sembrava sulla buona strada, prima che il lavoro venisse interrotto. Credo che lasciarla sospesa (di fatto, non potrĆ essere sostenuta durante la campagna elettorale) avrĆ un impatto negativo, anche perchĆ© ricordo che la riforma del fisco era uno dei punti focali del Pnrrā.
Le richieste di tanti sono rimaste inascoltate, secondo De Lise. āNei giorni scorsi avevamo chiesto alla politica stabilitĆ e chiarezza. In un momento di contrazione economica, guerra, pandemia, servirebbe un fisco che rendesse attrattivi gli investimenti, permettendo di investire la liquiditĆ residua in sviluppo e sostenibilitĆ ā, rimarca.
E gli effetti piĆ¹ pesanti, sottolinea De Lise, saranno per cittadini e imprese. āNon si ĆØ arrivati neppure alla riforma dellāIrpef, allāadeguamento del cuneo fiscale e alla razionalizzazione del calendario fiscale, richiesta a gran voce dai dottori commercialisti. E resta il nodo della giustizia tributaria, settore alle prese giĆ da oltre due anni, con lāarrivo della pandemia, con serie problematiche che ricadono sui contribuenti. Con il riequilibrio finanziario si poteva pensare di ridurre il cuneo fiscale a carico di aziende e dipendenti, restituendo competitivitĆ agli stipendi dei lavoratori, oggi minata dallāaumento dellāinflazioneā, conclude.
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