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ONU: l’accesso ad un ambiente pulito, salubre e sostenibile è un diritto umano universale

Secondo la risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, gli Stati devono intensificare gli sforzi per tener fede agli impegni internaziona...

Diritto-all'ambiente-(1-agosto)-inIl 28 luglio scorso, con 161 voti favorevoli (compreso quello dell’Italia) e 8 astenuti, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una storica risoluzione che annovera tra i diritti umani universali anche l’accesso ad un ambiente pulito, salubre e sostenibile.

La risoluzione, che richiama il testo adottato l’8 ottobre 2021 dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, afferma che il diritto ad un ambiente sano è da considerarsi una precondizione essenziale per la realizzazione di tutti gli altri diritti umani fondamentali, potendo i danni ambientali pregiudicare in maniera diretta e indiretta il godimento anche dei diritti più basilari, come quello alla vita e alla salute.

Nel testo si legge che l’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua, l’impatto del cambiamento climatico, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, la scorretta gestione delle sostanze chimiche e dei rifiuti e la conseguente perdita di biodiversità sono tutti aspetti che interferiscono con il diritto ad un ambiente salubre e sono tra le minacce più urgenti per il futuro dell’umanità. Per questo la risoluzione invita gli Stati ad intensificare gli sforzi per rispettare gli accordi multilaterali in materia di contrasto al cambiamento climatico e protezione dell’ambiente, continuando a porre al centro delle loro politiche nazionali il tema della sostenibilità.

La risoluzione arriva esattamente 50 anni dopo la Dichiarazione di Stoccolma del 1972, emanata al termine della Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente. Si trattava allora di un momento altrettanto cruciale poiché per la prima volta le questioni ambientali venivano poste al centro delle preoccupazioni internazionali e si dava avvio ad una riflessione condivisa sul legame tra crescita economica, inquinamento e sostenibilità.

La risoluzione non è legalmente vincolante per gli Stati membri delle Nazioni Unite, ma i suoi sostenitori sperano che possa avere un “effetto a cascata”, spingendo i Paesi e le organizzazioni regionali ad inserire anche nelle costituzioni nazionali e nei propri statuti il riconoscimento del diritto ad un ambiente pulito, sano e sostenibile. In questo modo, i singoli cittadini avrebbero un ulteriore fondamento a cui appellarsi per far valere le proprie preoccupazioni in caso di politiche o pratiche inquinanti o dannose per l’ambiente.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha accolto con favore la decisione, affermando che si tratta di uno sviluppo epocale che dimostra come gli Stati possano e debbano unirsi nella lotta collettiva contro la triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento. Secondo Guterres, la risoluzione rappresenterà un importante strumento di accountability e di giustizia climatica, a tutela soprattutto delle categorie più fragili e vulnerabili, tra cui le popolazioni indigene.

«Questa risoluzione manda il messaggio che nessuno può portarci via la natura, l’aria e l’acqua pulite o un clima stabile, almeno non senza combattere» ha commentato Inger Andersen, Direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP).

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