“L’andamento delle pensioni pagate all’estero è in diminuzione. Concorrono a questo andamento tre diverse condizioni”. A dirlo Pasquale Tridico, presidente Inps, intervenendo al convegno ‘Italia, pensioni e mobilità: storie di partenze e di ritorni’.
“La prima condizione – ha spiegato – è l’esaurimento o forte ridimensionamento dei flussi migratori tradizionali verso alcuni Paesi (soprattutto del continente americano e in Australia), per cui moltissimi titolari delle prestazioni sono i superstiti dei protagonisti delle ondate migratorie dello scorso secolo”.
“La seconda – ha sottolineato – al pari delle pensioni nazionali che ha scontato gli interventi normativi che hanno inciso pesantemente sul numero delle nuove pensioni. La terza condizione è, invece, legata alla pandemia che si è resa responsabile di un importante incremento delle pensioni eliminate”.
“L’incremento maggiore dell’eliminazione delle pensioni in pagamento all’estero si è avuto nel 2021, pari al 45,1% rispetto al 2019” ha aggiunto.
“Le pensioni eliminate in Italia nel primo anno di pandemia sono cresciute del 15,4%, mentre il dato triennale è pari all’8,2%” ha proseguito Tridico, che ha poi aggiunto: “Il trend delle pensioni vigenti sia in Italia che all’estero è in diminuzione già da diversi anni. Negli ultimi due, purtroppo, ha inciso anche la pandemia che ha comportato un importante incremento delle pensioni eliminate”.
“Mentre in Italia – avverte Tridico – l’eliminazione delle pensioni in pagamento avviene, di regola, a brevissima distanza dall’evento, all’estero, soprattutto nei Paesi extra Ue, le eliminate si consolidano dopo le verifiche dell’esistenza in vita che, per motivi tecnici, ha tempi più lunghi”.
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