FIRENZE – Oltre a essere un imprenditore visionario, il fondatore della Manifattura Ginori di Doccia ha praticato una forma di collezionismo del tutto singolare. Fin dai primissimi anni di attivitĆ della sua manifattura, Carlo Ginori acquistĆ² direttamente dalle botteghe dei piĆ¹ importanti artisti tardo- barocchi fiorentini numerose forme per poterne riprodurre le opere in porcellana. Dalle forme furono tratti modelli in cera, gesso o terracotta che, esposti nel primo nucleo del museo, venivano mostrati e proposti alla committenza. āSi tratta di un patrimonio particolarmente prezioso ā spiega Andrea Di Lorenzo, direttore del Museo Ginori ā non solo perchĆ© documenta lāincontro tra la porcellana e la grande tradizione della scultura fiorentina e italiana, ma anche perchĆ© questi modelli sono copie talvolta uniche di originali perdutiā.
Questa straordinaria collezione āa uso della fabbricaā ĆØ stata conservata per quasi tre secoli allāinterno della Ginori, per poi cadere vittima dellāabbandono in seguito al fallimento della Richard- Ginori e alla conseguente chiusura del suo museo dāimpresa, oggi di proprietĆ dello Stato italiano. UmiditĆ , muffe e sbalzi di temperatura hanno danneggiato gravemente in particolar modo i fragili modelli in cera, che riportavano fessurazioni, lesioni e distacchi.
Negli scorsi mesi, grazie al sostegno economico della Biennale Internazionale dellāAntiquariato di Firenze, la Fondazione Ginori ha dato avvio a unāimportante campagna di restauro, coordinata dalla Direzione regionale musei della Toscana con la collaborazione scientifica dellāOpificio delle Pietre Dure, che dal 2021 ĆØ impegnato in una ricognizione generale sullo stato di conservazione delle opere.
Gli otto modelli scultorei in cera piĆ¹ bisognosi di un intervento conservativo urgente sono stati affidati alle cure delle restauratrici Maria Grazia Cordua e Francesca Rossi. I risultati sorprendenti del loro intervento sono documentati dal volume āCollezionismo āa uso della fabbricaā. Il restauro di otto sculture in cera dalle raccolte settecentesche del Museo Ginoriā, pubblicato in occasione della 32esima edizione della manifestazione.
āIl restauro delle cere della collezione del Museo Ginori – spiega Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana – rappresenta un contributo di grande rilevanza per il patrimonio pubblico e in particolare per lāauspicata ed attesa rinascita della splendida raccolta di opere provenienti dalla Manifattura Ginoriā. Soddisfazione condivisa anche da Fabrizio Moretti, Segretario Generale della BIAF, che vede in questa operazione di mecenatismo privato lāapertura di nuove prospettive per il patrimonio culturale pubblico: āIl museo Ginori ĆØ unāeccellenza nazionale che deve sempre essere piĆ¹ conosciuta a livello internazionale e con il nostro contributo speriamo di aiutare in questo intentoā, ha dichiarato.
Gratitudine viene espressa dal Presidente della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia, Tomaso Montanari, che spiega: āDopo molti anni di abbandono ĆØ toccato allo Stato italiano salvare questo straordinario patrimonio e affidarlo a una fondazione interamente composta da enti pubblici. Ć davvero importante che anche soggetti privati mostrino il loro amore, la loro sollecitudine, la loro generositĆ nei confronti di opere cosƬ rilevanti per storia e qualitĆ artistica. Mi pare anche notevole che si sia scelto di aiutare un patrimonio meno esposto di quelli perennemente sotto i riflettori fiorentiniā.
Tra i modelli oggetto del restauro merita una particolare attenzione il gruppo raffigurante Apollo e Marsia, tratto da unāopera dello scultore fiorentino Giovan Battista Foggini e realizzato su un calco eseguito nel 1748 dal figlio Vincenzo. L’intervento di restauro ha infatti permesso di recuperare l’integritĆ dell’opera che risultava in uno stato frammentario e ācollassataā a causa dellāesposizione a una fonte di calore. āLa gamba di Apollo ā racconta la restauratrice della Direzione regionale musei della Toscana e direttrice dei lavori, Giulia Basilissi, ā risultava distaccata, mentre la figura di Marsia si era fortemente deformata, tanto che le sue braccia e il tronco dellāalbero si erano completamente separati dallāopera. Fortunatamente la deformazione non ha comportato la perdita totale del modellato, che ĆØ stato recuperato grazie alla natura ancora malleabile dellāimpasto cerosoā.
Tra le opere restaurate, si segnalano anche i gruppi con Venere che spenna Amore e Leda col Cigno, i cui archetipi in bronzo si devono allāinvenzione dello scultore tardo-barocco Massimiliano Soldani Benzi; la Venere Callipige (tratta da un marmo antico conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli) e i rilievi con Laocoonte con i figli e Scena di sacrificio, che documentano lāacquisizione da parte della manifattura di modelli delle statue antiche piĆ¹ celebri, da tradurre in porcellana per soddisfare le richieste dei viaggiatori del Grand Tour.
La Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia
Costituita il 19 dicembre 2019 su iniziativa del Ministero della Cultura, insieme alla Regione Toscana e al Comune di Sesto Fiorentino, la fondazione ha lo scopo di conservare, catalogare, studiare, comunicare ed esporre la sua ricchissima collezione di manufatti ceramici e di rendere il suo patrimonio artistico, storico, sociale ed economico un bene davvero comune, accessibile e inclusivo.
Il Museo Ginori
Nato insieme alla Manifattura di Doccia e allāinterno degli edifici destinati alla produzione, il Museo Ginori ĆØ stato per quasi trecento anni un museo dāimpresa, pensato dal fondatore, il marchese Carlo Ginori, come il contenitore privilegiato della bellezza che la sua fabbrica era in grado di creare.
Il Museo custodisce tre secoli di storia del gusto e del collezionismo, rappresentando un unicum a livello internazionale grazie alla ricchezza e alla continuitĆ storica del suo patrimonio, ereditĆ della piĆ¹ antica manifattura di porcellana ancora attiva in Italia. Notificata come complesso di eccezionale interesse storico-artistico e archivistico dal 1962, la sua collezione comprende circa 8000 oggetti in porcellana e maiolica databili dal 1737 al 1990, modelli scultorei, documenti cartacei e disegni, una biblioteca storica, una biblioteca specialistica e una fototeca.
Dal 1965 il Museo ha sede in un edificio progettato dallāarchitetto Pier NiccolĆ² Berardi, di proprietĆ demaniale e affidato alla Direzione regionale musei della Toscana. Attualmente chiuso, il Museo Ginori verrĆ riaperto al pubblico al termine di importanti lavori di risanamento.
FONTE: Studio Maddalena Torricelli.